I Tenenbaum, un ritratto di famiglia grottesco [recensione]

Con I Tenenbaum, Wes Anderson firma la sua terza pellicola, opera che lo consacra fra gli autori più riconoscibili nel panorama contemporaneo.

I Tenenbaum
Richie e Margot Tenenbaum
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A più di vent’anni dall’uscita in sala, I Tenenbaum rimane indubbiamente uno dei film più rappresentativi e personali del genio di Wes Anderson. L’opera del regista statunitense ha fatto scuola in tema di famiglie disfunzionali ed è entrato prepotentemente di diritto nell’immaginario comune legato al cinema del XXI secolo, grazie ai suoi iconici personaggi e a scene memorabili.

I Tenenbaum, la trama

Tenenbaum
I Tenenbaum

In inverno ha luogo un’improvvisa e inattesa riunione della famiglia Tenenbaum. Royal ed Etheline, i due genitori, si sono separati dopo aver avuto tre figli: Chas, che brilla nella finanza internazionale, Margot commediografa di successo che già al liceo aveva avuto una ricca borsa di studio e Richie, vincitore per tre anni consecutivi della nazionale juniores di tennis degli USA. Ma i successi dei tre figli sembrano cancellati dai disastri compiuti dal padre negli ultimi vent’anni.

I Tenenbaum | Recensione

Il peso del futuro, la nostalgia del passato

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Margot, Chas e Richie

Il modo di porsi, gli atteggiamenti e il look di Chas, Margot e Richie appaiono grotteschi, ma si può essere più precisi affermando che ciò che li rende strani ai nostri occhi è l’immediata proiezione delle loro vite nel futuro che verrà. I bambini che dominano i primi capitoli di questo libro-film, incrocio mirabilmente congegnato grazie alla calda e familiare narrazione di Alec Baldwin, sembrano chiaramente appartenere ad una stirpe geniale. Ognuno di loro scala vertiginosamente le tappe della propria carriera, anticipando di venti o trent’anni il corso degli eventi. Tuttavia, il grandioso talento dimostrato da Chas, Margot e Richie risulta essere una creatura fragile ed evanescente, un’illusione frutto della bugia perpetrata dal padre Royal.

Considerando le vicende con sguardo retrospettivo, gli anomali e strabilianti risultati prodotti dai tre figli di Royal ed Etheline risultano essere indissolubilmente legati ad un nido familiare sano e virtuoso. I reiterati tradimenti di Royal e le sue menzogne da bugiardo compulsivo distruggono alla base le radici sulle quali i suoi figli stavano costruendo la propria esistenza e i propri successi. E’ così che, in assenza del padre e affiancati da una figura materna incapace di percepire la sofferenza dei propri figli, Chas, Margot e Ritchie vedono sgretolarsi le loro vite, invase da ipocondria, insoddisfazione e fallimenti.

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Sospensione dell’incredulità

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La famiglia Tenenbaum al completo

Questo filo rosso che corre continuamente dal passato al futuro e viceversa fa sì che nulla cambi intorno alla famiglia Tenenbaum. Non cambia la casa in cui i tre giovani protagonisti sono nati e cresciuti, con una dovizia di particolari che rende tutto perfettamente uguale a prima, né tantomeno si percepisce il mutamento di una New York che in quegli anni cresceva a dismisura su sé stessa. Non cambiano, e non lo faranno fino all’epilogo, gli abiti di Chas, Margot e Richie, cifre emblematiche dei loro tratti distintivi e delle loro storie personali.

A dirla così sembrerebbe che la storia raccontata da Wes Anderson sia una vera e propria tragedia. In realtà grazie all’uso di accesissimi colori che esplodono in variegate tonalità, di luci calde che accompagnano le simmetrie registiche curate in maniera quasi maniacale e, soprattutto, grazie all’inverosimile carattere asettico conferito alla sofferenza dei personaggi sulla scena, I Tenenbaum risulta essere un’amabile tragicommedia, in cui ogni maschera si scioglie gradualmente in un personaggio a tuttotondo.

Bene o male, purché se ne parli

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La famiglia Tenenbaum al capezzale di Royal

La messa in discussione del deprimente status quo che ci viene illustrato nei primi capitoli della narrazione non può, dunque, che avvenire per mano dell’uomo che ne è stato la causa fondante: Royal Tenenbaum. Il primo approccio con il pater familias ci mette a contatto con un vero e proprio antieroe, un personaggio viscido e bugiardo, che ricade costantemente negli sbagli fatti in passato, proprio quegli sbagli che hanno reso i suoi cari una famiglia disfunzionale. Tuttavia, nonostante la falsità perpetrata nei confronti della sua famiglia, Royal è l’unico che ha il potere di scardinare sicurezze e tratti ormai ben solidi in ognuno dei suoi figli e nella moglie Etheline.

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La libertà d’esser Royal

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Royal ed Etheline

I complessi aggrovigliatisi in ognuno dei protagonisti vengono districati proprio grazie alla maturazione di Royal, vero mattatore sulla scena. Dopo esser stato nuovamente causa di sofferenza per la sua famiglia, il personaggio interpretato da Gene Hackman ricopre un vero e proprio ruolo catartico nei confronti delle persone che ama, scoprendosi capace di essere libero nella sua vera natura umana.

Il peso esistenziale di essere un Tenenbaum viene così risolto grazie alle azioni di un padre, causa degli sbagli dei figli e unica figura in grado di potervi ovviare. I Tenenbaum è il quadro dolceamaro di una famiglia talmente incasinata e surreale da risultare estremamente fragile e umana.

I Tenenbaum, il cast

Gene Hackman: Royal Tenenbaum

Anjelica Huston: Etheline Tenenbaum

Ben Stiller: Chas Tenenbaum

Gwyneth Paltrow: Margot Tenenbaum

Luke Wilson: Richie Tenenbaum

Owen Wilson: Eli Cash

Bill Murray: Raleigh St.Clair

Danny Glover: Henry Sherman

Seymour Cassel: Dusty

Kumar Pallana: Pagoda

I Tenenbaum, il trailer

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