GT7: Il Re è tornato! [RECENSIONE]

Le aspettative sono state ripagate

GT7 - Gran Turismo 7
Immagine creata in GT7 tramite la funzione Scapes
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La storia di Polyphony e di Kazunori Yamauchi è al limite della poesia. Questo perché il creatore della serie Gran Turismo è innanzitutto un vero pilota e appassionato di auto fin dalla tenera età. Questa passione la si può percepire in ogni titolo della serie proprio per i dettagli minuziosi del benché minimo particolare. Il primo iconico gioco aprì le porte a un vero e proprio genere di racing game, niente più idee di auto astratte o arcade “senza criterio”, per la prima volta il pubblico aveva davanti a sé un vero e proprio simulatore su console. Una miriade di auto reali, con specifiche reali, sfrecciavano su circuiti reali e/o, poi divenuti leggendari, creati ad hoc per il gioco. Una lunga storia fatta di luci e ombre che vede il suo culmine con l’ultimo uscito: GT7.

Gran Turismo 7 risulta come l’insieme di un lavoro di un’intera vita. Come ogni altro titolo della serie e forse ancora di più, in questo gioco si può assaporare quanto lo scopo reale di Yamauchi non sia confezionare un titolo di corse con tanti circuiti e tante auto, ma di far scoprire ogni lato di questa passione. Le più di 400 auto messe a disposizione del giocatore non sono quindi un mero strumento di corsa dove si sceglie quella più performante o quella più affine per cercare la vittoria (o meglio, non solo), GT7 offre molto di più. Altri giochi di automobilismo inseriscono una piccola descrizione del bolide, questo Gran Turismo fa di più, ne racconta una storia.

Periodi bui e rinascita

Come già anticipato, la serie di Gran Turismo è sempre stata un punto di riferimento per i giochi di corse. In passato però ha visto periodi difficili, soprattutto nel passaggio all’HD (come tantissime altre compagnie giapponesi). Dopo i primi 4 capitoli su PlayStation e PlayStation 2, GT5 e GT6 su PlayStation 3 evidenziarono diversi problemi di produzione dimostrando come altre realtà riuscissero meglio a tenere il passo con i tempi. Parliamoci chiaro, anche i giochi per la terza generazione di console Sony erano apprezzabilissimi, ma mostravano il fianco a problemi che derivavano dal passato della serie e da un approccio produttivo legato a esso.

PlayStation 4 non ha visto un numero principale per la serie fino all’uscita di questo GT7 e con Playstation 5 già sul mercato da un anno. GT Sport è stato un titolo importantissimo per lo studio e il lavoro svolto con quello spin-off è stato essenziale per GT7. L’ultima fatica di Yamauchi riflette in modo perfetto la tradizione della serie e un nuovo approccio produttivo iniziato con GT Sport.

Luci (riflettenti) e ombre

Partiamo con l’analisi prettamente tecnica. Abbiamo giocato il titolo su Ps5 con l’opzione Ray Tracing (che vi consigliamo). Questa scelta infatti va a influire semplicemente i replay e le immagini al di fuori della gara. Ci è sembrato quindi inutile, a meno di specifici bisogni, scegliere l’opzione Performance visto che il gameplay delle gare resterà, a prescindere, praticamente sempre ancorato ai 60fps. In futuro speriamo in una soluzione simile a quella vista in Spider-Man: Miles Morales che sacrifica la risoluzione a favore di Ray Tracing e fluidità così da avere gli stessi bellissimi riflessi anche in game.

Carrozzerie e cromature sono bellissime da scrutare e passare da un’auto all’altra, dal garage al concessionario, è pura poesia. I ragazzi di Polyphony non si sono trattenuti sulla rifinitura dei dettagli estetici. Ogni auto viene riproposta con una fedeltà sconvolgente. Questo lo si può rivivere anche in corsa dove, anche senza Ray Tracing, il risultato rimane decisamente ottimo. Purtroppo non mancano alcune sbavature. Alcune riprese dei circuiti sono da togliere il fiato, altre invece si concentrano su particolari poco definiti o che subiscono brutti pop-up. Stiamo parlando di problemi minori che però rompono un po’ il senso di bellezza creato dal team. Considerando le tante auto e i tanti circuiti il risultato visivo è decisamente superlativo.

