CHVRCHES – Screen Violence | RECENSIONE

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Credits: CHVRCHES / YouTube
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Screen Violence è il grande manifesto di paranoia synth programmato dai CHVRCHES per il 2021

Screen Violence è il quarto album dei CHVRCHES: un altro disco synthpop / indie pop costruito su fragilità personali e ritmi asettici anni ’80, ricreando l’ormai collaudata formula che vede la voce emotiva di Lauren Mayberry accompagnarsi agli ambiziosi arrangiamenti di Iain Cook e Martin Doherty. E sì, ancora una volta, funziona. Ma stavolta c’è di più, ossia quel che c’è di più per tutti noi: la pandemia.

I tre hanno lavorato a distanza, come una marea di altri artisti. La comunicazione forzata attraverso gli “schermi” è il filo conduttore delle tematiche del disco. Ossia, del tipo di paranoia che nella nostra epoca passa attraverso gli schermi medesimi. Inadeguatezza, solitudine, incompletezza, ansia e demotivazione si fanno sentire vivi più che mai su smartphone e pc, complici anche il continuo e forzato confronto con la realtà del resto del mondo e poche vicinanze, sempre intangibili.

Le canzoni di Screen Violence, allora, enfatizzano questi sentimenti al livello dell’orrifico, con video che riprendono i motivi di celebri film horror (e una collaborazione, non casuale, con John Carpenter). Sulla stessa linea, viene coinvolto sua maestà gotica Robert Smith, nella canzone che è probabilmente il fulcro dell’album: Try Not To Drown. Cerca di non annegare. Un mantra che molti di noi in questi mesi seguono e hanno seguito effettivamente annaspando.

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La band lascia spazio per la prima volta ad approcci strumentali più organici, come nella canzone summenzionata o nel pezzo di chiusura, Better If You Don’t. Se poi Nightmares li vede, forse per la prima volta, in un foray effettivo nel gothic rock, d’altra parte non mancano i brani indie pop perfetti per la classifica. Final Girl (come la final girl dei film horror); California; Asking For a Friend. L’ispirazione melodica dei tre come al solito è fuori discussione.

Altresì, la Mayberry trova il tempo di lanciare le sue usuali frecciate neo-femministe, più inarrestabile che mai, in He Said, She Said e Good Girls. Quattro anni dopo il #MeToo e tre dopo Love Is Dead (2018), il suo impegno su questo fronte è più vivo e scottante che mai. Ma ciò non toglie che il meglio della tracklist emerge quando la cantante e i due colleghi rendono il loro messaggio universale, diretto ad ambo i sessi (e oltre si intende, certo).

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In conclusione: non c’era da aspettarsi di meno. Ancora una volta i CHVRCHES non deludono con un album che cattura tutta la confusione e il senso di disorientamento dei nostri tempi. Il concept horror è in realtà solo una patina decorativa stesa sopra una lista tracce che del resto funziona già di per sé, senza bisogno di fronzoli. Le idee ci sono e sono ben concrete, non mancando di pungere sul vivo e di segnare i punti giusti. Per chi sa e vuole ascoltare, qui ci sono tutti il 2020 e il 2021.

CHVRCHES – Screen Violence / Anno di pubblicazione: 2021 / Genere: Synthpop, Indie Pop