X – A Sexy Horror Story, la Recensione del film con Mia Goth

La recensione di X - A Sexy Horror Story, un film che racconta l'horror di ieri e di oggi. Diretto da Ti West, con una sontuosa Mia Goth a dominare lo schermo.

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Dopo un passaggio nelle sale cinematografiche, arriva anche in home video grazie a Midnight Factory, X – A Sexy Horror Story, un film che si accinge ad essere l’horror dell’anno. E non solo.

Diretto da Ti West, nonché primo capitolo di una trilogia, il film vede una Mia Goth protagonista assoluta. Tra storia del porno e storia dell’horror, X – A Sexy Horror Story lascia il segno in ogni spettatore.

X – A Sexy Horror Story, la Trama

Siamo sul fine degli anni Settanta. Una troupe sgangherata si appresta a girare un porno, con il sogno di entrare a far parte della rinomata Golden Age. Non sanno però che c’è un incubo che li sta aspettando fuori la porta.

Maxine, Bobby-Lynne, Jackson, RJ e la timida Lorraine, capitanati dall’improbabile produttore Wayne, dovranno lottare per la sopravvivenza. La morte li attende dietro l’angolo.

X – A Sexy Horror Story, la Recensione

Oramai nell’ambito horror si è tracciata una linea netta, che separa in due il genere. Da un lato, quelli classici fatti di sangue e jumpscare. Dall’altro, quelli definiti “elevati” o “gentrificati”, che si discostano dai classici canoni di genere, battendo altre strade legate più all’atmosfera, al percepito piuttosto che al visto.

Da un lato dunque la Blumhouse, dall’altro quindi la A24. Film uguali, horror, ma pur sempre film diversi. Risulta impossibile infatti pensare che si parli sempre di orrore, mettendo sullo stesso piano un The Lighthouse con un Auguri Per La Tua Morte. Lungi da ogni giudizio qualitativo su quale sia meglio o peggio. Si tratta di un dato di fatto ormai conclamato.

In questo senso, X – A Sexy Horror Story si propone come vero e proprio film manifesto di questa epoca filmica legata all’horror. Cosa che lascia intendere sin dal primo momento, da una prima inquadratura fissa che riprende in (un finto) 4:3, una classica e inquietante casa di campagna.

Una lenta zommata ci svela però il trucco. Un trucco che riporta l’immagine nel canonico 16:9 e ci addentra dunque nel film. Brevi conversazioni tra poliziotti, un caldo afoso texano che si fa sentire anche sulla pelle di chi guarda. E quel classico fetore marcio, di cadaveri brutalmente massacrati e rinvenuti dentro una casa di campagna.

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Questo cambio di aspect ratio già lascia presagire che X – A Sexy Horror Story non è un film come un altro. Eppure, la telecamera di Ti West non si risparmia nel mostrare sangue ed omicidi, come l’horror richiedere. Lo spavento, la paura, il disgusto. C’è tutto ciò che rende il film un perfetto horror comune a tutti gli altri.

Ancor più se andiamo ad osservare come anche qui vi sia quel meraviglioso citazionismo che tanto diverte i cinefili più accaniti. Insomma, i crismi perfetti per l’ennesimo film horror stereotipato. La campagna americana, due vecchi pazzi, un gruppo di giovanotti che praticano il terribile sesso. E lo slasher è servito.

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È proprio qui che subentra l’importanza fondamentale del cinema postmoderno. Non il cosa ma il come. Non cosa viene raccontato ma come viene raccontato. Ecco quindi che Ti West si prende delle libertà specifiche e funzionali per raccontare l’horror attraverso l’horror. Le carte vengono cambiate e mescolate furiosamente, trascinandoci in uno spettacolo di sesso e sangue. Pulsioni primordiali, l’una antitesi dell’altro, e per questo collegate tra loro da sempre e per sempre.

Mano a mano che la storia scorre, tra rapporti carnali e violenza, X – A Sexy Horror Story ci mostra ciò che sta accadendo al cinema contemporaneo. Il vecchio che incontra il nuovo, lo stile grezzo dei film d’exploitation d’essai incontra quello più aulico e ricercato di oggigiorno. In tal senso, è emblematica una sequenza molto particolare e che apre le danze, rispetto quanto West ci vuole raccontare.

C’è una sontuosa Mia Goth, Maxine (ma anche la folle anziana Pearl) nel film, nuda che sta facendo un bagno nel fiume. La videocamera la inquadra fissa, dall’alto, rendendola quasi minuscola. Nel mentre, dalla destra, spunta un coccodrillo che la insegue. A contornare il tutto, un assordante silenzio. Nessun motivetto inquietante, nessun controcampo sul feroce anfibio e sulla protagonista.

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Il coccodrillo di Hooper, di quel piccolo gioiello b-movie a sua firma, viene dunque elaborato secondo uno stile più vicino all’horror di oggi. Immagini statiche, che osservano senza stacchi ciò che accade, generando tensione nello spettatore, ma in modo diverso rispetto al passato.

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Cambiano i tempi dunque, e Ti West lo sa. Lui, che ama sperimentare e sporcarsi le mani con i found footage (The Sacrament), confeziona quindi un film che è punto di rottura e amalgamo tra ciò che è stato e ciò che sarà. E per farlo, raccoglie quanto lasciato da un maestro come Tobe Hooper, tra il suo Non Aprite Quella Porta e il sopracitato Quel Motel Vicino Alla Palude.

Citazionismo dunque mai fine a sé stesso, con un’idea precisa e che va dritta al punto. E anche con un occhio di malizia, screziando il wanna-be cineasta RJ, che non vuole fare porno “ma vero cinema“. Per poi prendere consigli da chi invece il (non)cinema lo fa e viene indirettamente e inconsciamente denigrato da questo giovane studente di cinema. Lo scontro sempiterno tra i teorici e i pratici, tra chi pensa tanto e chi invece agisce, in altre parole.

In attesa del rilascio in sala di Pearl, presentato a Venezia con un buon successo di critica, e della chiusura finale dedicata a MaxXxine, godersi X – A Sexy Horror Story è quasi un must-to-watch obbligato per tutti. Non solo per chi ama l’horror ma anche e soprattutto per chi ama il cinema, la sua storia e il suo costante evolversi.

Cast

  • Mia Goth: Maxine & Pearl
  • Jenna Ortega: Lorraine
  • Brittany Snow: Bobby-Lynne
  • Kid Cude: Jackson
  • Stephen Ure: Howard
  • Martin Hennderson: Wayne

Trailer