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GT7: il piacere della guida

Togliamoci subito un sassolino parlando di gameplay. Non abbiamo capito la scelta dell’Always Online. Vero, ci sono eventi e obiettivi giornalieri ma ci sembrano non giustificare una scelta che potrà ripercuotersi in modo negativo sul futuro del gioco (cosa pur sempre sistemabile tramite patch) e che taglia fuori una, seppur piccolissima, fetta di pubblico.

Concentriamoci ora sull’aspetto principale del gioco, la guida. Chi ha provato GT Sport potrà trovare un feeling praticamente identico a livello di comandi. Come dichiarato e come abbiamo provato con mano, ci sono state alcune rifiniture che amplificano l’immersione. Il vento ora influisce in modo netto sulla guida ed è possibile monitorarne la forza e la direzione dal comodo HUD di gioco. Anche gli effetti atmosferici sono un aspetto enormemente migliorato (su GT Sport il meteo venne implementato addirittura diverso tempo dopo l’uscita) e che influisce notevolmente sulle gare. Passare da un circuito asciutto all’asfalto bagnato è una delle migliori sensazioni che il titolo può donare. Inoltre l’asfalto verrà bagnato in modo diverso in base alla sua conformazione rendendo più difficile la guida in alcune porzioni di pista.

La cosa più riuscita però è senza alcun dubbio la peculiare differenziazione di guida tra un modello e l’altro senza snaturarne la matrice “simulativa”. Siamo ben consci che Gran Turismo, al contrario dello storico sottotitolo, non sia un simulatore puro ma risulta il compromesso perfetto tra simulazione, divertimento e accessibilità. Sia col pad che con il volante il gioco riesce a donare un feeling unico nel suo genere che avvicina gli appassionati sia più tendenti agli arcade che quelli alla ricerca di più simulazione. L’IA non sembra brillare seppur migliore del passato ma, come già annunciato, siamo in attesa della rivoluzionaria Sophy, un’IA dedicata che porterà una vera e propria rivoluzione all’interno del gioco.

Le potenzialità di Ps5

GT7 è palesemente un titolo cross-gen e lo dimostra mettendo a confronto la versione Ps4 con quella next-gen. Le differenze ci sono e si vedono ma lo stacco non è così netto come ci si possa immaginare. Ma questa è una realtà comune a tutti i videogiochi a cavallo di due generazioni, vedremo le vere differenze rispetto al passato tra almeno 2 anni. Fatta questa premessa, al di là del “mero” aspetto grafico, ci sono 2 particolari di Ps5 sfruttati veramente bene: DualSense e Tempest Engine.

L’innovativo controller Ps5 viene sfruttato sapientemente dal team di Gran Turismo 7. Il pad viene pervaso da specifiche vibrazioni ogni qual volta effettuiamo una staccata, un avversario ci passa vicini, l’auto inizia a vibrare o passiamo su terreni accidentati. L’effetto sterrato e dei cordoli viene donato in modo superlativo ma la vera sorpresa l’abbiamo trovata nel circuito di Tokyo, ma anche altrove, dove il gioco dona un feeling perfetto al passaggio dell’auto sulle giunzioni della rete stradale, quelle presenti sulla maggior parte dei ponti.

La ciliegina sulla torta è donata poi dal Tempest Engine. Abbiamo fatto la prova dotati di cuffie Ps5. La combo DualSense e suono 3D è, così come in altri giochi che supportano entrambi, devastante. Sentire la direzione da dove si avvicinano gli avversari, il rombo del proprio motore, l’avvicinarsi alle barriere e la differenza di suoni all’interno di una galleria vale di per sé il prezzo del biglietto. Queste funzioni di GT7 sono quindi sfruttate in modo magistrale seppur ancora nessun titolo arrivi alla qualità di Astro’s Playroom sotto questo aspetto.

Guida che ti passa

Come già anticipato, il sistema di guida di GT7 è ben studiato. Parte della sua forza sta proprio nella stratificazione del gameplay riuscendo a riunire al suo cospetto sia neofiti che veterani dei racing game. Anche il grado di sfida va di pari passo. Se la campagna principale è prevalentemente semplice da completare, le sfide e la ricerca delle medaglie d’oro sono tutto un altro discorso. Come nei vecchi capitoli tornano le patenti, implementate questa volta in modo graduale e coerente con la campagna, accompagnate da missioni specifiche (molto simili alle patenti ma con un grado di sfida molto più difficile) e dall’inedito Music Rally.

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Questa nuova modalità ci riporta indietro nel tempo, ai giochi arcade dei cabinati come Out Run. L’incipit è semplice, percorrere più chilometri possibili finché suona la musica. Un Countdown seguirà la nostra guida e lo scadere del tempo (in realtà bpm a tempo di musica) ci farà perdere la prova. I classici checkpoint lungo il percorso ci daranno un po’ di tempo extra per poter proseguire. Un’aggiunta carina che riesce a far staccare un po’ dalle classiche gare ferro e fuoco.

GT7 + GT Sport

Lo spin-off si concentrava prevalentemente sulle corse online e quindi sul multiplayer. GT7 torna invece ai fasti di un tempo, a quel capolavoro di GT2 per la prima PlayStation. Al suo interno però riesce a inglobare quasi totalmente GT Sport migliorandolo in praticamente tutto o quasi. Online il sistema di penalità deve essere ancora sistemato a dovere e risulta peggiore addirittura del predecessore, quindi immaginiamo sia solo questione di tempo. La cosa positiva è il fatto che GT Sport fosse un vero e proprio gioiello nella sua funzione multiplayer e questo lascia ben sperare per il futuro di GT7 e il suo supporto (ricordiamo che Polyphony si è dimostrata molto attenta all’implementazione di tantissime patch migliorative e aggiuntive nei precedenti capitoli). Piacevole anche l’inserimento dei vari campioni che si competono il titolo mondiale, che ricordiamo essere in collaborazione diretta con la FIA, all’interno del gioco dove spicca il connazionale Valerio Gallo.

Un quadro quindi decisamente positivo. A impreziosire il tutto esiste anche una piccola modalità a schermo condiviso che ci lascia la possibilità, ormai sempre più remota, di giocare di fianco a un’altra persona. Purtroppo la modalità è ancora molto limitata e speriamo venga espansa in futuro. Stesso discorso per le gare che escono dal classico circuito stradale come per i pochi circuiti sterrati e per kart.

GT7: auto, storia e cultura

Possiamo disquisire all’infinito su quale gioco abbia il miglior sistema di guida. Siamo del parere che ogni titolo abbia i suoi punti di forza, che essi siano prettamente arcade o più simulativi. Il sistema di guida di GT7, come già detto, ci è parso coerente e divertente e tanto ci basta. C’è però un elemento che oscura le altre produzioni, ovviamente sotto questo aspetto. La passione del team e di Kazunori Yamauchi, come anticipato a inizio articolo, viene perfettamente riflessa nel gioco.

I vari riferimenti alla storia moderna dell’umanità e il parallelismo con l’evoluzione automobilistica è perfettamente strutturata in GT7. Oltre a divertire, il gioco trasmette tutta la cultura, la bellezza che c’è dietro l’automobile. Il flusso della storia moderna ha modificato negli anni il concetto di auto e a volte queste hanno veicolato eventi, mode e innovazioni trainanti per la società moderna.

Il GT Cafè presidiato dal proprietario Luca è l’emblema perfetto per tradurre tutto ciò. La progressione della campagna è dettata dai suoi menù, un parallelismo culturale all’arte culinaria. Perché spesso ci dimentichiamo che dietro ogni auto ci sono decine di menti che ne studiano ogni aspetto, come per film, musica e tantissime altre forme artistiche. L’auto è arte e cultura e GT7 è qui per farci emozionare di nuovo e ricordarcelo.

Logo PS5 Playstation 5

Gran Turismo 7 | Testato su PlayStation 5

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RECENSIONE
VOTO
9.0
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Niente Musica e niente Sci-Fi rendono Claudio pazzo furioso!
gt7-il-re-e-tornato-recensione-gran-turismoIl re è tornato! Gran Turismo 7 prende i buoni spunti di Sport inserendoli in quella che ci è parsa la miglior campagna single player dai tempi di GT4. La cura nei dettagli è il sistema di guida evoluto rispetto al passato sono tutto ciò che ci si aspetta dal perfezionista Kazunori Yamauchi.