Taylor Swift – Midnights | RECENSIONE

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Taylor Swift è quasi irriconoscibile nel suo nuovo album, Midnights: e va benissimo così

Prosegue la parabola di Taylor Swift, artista che del pop ha attraversato tutte le sfumature e ora, dopo quindici anni di carriera, trova ancora il modo di re-inventarsi in una veste inedita. Che è quella del genere cosiddetto dark pop, ossia la variante malinconica, cupa, introspettiva quando non apertamente oscura, appunto della musica commerciale (e specie femminile) di oggi.

Qualche esempio delle sfumature che se ne colgono in questo album? Billie Eilish, Halsey, Lorde (Anti-Hero sembra una canzone di Melodrama), Lana Del Rey (che compare anche in un succoso featuring, Snow on the Beach) e Tate McRae. Le sonorità sono quelle e vanno a braccetto con il concept dietro il disco.

Ossia, come raccontato dalla stessa Taylor, le ispirazioni tratte da tredici “notti insonni” della sua vita, rielaborate in questa collezione di canzoni dal carattere intenso e meditativo, fortemente pacato ma anche molto emotivo. Un disco musicalmente molto elettronico e synth, quasi anni ’10 nel suo richiamo di suoni anni ’80 e plastici.

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La cantante appare quindi aver superato il suo periodo di riscoperta folk e anche la ri-registrazione dei suoi primi album non sembra aver influenzato la produzione di un album che sembra invece quasi rifarsi alla sua fase più pop (1989, 2014; Reputation, 2017; Lover, 2019) ma con un approccio stavolta decisamente adeguato al sentire degli anni ’20.

Un sound quindi molto artificiale e questo nonostante l’immancabile presenza del produttore Jack Antonoff, che è noto al contrario per la produzione di suoni acustici e ispirati al rock più classico e al barocco. Chiaramente la Swift scende in questa arena del dark pop da outsider ma anche da esperta, come qualcuna che calca le scene da tempo sufficiente e può permettersi di cambiare così disinvoltamente.

I brani riusciti comunque ci sono e sono anche tanti, e la parte migliore è che probabilmente potrebbero tranquillamente trovare il favore del pubblico storico della cantante, persino forse dei fan che la seguono fedelmente da quando aveva quattoridici anni. Maroon, Vigilante Shit, Karma e Bejeweled sono i pezzi migliori di gran lunga.

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Ma la parte interessante che ci viene fatta intravedere è quella del futuro, perché con questo Midnights l’artista mostra di sapersi re-inventare prima, meglio e più volte rispetto a qualunque collega femmina o maschio o che dirsivoglia, senza perdere di vista stile e capacità che sempre l’hanno accompagnata fin qui.

Ed è proprio la capacità di cambiare e di adattarsi a suoni che magari non sono esattamente i propri, qui, da premiare. Al di là di una tracklist di riflessioni interessanti, forse a tratti un po’ ingenue, a volte però coraggiose: “It’s me, hi, I’m the problem, it’s me”, canta in Anti-Hero. Quel che certamente si può dire è che Taylor Swift si sta rivelando con gli anni una delle poche popstar in grado di trascendere il proprio genere, e non è poco.

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Taylor Swift – Midnights / Anno di pubblicazione: 2022 / Genere: Dark Pop