Horizon Forbidden West: spiegazione del finale [VIDEO]

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Gli Zenith sono infatti immortali, e in vita da mille anni. Tilda non ha mai sopito la sua passione per la perduta Elizabet e in Aloy rivede, ovviamente, la copia perfetta dell’amata scomparsa. Ecco perché le offre il suo aiuto, salvo svelarsi con un improvviso voltafaccia allorché la vera minaccia viene rivelata: Nemesi.

Si tratta di un esperimento fallito di transumanazione (trasferimento delle menti umane in una realtà digitale), abbandonato ma fattosi poi senziente, e mosso dal rancore e dalla vendetta. Infatti è stato Nemesi a riattivare ADE (in Zero Dawn) per distruggere la Terra; e ora sta arrivando dallo spazio per finire il lavoro.

Il piano di Tilda, eliminati gli altri Zenith, è quello di rapire Aloy e di fuggire con lei su un altro pianeta, dove iniziare una nuova vita idilliaca (ma chiaramente tossica) in quella che nella sua mente sarà la realizzazione di un sogno d’amore. Aloy ovviamente non ci sta, ed è costretta ad uccidere Tilda alla fine di un sanguinoso scontro.

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A questo punto rimane un nemico solo da affrontare. Nemesi è pericoloso, cangiante e spettrale: può rappresentare la fine definitiva per il pianeta Terra. Per fortuna, in un incredibile colpo di scena, il misterioso e potente Sylens decide di restare sulla Terra (voleva fuggire a sua volta, rubando la nave di Tilda) per aiutare Aloy e gli altri a difendere il mondo.

L’idea è quella di una collettività come risposta, sempre e comunque, efficace alle difficoltà. Collaborare, tenere il più possibile in considerazione le capacità e le diversità di ciascuno, è il modo migliore per affrontare ogni ostacolo. L’intero gioco comunica questa morale e il finale, con più di un riferimento al mondo reale di oggi, rende chiaro come non ci sia più tempo per metterla in dubbio.

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