Guardiani della Galassia Vol. 3: Recensione in anteprima (senza spoiler)

Dal 3 Maggio solo al cinema Guardiani della Galassia Vol. 3, terzo e definitivo capitolo della Trilogia Marvel firmata James Gunn. Ecco la nostra recensione in anteprima, rigorosamente senza spoiler.

Guardiani della Galassia Vol.3
Photo courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL.
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Qualunque cosa significhi miglior cinecomic di sempre, non c’è dubbio che Guardiani della Galassia Vol. 3, e in generale la Trilogia Marvel firmata James Gunn, siano certamente in corsa per il titolo.

E se pure non attribuite alcun valore a questo genere di etichette – forse del tutto individuali e soggettive, forse frutto di una deriva critica sempre più vicina al cyberbullismo o l’assetto linguistico della peggiore tifoseria calcistica – restano comunque fermi almeno un paio di dati oggettivi.

Già nel 2014, quando James Gunn porta su grande schermo l’adattamento cinematografico dei Guardiani della Galassia, nel Marvel Cinematic Universe si verifica un fenomeno essenzialmente anomalo, paragonabile solo all’apparizione e il transito astrale di un oggetto non identificato.

Anomalo, dissimile e provocatorio dalla forma al contenuto, dal linguaggio audiovisivo alla costruzione dei personaggi, sia in termini di supereroi che antagonisti, Guardiani della Galassia Vol. 2 nel 2017 rilancia ancora la posta, confermando la natura assolutamente unica e incomparabile dell’incursione dei Guardians nell’MCU.

La famiglia allargata dei Guardiani della Galassia, tra i suoi molteplici talenti, si rivela infatti capace di sedurre, intrattenere ed entusiasmare un pubblico particolarmente eterogeneo, compresi quanti non nutrivano un particolare interesse né una smaccata simpatia per l’Universo Marvel.

Dai più intransigenti conoscitori degli originali a fumetti agli spettatori che non hanno mai sfogliato un albo, dai fedelissimi dell’MCU fino all’audience più intollerante all’immagine filmica del supereroismo contemporaneo, Gunn e il suo team hanno saputo convincere praticamente tutti, creando un autentico mondo a parte, o meglio un universo nell’universo.

E ora che siamo giunti al momento dell’addio, forse non ai Guardians ma certamente alla Trilogia scritta e diretta da James Gunn, i nostri anti-eroi riescono a stupire ancora una volta, superando qualunque aspettativa e regalando il film più divertente, imprevedibile e commovente che potessimo immaginare.

Ma attenzione, se possiamo tranquillamente affermare che questo è uno dei cinecomic più commoventi degli ultimi dieci o venti anni, non stiamo comunque parlando del classico cliché della commozione, delle lacrime irrefrenabili tradizionalmente innescate dagli addii e dalla morte.

Guardiani della Galassia Vol. 3 punta più in alto e colpisce ben più a fondo, proiettando in una dimensione aliena un tema assolutamente inedito, ma soprattutto una sofferenza inaspettatamente viva e reale, rivolta evidentemente a noi, al presente e i recessi più oscuri del nostro Sick Sad World.

Guardiani della Galassia Vol. 3: La Trama (no spoiler)

Fin dalla prima sceneggiatura dei Guardiani della Galassia, James Gunn sapeva che il suo obiettivo era arrivare a indagare e raccontare il passato di Rocket Rackoon (doppiato da Bradley Cooper nella versione originale), partendo dal solo accenno di una “sperimentazione genetica su razze inferiori”.

Giunti al terzo e ultimo capitolo della Trilogia, scopriremo allora cosa si nasconde davvero in quei giorni drammatici, scoprendo anche un nuovo super villain, uno dei cattivi più complessi, caotici e affascinanti mai visti nel Marvel Cinematic Universe: l’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji).

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Ma anche altri nuovi personaggi sono pronti a irrompere violentemente nella colonia di Knowhere, campo base dei Guardians. Peter Quill (Chris Pratt), combatte ancora con il suo cuore infranto e la nostalgia di Gamora (Zoe Saldana), ma quando Rocket rimane gravemente ferito, dovrà riunire la squadra e le forze.

Per salvare la vita di Rocket i Guardians si troveranno ad affrontare una nuova missione, forse la più complessa e pericolosa della loro storia, destinata a sconvolgere gli equilibri, ma anche riaffermare il legame profondo, indissolubile tra tutti i componenti di questa bizzarra grande famiglia.

Guardiani della Galassia Vol. 3: Recensione (no spoiler)

Guardiani della Galassia Vol.3
Guardiani della Galassia Vol. 3 è al cinema dal prossimo 3 Maggio (Ph: Courtesy of Marvel Studios. © 2023 MARVEL)

Lo stesso James Gunn accende i riflettori sul terzo e definitivo capitolo della Trilogia scegliendo una luce particolare, quella di Creep dei Radiohead. Un brano che, rispetto agli Awesome Mix e le canzoni che hanno scandito i due capitoli precedenti, racconta subito un’altra malinconia, annunciando un deciso cambio di passo.

La colonna sonora, la musica, il Pop e il Rock’n’Roll intesi come autentici elementi narrativi restano il trademark dei Guardiani dalla Galassia, mentre l’idea di rappresentare super-eroi e villain attraverso la lente di una sistematica, implacabile ironia rappresenta ancora il cuore della Trilogia.

