Gen V, Recensione della serie spin-off di The Boys

Ecco la nostra recensione della prima stagione di Gen V, serie spin-off di The Boys

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Su Amazon Prime Video è arrivata la prima stagione di Gen V, serie spin-off di The Boys ambientata alla Godolkin University, uno speciale college pensato per aiutare i giovani supereroi a sviluppare i propri poteri. In particolare lo show si concentra sull’ultima arrivata, Maria, giovane dai poteri davvero straordinari, anche per quel mondo, che si porta dietro un oscuro passato. Insieme a Emma, Jordan, Andre e Cate, dovrà scoprire la verità sul suicidio di Golden Boy, il miglior studente della scuola e sui torbidi segreti che l’istituto nasconde. Ecco dunque la nostra recensione.

Gen V: Il Cast

  • Jaz Sinclair: Marie Moreau
  • Chance Perdomo: Andre Anderson
  • Lizze Broadway: Emma Shaw / Little Cricket
  • Maddie Phillips: Cate Dunlap
  • Derek Luh: Jordan Li (forma maschile)
  • London Thor: Jordan Li (forma femminile)
  • Asa Germann: Sam Riordan
  • Shelley Conn: Indira Shetty

Gen V: Il Trailer

Gen V: La Trama

Gen V si svolge alla Godolkin University, un college particolare dove vengono addestrati tutti i giovani supereroi ai quali i genitori hanno iniettato il Composto V, il fluido in grado di scatenare i superpoteri nei bambini. I migliori studenti lottano tra di loro per arrivare in cima alla classifica di gradimento del pubblico sognando di finire, un giorno, nei 7. In questo contesto arriva Marie, una giovane sup con poteri di manipolazione del sangue che hanno causato la morte dei suoi genitori.

La giovane dovrà entrare in sintonia con un mondo totalmente fuori dalla sua comprensione, specie quando si trova, suo malgrado, ad assistere alla morte del miglior studente della scuola Golden Boy e finire in cima alla classifica di gradimento. Insieme a Emma, Jordan, Andre e Cate, Maria dovrà capire costa succedendo alla Godolkin e, soprattutto, sotto di essa.

Gen V: La Recensione

Quando il progetto Gen V fu annunciato, la preoccupazione di molti era relativa al fatto se lo spin-off fosse in grado o meno di mantere l’asticella alla stessa altezza alla quale The Boys l’aveva posto nel corso delle prime 3 stagioni. E la risposta, fin dai primissimi episodi, è stata Assolutamente si. Sebbene la storia si svolga all’interno di un college e abbia come protagonisti dei ragazzi giovani, lo show non perde la spinta che ha sempre contraddistinto la serie madre e anzi, mantiene lo stesso livello di estrema violenza e grottesca follia.

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Fin dai primi episodi gli showrunner sono riusciti a trasporre tutto ciò che ha reso famoso The Boys in chiave liceale creando una trama che si lega perfettamente a quella principale. Spesso negli spin-off vengono infatti realizzate delle situazioni scollegate totalmente dalla trama principale e che solo contestualmente appartengono allo stesso Universo. In Gen V invece tutto ciò che accade ha (e avrà) dei riscontri sul futuro della saga principale. Basti pensare a Golden Boy che era il primo candidato a entrare nei 7 o ciò che accade nel Bosco o nel finale (che non diremo per evitare spoiler) che avrà una rilevanza fondamentale nella quarta stagione di The Boys. La trama e la sceneggiatura riescono a amalgamarsi perfettamente con quello visto nella serie madre dando una piacevole sorpresa ai fan dello show di Eric Kripke.

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Dal punto di vista attoriale Gen V può sicuramente vantare di un cast di altissimo livello. Sebbene molti degli attori non abbiano troppa esperienza e siano alla prima vera esperienza di alto livello, tutti sembrano a loro agio nelle parti a loro assegnate. Jaz Sinclair riesce a mantenere sulle spalle i momenti più emotivi dello show riuscendo anche ad appoggiarsi ai suoi compagni di cast che in ogni momento la sostengono al massimo. In particolare è rimarchevole il lavoro fatto da Maddie Phillips su Cate, probabilmente il ruolo più difficile nonchè quello che nessita di un lavoro interpretativo di livello maggiore. Si tratta sicuramente del personaggio più intenso, complesso e stratificato, nonchè quello che alla fine si mostra essere il vero collante del gruppo. La Phillps riesce a interpretare ogni momento in modo egregio, dando assist vincenti ad ogni collega col quale lavora.

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Essendo ambientata in un liceo, Gen V deve anche fare i conti con alcuni temi molto cari alla fascia giovane della popolazione. E, anche in questo, la serie non si tira indietro. Nell’arco degli episodi vengono toccati temi come violenza e identità sessuale, bullismo, problemi alimentari e psicologici. Cercare di combinare questi argomenti così delicati con una narrazione esagerata qual è quella del mondo di The Boys sembra una missione veramente complicata. Tuttavia gli autori ci sono riusciti, mettendo sotto una luce preferenziale questi problemi dei giovani riuscendo tuttavia a parlarne in modo grottesco e assurdo, senza mai sminuirli.

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L’esempio più importante che possiamo fare è quello della scena dei pupazzi (non diremo di più per evitare spoiler) che vede protagonista Sam e che può essere vista come la sorella di quella dei cartoni che ha visto protagonista Black Noir nella terza stagione di The Boys. Visivamente è assolutamente fuori di testa, violenta e super divertente. Tuttavia nella testa degli spettatori arriva forte e chiaro il messaggio relativo alle problematiche mentali del ragazzo e delle torture a cui è sottoposto.

In conclusione Gen V riesce nella non semplice impresa di mantere altissimo il livello di esagerazione di The Boys traslandolo in un’ambiente liceale senza mai sembrare di voler togliere il piede dall’accelleratore. Lo show riesce a inserire moltissimi nuovo personaggi all’Universo Narrativo dello show di Kripke senza farci rimpiangere Patriota, Billy e soci e anzi, facendoci desiderare di vederli presto tutti insieme. La serie ha tutto quello che uno spin-off dovrebbe avere ed è tutto quello che una buona serie dovrebbe essere.

Che ne pensate? L’avete gradita?

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