La Regina degli Scacchi: Netflix dovrà affrontare la causa per diffamazione

Un giudice americano ha deciso di non arichiviare la causa di diffamazione mossa a Netflix e a La Regina degli Scacchi

La regina degli scacchi
Una scena da The Queen's Gambit (La Regina degli Scacchi)
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Qualche mese fa, subito l’arrivo su Netflix dell’apprezzatissima mini serie La Regina degli Scacchi, il Gran Maestro georgiano in azione negli anni ’70 Nona Gaprindashvili aveva deciso di fare causa per diffamazione alla piattaforma della grande N. Questo perchè, nell’episodio finale infatti, un commentatore dice parlando di Beth Harmon, la protagonista interpretata da Anya Taylor-Joy:

L’unica cosa insolita di lei, davvero, è il suo sesso. E anche questo non è un unicum in Russia. C’è Nona Gaprindashvili, ma è la campionessa mondiale femminile non ha mai affrontato uomini.

Si tratta a tutti gli effetti di un’affermazione è però falsa. Nel 1968 infatti, anno nel quale l’episodio è ambientato, la Gaprindashvili aveva gareggiato contro almeno 59 giocatori di scacchi maschi, inclusi 10 grandi maestri. Questo ha portato l’ex campionessa a citare in giudizio Netflix. Il gigante dello streaming ha dunque affermato che lo show era fittizio e quindi protetto dal Primo Emendamento. Netflix ha speigato inoltre che l’obiettivo del riferimento a lei nella serie era “far conoscere, non denigrare”.

Tuttavia il giudice distrettuale degli Stati Uniti Virginia A. Phillips ha deciso di non archiviare la causa sostenendo il contrario che la serie, sebbene sia un’opera di finzione, non fosse immune dalle conseguenze della realizzazione relative alla diffamazione.

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Netflix non cita, e la Corte non è a conoscenza, di alcun caso che precluda le richieste di diffamazione per la rappresentazione di persone reali in opere altrimenti di fantasia – ha spiegato il giudice. Il fatto che la serie fosse un’opera di fantasia non isola Netflix dalla responsabilità per diffamazione se tutti gli elementi di diffamazione sono altrimenti presenti

Uno spettatore medio potrebbe facilmente interpretare la battuta, così come sostenuto dalla querelante, portandolo a ‘denigrare i risultati della querelante’ e rafforzando lo stigma che le donne abbiano un distintivo di inferiorità’ che la donna americana immaginaria Harmon, ma non la querelante, possono superare. Per lo meno, la battuta è sprezzante dei risultati centrali per la reputazione del querelante. Nel contesto, quindi, Netflix ha dato l’impressione che stasse affermando fatti oggettivi.

Cosa ne pensate? Avevate notato questa battuta vedendo La Regina degli Scacchi? Secondo voi è davvero diffamante? Ditecelo nei commenti.