Intimacy Coordinator: Cosa fanno sul set i “controllori” delle scene hot?

Chi sono e cosa fanno sul set gli Intimacy Coordinator, i Coordinator dell'Intimità, figura già molto affermata in America e in Gran Bretagna. I registi hanno davvero bisogno di una figura che tuteli gli attori durante le scene hot? Oppure si tratta di "polizia della morale"?

sex education
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Avete mai sentito parlare di Intimacy Coordinator, i Coordinatori dell’Intimità? Dopo le dichiarazioni al vetriolo della regista Mia Hansen-Løve la questione è ormai scottante attualità anche in Francia e in Italia. Si tratta infatti di una figura professionale relativamente nuova, ma già considerata essenziale a Hollywood e in Gran Bretagna.

Dopo lo scandalo Weinstein e il terremoto innescato dal movimento #MeToo, la figura dell’Intimacy Coordinator o Intimacy Director ha iniziato ad affermarsi sui set americani già dal 2016, anno della fondazione dell’associazione no-profit denominata Intimacy Directors International e diretta da Alicia Rodis, Tonia Sina e Siobhan Richardson.

Da non confondersi con i Movement Directors e i Coreografi, già ampiamente integrati in moltissime troupe cinematografiche, i Coordinatori dell’Intimità sono incaricati di preservare il benessere di tutti gli attori coinvolti in scene hot e scene di sesso in genere, perché il consenso sia sempre rispettato e nessuno debba sentirsi a disagio.

Tra i più celebri e affermati Intimacy Coordinator a livello internazionale troviamo così Ita O’Brien, ingaggiata da network del calibro di Netflix, HBO, BBC e Amazon per titoli di rilievo come Normal People (2020) oppure serie decisamente provocatorie e controverse, ad alto contenuto erotico, come Sex Education (2019) e I May Destroy You (2020).

Sex Education 1
La serie Netflix Sex Education è stata tra le prime produzioni britanniche ad ingaggiare un Coordinatore dell’Intimità per tutelare i suoi giovani attori.

Naturalmente, le reazioni di registi francesi come Gaspar Noé e Mia Hansen-Løve non si sono fatte attendere. La prospettiva che questa figura professionale possa affermarsi in tutta Europa, fino a diventare uno standard, al pari del Direttore della Fotografia e delle delle Segretarie di Edizione, non sembra piacere proprio a tutti.

E se per la regista di Un bel mattino, Bergman Insland e Le cose che verranno si tratta a tutti gli effetti di “polizia della morale”, molte personalità a livello internazionale hanno espresso posizioni fortemente contrarie, insieme alla preoccupazione che la nuova ondata del politically correct finisca per limitare sempre più la libertà creativa degli autori.

Anche in Italia, lo scorso Novembre le attrici e registe Georgia Lepore, Sara Palma e Manuela Parodi hanno promosso a Roma la prima giornata di introduzione alle Pratiche di Tutela degli Attori nelle scene di intimità a Cinema e a Teatro, con il sostegno di Sonia Bergamasco e Luca Argentero oltre che del Centro Sperimentale di Cinematografia.

E voi che ne pensate? Si tratta di un ulteriore strumento di rispetto e tutela dei professionisti dello spettacolo, oppure di una pericolosa forma di pre-censura, destinata a promuovere l’immagine immacolata dei network e delle case di produzione a scapito di registi, sceneggiatori e creatori di Cinema e Serie Tv?

Ita ‘O Brien: “Gli intimacy coordinator sono essenziali come gli stunt coordinator”

I May Destroy You
Ita ‘O Brien è stata Intimacy Coordinator per Micaela Coen sul set del controverso I May Destroy You – Trauma e rinascita (Ph:@Sky)

Ita ‘O Brien è diventata una figura particolarmente influente grazie al suo prezioso apporto sul set di Sex Education, composto principalmente da giovani e giovanissimi interpreti, ma soprattutto grazie a I May Destroy You – Trauma e rinascita di Micaela Coen, mini-serie prodotta da BBC ed HBO e disponibile in Italia su Sky e Now Tv.

Micaela Coen, attrice, sceneggiatrice e regista di origine ghanese, apprezzata anche per il suo ruolo in Black Panther : Wakanda Forever, con I May Destroy You – Trauma e rinascita ha vinto infatti un Emmy, quattro Bafta Award e una miriade di altri premi, raccontando in modo assolutamente crudo, esplicito e realistico la violenza sessuale.

