La vita è bella: cosa dice il soldato tedesco nella scena delle regole [VIDEO]

Vita
Condividi l'articolo

Ricordiamo tutti questa scena de La Vita è Bella, ma vi siete mai chiesti che cosa diceva davvero il soldato tedesco?

Il film

La Vita è Bella rimane il film capolavoro di Roberto Benigni a distanza di più di vent’anni: uno sguardo inedito e coraggioso sul dramma dell’olocausto, con l’audacia di inserire toni da commedia in quella che è inevitabilmente una tragedia per poi rendere, nella più classica tradizione italiana, un finale ambiguo dal colore amaro che lascia profondamente turbati.

Nel film Giudo (Benigni), Giosué e la loro famiglia sono deportati in un campo di concentramento, dove li attende l’orribile destino che sappiamo. Ma Guido escogita un modo per nascondere al piccolo Giosué gli orrori di ciò che sta accadendo, inventandosi che si tratta in realtà di un grande “gioco” di ruolo, incapace e restio a spiegare al figlio l’enormità e l’assurdità della realtà.

Il gioco

Guido inventa le regole del gioco sul momento, quando un soldato tedesco arriva e impartisce ordini ai prigionieri. Guido lo “doppia”, traducendo a suo modo non solo per il figlio ma per tutti i presenti. I quali in ogni caso comprendono, e ciascuno a suo modo si rendono partecipi dell’inganno commossi da ciò che Guido è disposto a fare per il suo bambino.

LEGGI ANCHE:  Pinocchio di Matteo Garrone, ecco il primo Teaser Trailer

In tutto questo, però, per anni il pubblico italiano non ha mai saputo che cosa dicesse veramente il soldato tedesco in quel momento: in realtà non aveva importanza perché conosciamo la storia come la conoscevamo vent’anni fa e nella scena ci si può ben immaginare quali siano le istruzioni impartite, riassumibili nel famoso terrificante motto “arbeit macht frei”. In ogni caso, oggi ve lo vogliamo raccontare.

La traduzione

Ecco il dialogo:

Soldato: “Ascoltatemi tutti. lo dico soltanto una volta!”
Guido: “Comincia il gioco, chi c’è c’è, chi non c’è non c’è!”
Soldato: “Siete stati portati in questo campo per un motivo…”
Guido: “Si vince a 1000 punti. Il primo classificato vince un carro armato vero”.
Soldato: “…per lavorare!”
Guido: “Beato lui!”
Soldato: “Ogni sabotaggio è punito con la morte. Le esecuzioni avvengono sul quadrangolare con degli spari alle spalle”. (indica dietro di sé)
Guido: “Ogni giorno vi daremo la classifica generale da quell’altoparlante là. All’ultimo classificato verrà attaccato un cartello con su scritto asino, qui sulla schiena”.
Soldato: “Avete l’onore di lavorare per la nostra grande madrepatria e di partecipare alla costruzione del grande Impero Tedesco”.
Guido: “Noi facciamo la parte di quelli cattivi cattivi che urlano, chi ha paura perde punti”.
Soldato: “Non dovete scordare mai tre regole generali: 1) Non provate a scappare; 2) Seguite ogni comando senza fare domande; 3) Chiunque protesta viene impiccato. È chiaro?”
Guido: “In tre casi si perdono tutti i punti, li perdono: 1) Quelli che si mettono a piangere; 2) Quelli che vogliono vedere la mamma; 3) Quelli che hanno fame e vogliono la merendina, scordatevela!”
Soldato: “Dovreste essere contenti di lavorare qui. Non succederà niente a quelli che rispettano le regole.”
Guido: “È molto facile perdere punti per la fame. Io stesso ieri ho perso 40 punti perché volevo a tutti i costi un panino con la marmellata”.
Soldato: “La compiacenza è tutto!”
Guido: “… d’albicocche”.
Soldato: (un altro soldato gli dice qualcosa all’orecchio) “Un’altra cosa…”
Guido: “… lui di fragole”.
Soldato: “Quando sentite questo fischio dovete venire rapidamente sul quadrangolare…”
Guido: “Ah, non chiedete i lecca-lecca perché non ve li danno: ce li mangiamo tutti noi”.
Soldato: “…Ogni mattina…”
Guido: “Io ieri ne ho mangiati 20”.
Soldato: “…Farete una fila, due persone di fianco…”
Guido: “…Un mal di pancia…”
Soldato: “…ogni mattina…”
Guido: “…Però erano boni…”
Soldato: “…per l’appello.”
Guido: “…lascia fare…”
Soldato: “Un’altra cosa: lì dietro lavorerete. Capirete facilmente le dimensioni del campo”.
Guido: “Scusate se vado di fretta, ma oggi sto giocando a nascondino, ora vado, sennò mi fanno tana”.

LEGGI ANCHE:  Non ci resta che piangere (...ma dal ridere!)

La sequenza

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa