Drive Away Dolls, la Recensione del film di Ethan Coen

Arriva l'esordio solista alla regia di Ethan Coen con Drive Away Dolls, film che al cinema troverete solamente in versione originale sottotitolata. E che vi farà morire dal ridere.

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Fa quasi strano parlare di esordio alla regia per Ethan Coen, con questo suo (e solo suo) Drive Away Dolls. Eppure il film segna proprio l’esordio in solitudine di uno dei due fratelli Coen, al netto del documentario girato su Jerry Lee Lewis. Tre anni dopo La Ballata di Buster Scruggs, arriva il solo Joel con la sua interpretazione del Macbeth. E tre anni dopo ancora, ecco arrivare anche Ethan, a pareggiare i conti, con un film tanto classico quanto divertente.

Drive Away Dolls arriverà nelle sale italiane dal 7 Marzo grazie alla distribuzione di Universal e sarà al cinema esclusivamente in versione originale sottotitolata. Gli amanti del doppiaggio dovranno quindi purtroppo arrendersi e godersi il film con le voci originali dei protagonisti.

Drive Away Dolls, la Trama

Siamo alle soglie del nuovo millennio e una serie di vicissitudini, portano Jamie e Marian ad attraversare gli Stati Uniti, direzione Tallahassee, Florida. Salgono quindi su una macchina che però non era per loro. Il più classico degli equivoci scatenerà una serie di situazioni che porteranno le due ragazze, con personalità agli antipodi, a riscoprire il mondo che le circonda. Gangster alle calcagna permettendo.

Drive Away Dolls, la Recensione

Un esordio al femminile, scritto a quattro mani con sua moglie Tricia Cooke, per un Ethan Coen che non si allontana di molto dallo stile che ha scritto la storia del cinema contemporaneo insieme a suo fratello Joel. Chiaramente siamo su lidi ben lontani dai drammi di Non È Un Paese Per Vecchi o A Proposito Di Davis, e molto più vicini alle comedy in stile Fratello, Dove Sei?.

Con quest’ultimo titolo infatti, Drive Away Dolls condivide la struttura da road movie atipico e l’ambientazione negli anni in cui uscì il film con Clooney fuggiasco protagonista, ossia gli albori del nuovo millennio. Siamo infatti sul finire dei Novanta, è la povera Jamie, una meravigliosa Margaret Qualley, è stata appena cacciata di casa dalla sua compagna Sukie a causa del suo essere fin troppo libertina in alcuni atteggiamenti.

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Senza un posto dove andare, decide quindi di accompagnare la sua amica Marian in questo viaggio verso casa di sua zia in quel della Florida, partendo da Philadelphia. Appare sin da subito evidente come questo viaggio sarà occasione implicita di crescita e scoperta nel proprio Io, coerentemente con il genere, e soprattutto visto che Jamie, vera protagonista del film, si troverà a dividere l’abitacolo (e non) con un personaggio scritto in maniera diametralmente opposta rispetto la bravissima Qualley.

Insomma, potrebbe apparire tutto molto standard, non fosse però per quel violento incipit che come un McGuffin ci introduce una storia che avrà un elemento crime di tutto (divertente) rispetto e che vede un alternarsi di falli di gomma e di una testa decapitata. Ingredienti perfetti che vanno a fare da amalgamo altrettanto perfetto ad uno sfondo LGBT onnipresente per tutto Drive Away Dolls.

Drive Away Dolls

Tra primissimi piani e soggettive indirette, Ethan Coen si cimenta in un collage di omaggi al B Movie che fu, unendolo al classico stile dei fratelli Coen, fatto di inganni involontari, equivoci e tanta (ma tanta) sessualità esplicita. In altre parole, il classico mix di thriller, noir e comedy, stavolta con l’aggiunta dei crismi classici del road movie.

Il risultato è un film che fa ridere di gusto, carico di omaggi a quell’exploitation che fu, come il Faster, Pussycat! Kill! Kill! di Russ Meyer (e la durata di neanche novanta minuti) ma anche ad un cinema più contemporaneo e recente, come Sideways di Payne o Thelma e Louise e senza escludere chiaramente il cinema di Tarantino. Al netto di quei momenti di compiacente autocitazionismo, appare sin da subito che dietro c’è una scelta di andare a proporre qualcosa di nuovo, con tutti i rischi del caso.

Le due protagoniste, in particolar modo Jamie, ha una profondità nascosta tipica di ogni personaggio dei film firmati dai Coen. Molto interessante infatti la sua volontà di “accoppiarsi” con personalità diametralmente opposte dalla sua. Lei, libertina e amante del caos e dell’improvvisazione, che aveva come ragazza una poliziotta molto quadrata, eticamente (per usare un eufemismo). E a relazione interrotta, Marian, una ragazza pudica quasi schiava dei sensi di colpa classici del cattolicesimo.

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Tratti psicologici ben delineati e sviluppati, senza mai cadere a pieno nello stereotipo più classico. E questo lo si deve grazie soprattuto alla scrittura della moglie di Ethan Coen, Tricia Cooke, capace di restituire personaggi meravigliosi e soprattutto indimenticabili.

Drive Away Dolls, recensione

Non di minor importanza, Drive Away Dolls gode di una messa in scena curata in ogni minimo dettaglio. Dalle ambientazioni classiche dei 90s fino ad una regia ammiccante al passato e alla filmografia che ha reso celebre il cinema dei fratelli Coen, come detto prima.

Così come i personaggi, da sempre un tratto distintivo della loro filmografia, Ethan Coen si sbizzarrisce con una regia audace, carica di inserti lisergici che fanno da collante tra le varie sequenze, e onirici, che meritano un occhio di riguardo. Flashback che guardano al passato della rigorosa Marian, delle sue prime pulsioni pre adolescenziali, tra torbidi rallenty che racchiudono una carica erotica potentissima, in contrasto con le altre scene di sesso che mostrano atti quasi parodici.

Insomma, strutturato su una trama lineare, Drive Away Dolls ci racconta una storia classica ma carica di inserti e omaggi che danno la sensazione di aver assistito ad un qualcosa di nuovo. Un’ora e venti di intriganti risate come solo i (anzi, il) Coen sanno fare, con la loro caustica comicità sempre sul filo della scorrettezza. Non potevamo chiedere di meglio.

Cast

  • Jamie: Margaret Qualley
  • Marian: Gerladine Viswanathan
  • Sukie: Beanie Fledstein
  • Santos: Pedro Pascal
  • Senatore Channel: Matt Damon

Trailer

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