Per quanto Micaela Coen fosse sia la protagonista che l’autrice della storia, ha scelto Ita ‘O Brien come sua Coordinatrice dell’Intimità, già che ogni singola puntata della mini-serie prevedeva scene hot di natura particolarmente disturbante, tra cui numerosi stupri e abusi sessuali, sia in ambito etero che omosessuale.

Forte di questa e altre esperienze, Ita ‘O Brien ha dichiarato su Esquire Magazine:

“Onestamente non riesco a immaginare scene che prevedano quel livello di intimità tra gli attori senza un Coordinatore dell’intimità. Per me è follia. Provate ad immaginare film come La tigre e il dragone senza che ci fosse sul set uno Stunt Coordinator, perchè nessuno si trovasse davvero con la testa tagliata. Credo che gli Intimacy Coordinator abbiano la stessa identica utilità.”

Potremmo obiettare che nessuno Action potrebbe mai essere girato senza stunt e relativo coordinatore. Eppure, se un film come John Wick 4 non è neanche immaginabile senza queste figure, salvo produrre una reale sequela di morti e feriti, qualunque scena dedicata al sesso viene letta e approvata dagli stessi interpreti già a partire dalla sceneggiatura.

Inoltre, fermo restando che qualunque attore o attrice può rifiutare da contratto scene di nudo, scene hot e qualunque genere di performance che non sia in linea con la sua sensibilità, la Storia del Cinema è disseminata di ripensamenti e orrori tardivi.

Non mancano infatti casi eclatanti di attori e attrici che, una volta visto il film montato e finito, hanno rinnegato pubblicamente l’opera e anche l’autore, denunciando abusi o comportamenti impropri e tossici da parte dei registi sul set.

Da Maria Schneider e le sue pesantissime accuse nei confronti di Bernardo Bertolucci per Ultimo tango a Parigi (1972) al più recente caso di Florence Pugh e Don’t Worry Darling di Olivia Wilde, passando per “il gran rifiuto” di Bjork e Nicole Kidman al vecchio caro Von Trier.

Nicole Kidman, una volta rivistasi su grande schermo, è arrivata addirittura a rescindere il contratto già firmato per Dogville, preferendo pagare una lauta penale che proseguire, come previsto, con il ruolo di Grace per tutto il corso della Trilogia Americana, interrotta dallo stesso Von Trier dopo aver tentato di sostituirla con Bryce Dallas Howard.

Eppure, è proprio questo esempio a portarci alle domande cruciali. Oggi film come Le onde del destino, Idioti e Dogville di Lars Von Trier potrebbero mai essere girati fuori dal contesto danese e della sua stessa casa di produzione? Quanti sono gli autori che potranno effettivamente conservare anche in futuro questo livello di radicale libertà creativa?

La domanda è praticamente ovvia. Quale produttore e quale distributore sarebbe oggi disposto a rischiare e scommettere su autori come Pier Paolo Pasolini o Rainer Werner Fassbinder?

Ma soprattutto, una figura come quella dei Coordinatori dell’Intimità serve solo a preservare la sensibilità e l’incolumità degli attori? Oppure, serve anche a tutelare la produzioni da eventuali cause future, perdite economiche e danni d’immagine, assicurando una naturale pubblicità positiva presso l’audience più intransigente?

Mia Hansen-Løve: “Sui miei set non c’è bisogno di polizia della virtù”

Lo scorso 17 Aprile Mia Hansen-Løve, reduce dal successo di Un bel mattino con Léa Seydoux, ha risposto senza mezzi termini e senza reticenze alla domanda diretta di The Guardian Uk:

“Finché non sarò costretta non userò Coordinatori dell’intimità. Non penso di averne bisogno. Sono estremamente sensibile e presto la massima attenzione al rispetto. Non ho mai avuto problemi e Non ho mai costretto nessun attore a fare nulla. Tutto viene discusso in precedenza e avviene in modo molto fluido. Quindi per me i coordinatori dell’intimità non sono necessari. Anzi, se fossi costretta ad avere una sorta di “polizia morale” sul set preferirei non girare affatto quelle scene. Capisco che alcune persone possano sentirsi rassicurate, ma è tutto molto lontano dall’esperienza dei miei set e dei miei film”

La questione resta aperta e certo controversa. Ma senza dubbio sentirete ancora molto parlare della figura dell’Intimacy Coordinator, o Coordinatore dell’Intimità che dir si voglia, già che questa figura professionale potrebbe diventare presto realtà anche in Italia.

E voi cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra nella sezione Commenti.