E se l’intuizione di innestare umorismo, ironia ed elementi smaccatamente comedy nella trama e l’intreccio di un cinecomic dal 2014 a oggi è diventato un concetto decisamente più familiare, il cinema e la visione di James Gunn hanno avuto certo una influenza fondamentale.

Come ben sappiamo, con questo film Gunn saluta comunque il Marvel Cinematic Universe, per dedicarsi a tempo pieno alla grande rivoluzione del Dc Extended Universe, già ampiamente anticipata dal suo reboot di The Suicide Squad. Una rivoluzione che non teme nessuna sfida, nessuna provocazione, ma mira decisa all’assurdo e al grottesco.

Di contro, nel passaggio dalla quarta alla quinta fase il Marvel Cinematic Universe sembra versare in una crisi profonda, o meglio una profonda fase di stagnazione, dove non si sceglie di sperimentare né osare ma piuttosto replicare gli stessi schemi, le stesse soluzioni narrative e audiovisive, mutando semplicemente i personaggi e le storie in campo.

Nessuno può ancora sapere se una o più nuove menti creative faranno la loro incursione nell’MCU, cambiando ancora le regole del gioco. Ma intanto, James Gunn ha firmato certamente il suo commiato in grande stile, sbaragliando anche le più alte aspettative. Perché non sono solo le canzoni e l’umorismo e fare dei Guardians un unicum nella cinematografia contemporanea.

La Trilogia rivoluziona anche l’idea di high-concept movie, ovvero l’idea che il perfetto blockbuster americano debba fornire un messaggio semplice e chiaro, veicolato attraverso personaggi chiaramente riconoscibili, nei quali le persone possano identificarsi, trasformandosi facilmente in consumatori entusiasti di prodotti commerciali, gadget e media.

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Guardiani della Galassia Vol. 3: Gli amici sono la famiglia che scegliamo

Tra gli elementi più dirompenti di questo terzo capitolo c’è anzitutto il versante formale. Fin dalle primissime sequenze, tutto si mostra ancor più larger than life: scenografie, combattimenti, salti concettuali nello spazio e nel tempo.

Ma c’è un dettaglio che colpisce istantaneamente, certo già presente nei precedenti capitoli e ora elevato all’ennesima potenza. Perfino nelle grandi scene di massa, nessuno è uguale a un altro. Alieni, terrestri, animali dall’aspetto antropomorfo, androidi, innesti e ibridi di ogni forma, colore e materia.

Comunque, nell’Universo dei Guardiani della Galassia nessuno somiglia a nessuno. E soprattutto, questo non è un problema per nessuno.

Mentre nel mondo reale infuriano le polemiche social sulla legittimità di una Sirenetta o una Cleopatra nera, i Guardiani della Galassia Vol. 3 sembrano farsi beffe della nostra pochezza, raccontando un mondo dove alleanze, amori, amicizie e grandi battaglie si combattono in base a considerazioni ben più sostanziali.

E se la squadra dei buoni può tranquillamente comporsi di un albero e un procione, il punto è che i nostri anti-eroi possono anche essere deboli, maldestri, possono essere simpatici o antipatici, perfino ambigui, anzi perfino vagamente stupidi, come nel caso del prode Drax, interpretato da Dave Bautista.

Nel panorama di personaggi altamente leggibili, monodimensionali, dove sono ammesse solo le sfumature più prevedibili, James Gunn e gli autori dei Guardians sono arrivati a forzare gli stessi limiti del fumetto originale, sviluppando i caratteri e le linee narrative in funzione di un Universo di outcast, reietti, diversi, perfettamente pronti alle imprese più eroiche.

Più oltre, gli emarginati di tutte le galassie possono rivelarsi non solo inarrestabili eroi, ma possono stringersi in alleanze tanto profonde da superare qualunque limite, qualunque differenza, affermando il concetto di una famiglia legata non dal sangue, meno che mai dalla razza, ma dalla lealtà e dalla scelta di un orizzonte comune.

Il discorso sui Guardiani della Galassia Vol. 3 potrebbe continuare ancora a lungo e sarà certo oggetto di ulteriori approfondimenti. Ma nel frattempo, vi lasciamo alla visione di uno spettacolo debordante, dove nessun messaggio è declamato né forzato.

Non ci sono monologhi, non ci sono proclami, ma solo uno show capace di regalare continue invenzioni e continue emozioni, dalle risate alle lacrime, per due ore e mezza di cinema che resteranno difficili da eguagliare.

Guardiani della Galassia Vol. 3: Il cast

  • Chris Pratt: Peter Quill – Star Lord
  • Zoe Saldana: Gamora
  • Dave Bautista: Drax il Distruttore
  • Karen Gillan: Nebula
  • Pom Klementieff: Mantis
  • Sean Gunn: Kraglin
  • Chukwudi Iwuji: Alto Evoluzionario
  • Will Poulter: Adam Warlock
  • Elizabeth Debicki: Ayesha
  • Maria Bakalova: Cosmo
  • Sylvester Stallone: Stakar Ogord

Guardiani della Galassia Vol. 3: Trailer ufficiale italiano