Nina Dobrev e la scandalosa verità su The Vampire Diaries

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Ad 8 anni dalla messa in onda del finale di The Vampire Diaries, l’attrice protagonista Nina Dobrev è tornata a parlarne. Lo ha fatto in modo indiretto nel libro appena uscito di Samataha Highfill, I Was Feeling Epic: An Oral History of The Vampire Diaries. In questa storia orale che ricostruisce i retroscena della serie cult, l’attrice ha rivelato di aver dovuto lottare duramente per ottenere una paga equa rispetto ai suoi colleghi maschi.

La battaglia per la paga del doppio ruolo

Nina Dobrev per la prima volta si è esposta sul tema della disparità salariale, riferendosi anche alle sue colleghe Candice King e Kat Graham, affermando: “Candice, Kat e io eravamo le tre attrici regolari meno pagate nelle prime due stagioni”. Facendo capire così che questa disparità non era solo riferita a lei, oltre ad essere andata avanti sin dalle prime stagioni. Nelle quali si seguivano logiche di genere opinabili.

Ma il caso di Nina Dobrev era ulteriormente complicato rispetto alla sue colleghe. Poiché l’attrice oltre ad interpretare la protagonista Elena Gilbert, dava il volto anche al vampiro Katherine Pierce raddoppiando così il suo carico di lavoro. Di fatti aggiunge: “Il mio contratto prevedeva di interpretare solo Elena, ma stavo interpretando più ruoli. Dovevo memorizzare il doppio delle battute, stare il doppio del tempo sul set”.

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La situazione peggiorò ulteriormente dal momento in cui la produzione arrivò a limitare l’uso del personaggio di Katherine proprio a casua dei costi aggiuntivi, aumentando la tensione del tutto. Decisione che fece storcere il naso anche agli sceneggiatori, e che privò la serie di uno dei suoi personaggi più carismatici e complessi.

Le parole della co-creatrice Julie Plec e le condizioni di lavoro

La stessa co-creatrice Julie Plec si espose sull’argomento dichiarando quanto fosse diventata tesa la situazione, di quanto misero in difficoltà il team di lavoro e che addirittura gli fu comunicato di non usare più il personaggio. La co-creatrice termina dicendo: “Penso letteralmente che abbiamo dovuto dire uccideremo Katherine per ottenere il permesso di usarla”. Tant’è che questa strategia estrema portò alla morte del personaggio nella quinta stagione.

Nina Dobrev voleva continuare ad interpretare Katherine, ma pretendeva un compenso equo alla pari con i ragazzi (Paul Wesley e Ian Somerhalder). Ma la produzione si dimostrò sempre ostile, a dire dell’attrice per questioni di principio. Successivamente Nina si sofferma sulle condizioni estenuanti sul set: “E’ stato probabilmente l’aspetto più doloroso perché sentivo di lavorare duramente. Giravamo giornate di 18 ore a botta, e stavo mettendo cuore, anima e sangue”

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Queste condizioni massacranti rendono ancora più assurda la disparità che c’era, considerando che l’attrice aveva un carico di lavoro complessivo superiore ai suoi colleghi maschi. Ella era a tutti gli effetti protagonista tanto quanto, solamente con un doppio ruolo in più.

L’iniziale addio e il complicato ritorno

Dopo aver combattuto per anni con i mulini a vento, Nina Dobrev alla fine della sesta stagione abbandonò la serie. Per poi ritornare, dopo lunghe trattive che comunque non portarono ad una parità salariale, nel 2017 per il finale. Un dispiacere vedere attori come Paul Wesley e Ian Somerhalder (al tempo anche suo compagno) che non si sono mai battuti e sbilanciati veramente sulla spinosa questione.

Le parole dell’attrice non sono soltanto un frammento di memoria televisiva, ma si inseriscono in una discussione più ampia e attuale: quella sul riconoscimento del lavoro femminile nell’industria dell’intrattenimento. A distanza di anni dalla sua esperienza sul set, la sua testimonianza contribuisce a dare voce ad un problema che continua a riaffiorare, ricordando come le battaglie dietro le quinte siano spesso decisive quanto le storie raccontate sullo schermo.

Che ne pensate di queste parole di Nina Dobrev?