Supersex, Alessandro Borghi: “Non ho usato protesi”

Parlando con Repubblica, Alessandro Borghi ha spiegato la sua esperienza nel girare Supersex

Rocco, supersex, netflix
Condividi l'articolo

Alessandro Borghi parla del suo Supersex

Su Netflix trovate Supersex, nuova serie creata da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere e liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi, il celeberrimo Re del Porno nostrano, che sarà interpretato da Alessandro Borghi (qui il trailer). L’attore ha parlato con Repubblica di questo nuovo progetto e dei suoi intenti:

Allora ogni tanto proviamo a punzecchiare, a creare una ferita, un contraddittorio. Anche se la libertà della sessualità è un tema scomodo in un Paese fondamentalmente bigotto. La serie ha significato anche avere a che fare con il mio corpo in una certa maniera, relazionarmi con quello degli altri. Mi ha responsabilizzato rispetto al messaggio che passiamo al pubblico con il nostro mestiere. Supersex parla di famiglia, amore, politica. Ha una valenza sociale importante, rispetto alla figura dell’uomo e della donna e rispetto al porno, in una società che finge di rifiutarlo e poi se ne nutre da anni

Andando avanti Borghi parla della sua esperienza personale dicendo:

LEGGI ANCHE:  Supersex, alcuni utenti turbati dalla nuova serie Netflix

Non capisco perché a scuola ci sia l’ora di religione e non quella di educazione sessuale e sentimentale. La mia è passata per il porno. Da bambino ho fatto fatica a esprimere i miei bisogni, la mia sessualità: è esplosa, e ne sono stato sovrastato. Avrei voluto arrivarci in modo consapevole, con meno errori.

Infine l’attore spiega di non aver usato protesi in Supersex:

Per interpretare Siffredi non ho usato alcuna protesi, sono a posto con il mio corpo. Ho imparato che a volte mi piace di più, altre meno. Nel mio lavoro sono dovuto ingrassare dieci chili o venti. Ho pensato: ci sarà il rischio di un confronto con Rocco, ma non è una serie porno. Non sarà il fulcro del racconto. Rocco l’ho conosciuto e gli voglio bene, ti lancia le sue emozioni. Prendere questa materia emotiva e dargli altra forma è un regalo. Ma lo è anche per lo spettatore che si è assopito rispetto alla standardizzazione del prodotto

Che ne pensate?

LEGGI ANCHE:  Supersex, il titolo è ispirato a una rivista porno anni '70

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa