Sanremo, Elio e la miglior vittoria mancata nella storia del Festival [VIDEO]

L'edizione del 1996 di Sanremo, sarà ricordata per sempre per l'esordio sull'Ariston (e la mancata vittoria) degli Elio e le Storie Tese.

Sanremo 1996: Elio e le storie tese
Gli Elio e le Storie Tese a Sanremo 1996
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L’edizione del 1996 del Festival di Sanremo è ricordata soprattutto per la partecipazione (la prima) degli Elio e le Storie Tese. Il “complessino” milanese si presenta così, invitati da Pippo Baudo, direttore artistico e conduttore in quegli anni, all’Ariston con quello che sarebbe diventato un classico del loro repertorio: La terra dei cachi.

Il gruppo godeva già di buona fama, soprattutto fra i più giovani. Con due album all’attivo e tanti concerti (anche se molto piccoli), si erano guadagnati un folto pubblico molto appassionato.

La genialità della canzone, la sua splendida ironia ed una orecchiabilità che l’ha resa appetibile anche al pubblico sanremese è sotto gli occhi di tutti. Gli ELST propongono, senza snaturarsi, un’autentica hit, sicuramente la canzone più ricordata di quell’edizione.

I membri del gruppo racconteranno che parteciparono al Festival con l’intenzione di non vincere. Presero, come spesso hanno fatto, il tutto con una vena molto ironica, facendo di tutto per non farsi apprezzare.

Elio dirà: “Noi non volevamo andarci, non c’entravamo col Festival, ma le pressioni erano tante, Pippo Baudo, i discografici… Ci siamo detti: andiamoci come in gita e facciamo una porcheria, come piace a noi. Nella testa di noi pazzi, quella era l’imitazione fatta male di una canzone impegnata, che però tanto impegnata non può essere, trattandosi del festival delle canzonette.

Scriviamo una marcetta, per noi il peggio possibile, e un elenco pedante di luoghi comuni sull’Italia, con giochi di parole davvero stupidi. Però la prima sera, dopo l’intro su ‘parcheggi abusivi… villette abusive’, quando parte ‘Italia sì Italia no’, le signore in prima fila iniziano a battere il tempo e io penso: ahia, qualcosa è andato storto.

Come raccontato da Elio, studiarono un arrangiamento particolare con l’immancabile Peppe Vessicchio, in modo da usare tutti gli strumenti dell’orchestra compreso il gong. A proposito Rocco Tanica dirà che “il suonatore di corno inglese non suonava dal 1968“. La canzone era stata concepita come parodia della canzone impegnata, ma fu evidente da subito che non fu capito.

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La prima, storica, esibizione degli ELST a Sanremo

Dopo la prima esecuzione (con il compianto Feiez sul palco), incredibilmente, la canzone si piazza in prima posizione. È un’autentica rivelazione, che verrà cantata e fischiettata da tutti in quei giorni.

Da qui comincia una serie di performance memorabili che i fan del complessino ricordano con grande affetto. Dal braccio finto di Elio al travestimento ad imitare i Rockets, gli ELST si confermano costantemente in prima posizione fino all’ultima serata.

Da ricordare anche la splendida esecuzione in 55 secondi. All’epoca a Sanremo era prevista un’esibizione di massimo 1 minuto in una delle serate. Il gruppo, per arginare questo problema e non cantare solo il ritornello velocizza sempre più l’esecuzione, fino a concluderla, appunto, in 55 secondi.

Versione poi incisa su disco (Eat the Phikis) con il titolo Neanche un minuto di non caco, con geniale citazione al Battisti di Neanche un minuto di non amore.

La canzone sembra conquistare tutti, fra lo stupore di Elio e compagnia, increduli che possano essere stati presi sul serio. Si arriva così all’ultima serata, con il complessino in piena corsa per la vittoria e dato ormai vincente da molti.

L’ultima esibizione

Al momento decisivo, però, Pippo Baudo annuncia gli ELST come secondi classificati. Lo stupore fra il pubblico deve essere stato molto, dopo giorni ininterrotti di dominio della canzone.

Il gruppo si presenta come sempre spavaldo sul palco, ma non è così difficile notare un po’ di tensione fra Baudo ed Elio. Qualcosa deve essere successo di sicuro. Elio e le Storie Tese si esibiscono comunque molto bene con quella che è ricordata come la “puzza edition“, con tanto di siparietto finale salutando “il grandissimo escluso Mangoni“.

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Gli ELST vincono anche il Premio della critica, che non basterà a calmare le acque nelle settimane successive.

Il dopo-Festival è infatti ricco di polemiche, per lo stupore della mancata vittoria di una delle canzoni più memorabili mai presentate ed un successo da suffragio da parte del pubblico.

Seguirono addirittura delle inchieste da parte dei Carabinieri, che pur sembravano sul punto di rivelare qualcosa di illecito. A quanto pare, infatti, i voti della zona di Bolzano non furono conteggiati. Al contempo pare furono molte le schede annullate per gli Elii, in quello che pare un tentativo (poi riuscito) di portare alla vittoria Ron e Tosca con Vorrei incontrarti tra cent’anni.

Sembra addirittura, ma il condizionale è d’obbligo, che lo stesso Pippo Baudo si sia operato in favore di quest’ultimo, impedendo al complessino di trionfare a Sanremo 1996.

L’inchiesta si sgonfiò molto presto, ma le polemiche e nuovi elementi non smisero di alimentare i dubbi sulla questione. I membri del gruppo, che comunque non daranno molta importanza al fatto, sono tornati sul fatto in alcune interviste.

Elio ha infatti dichiarato che “c’era stata un’indagine sulla classifica. Ci interrogarono e un investigatore mi confidò: avete vinto voi, ma non si può dire. Dopo anni, vedo Giorgia e mi fa: l’hanno detto anche a me.

La verità su quel Sanremo molto probabilmente non si saprà mai. Restano però una serie di esibizioni indimenticabili da parte di uno dei gruppi più amati e originali della musica italiana, che con la loro ironia e leggerezza hanno conquistato per la prima volta il grande pubblico.