I 13 migliori film del 1990 da vedere [LISTA]

Anche il 1990 inaugura un decennio denso di titoli immancabili a qualsiasi cinefilo. Vediamo 12 grandi titoli che vi daranno i brividi.

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10) Ju Dou – Zhāng Yìmóu, Fengliang Yang – (1990)

Ju Dou, Zhāng Yìmóu, Fengliang Yang

Siamo in un villaggio rurale della Cina degli inizi del XX secolo. Yang Jinshan (Li Wei), padrone sterile di una tintoria, è in cerca di un erede maschio. Perciò, l’uomo acquista una nuova moglie, Ju Dou (Gong Li), e la costringe ad assecondare i suoi desideri. La donna, però, comincia una pericolosa relazione con Yang Tianqing (Li Baotian), nipote di Jinshan…

Ju Dou è un doloroso film sul rapporto tra amore e società. Ju Dou viene infatti definita “animale” dal marito e trattata come tale, ma il regolare acquisto della donna sembra permettere tutto ciò. L’amore innocente tra lei e Tianqing, invece, si deve consumare in segreto perché un’eventuale scoperta porterebbe a conseguenze ben più gravi del pubblico disonore.

L’intreccio diventa via via sempre più fitto, soprattutto a partire dalla nascita del figlio tra Ju Dou e Yang Tianqing. Inizialmente sarà Yang Jinshan a riconoscersi come padre, ignaro della relazione che la società definirebbe fedifraga. Ma lo spettatore sa già tutto e non potrà che rimanere sconcertato per quanto accadrà in seguito.

Visivamente l’opera ha un’impronta fortemente meditativa e solenne. I due registi scelgono la camera fissa per una profonda introspezione dei personaggi e dello spettatore. Inoltre, Zhāng Yìmóu decide di ambientare le vicende in un periodo più ristretto del romanzo cui il film si ispira e colloca la storia in una tintoria. Tale luogo permette una fotografia artistica e uno studio dei colori accurato. In particolare, i drappi rossi sono una metafora della passione che arde tra i due infelici amanti.

11) The Garden – Derek Jarman (1990)

The Garden, Derek Jarman

The Garden è un film sperimentale antinarrativo ispirato ai vangeli di Marco e Luca e ad alcune visioni del regista. Vediamo infatti, Derek Jarman stesso addormentarsi in un letto nel bel mezzo del mare, circondato da figure umane che danzano con una fiaccola. Il film non ha dialoghi ma quasi solo voci fuori campo che recitano alcuni passi dei vangeli o battute originali.

Protagonisti della “vicenda” sono due amanti omosessuali, interpretati da Johnny Mills e Kevin Collins. Nel cast figura anche Tilda Swinton, allora attrice feticcio del regista, nel ruolo della Madonna. The Garden sostanzialmente ripercorre la Passione di Cristo, sostituendo però Gesù con i due amanti.

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Di primo acchito, il film parla della discriminazione nei confronti degli omosessuali ad opera di una società cattolica fortemente retrograda. Il senso di fede, poi, viene a perdersi a favore della ricchezza e del consumismo, come dimostrano i flagellatori vestiti da babbo natale. Tuttavia The Garden verte anche sul rapporto tra omosessualità e fede e su una loro ipotetica coesistenza.

Il “giardino” cui il titolo fa riferimento è in realtà un concetto molto stratificato. Si parte dall’Eden, per giungere al giardino di casa Jarman, location di gran parte del film. Poi si considera anche il “giardino” che ospita tutti gli amici di Jarman morti di AIDS e, infine, l’antitesi Natura-Dio. Lo stile del regista è fortemente onirico, surreale e contemplativo.

12) The Juniper Tree – Nietzchka Keene (1990)

The Juniper Tree, Nietzchka Keene

Nell’Islanda medievale, Margit (Björk) e Katia (Bryndis Petra Bragadóttir) fuggono di casa in seguito alla condanna al rogo della loro madre per stregoneria. Le due sorelle raggiungono un luogo sufficientemente remoto dove incontrano il vedovo Jóhann (Valdimar Örn Flygenring) e suo figlio Jónas (Geirlaug Sunna Þormar). Katia decide quindi di usare i suoi poteri magici su Jòhann…

The Juniper Tree è ispirato dalla violenta e tetra fiaba dei Fratelli Grimm, in italiano Il ginepro. La travagliata produzione indipendente del film durò diversi anni. Infatti, le riprese vennero concluse nel 1986, mentre il montaggio e la post-produzione finirono nel 1989, per poi uscire nel 1990. Nonostante il cast islandese, il film è stato girato interamente in lingua inglese.

Il lungometraggio tuttavia si discosta abbastanza dalla fiaba, soprattutto nella rappresentazione della matrigna Katia. Nell’opera letteraria, infatti, tale personaggio è perfido, mentre nel film è più una donna abbandonata al suo destino. Katia, infatti, usa i poteri magici per sfuggire al suo destino di incompresa, che l’avrebbe portata sicuramente sul rogo. Alcuni critici hanno perciò notato un ribaltamento femminista della fiaba dei Grimm.

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La regia della tristemente compianta Nietzchka Keene è fortemente contemplativa e si lascia ispirare piuttosto chiaramente da Ingmar Bergman e Carl Theodor Dreyer. Keene scelse il bianco e nero per accentuare la drammaticità delle vicende. Le lunghe inquadrature fisse, inoltre, conferiscono un taglio teatrale all’opera. The Juniper Tree, infine, vanta l’interpretazione d’esordio della cantante Björk.

13) King of New York – Abel Ferrara (1990)

King of New York, Abel Ferrara

Frank White (Christopher Walken) è un signore della droga che viene rilasciato dalla prigione di Rikers Island. Dati i lauti guadagni che il narcotraffico gli fruttava, l’uomo è fermamente risoluto nella decisione di tornare ai suoi vecchi affari. Ma ora sembra avere uno scopo: diventare sindaco di New York e finanziare la costruzione di un grande ospedale…

King of New York è un film che sembra ribaltare l’insegnamento platonico del “sovrano che deve essere filosofo o interessarsi alla filosofia”. Infatti, la pessimistica e disillusa idea di fondo sembra avanzare l’ipotesi che per governare New York serva un criminale dotato di morale e, soprattutto, antirazzista.

Frank White, infatti, intende utilizzare gli ingenti del narcotraffico per sovvenzionare un ospedale per aiutare i poveri. In più, egli non uccide nemmeno chi lo deruba, bensì gli offre un lavoro. E la polizia, rappresentante il sistema ha una condotta troppo discutibile per ambire ad alcun istanza di governo. Le lodi per la riuscita dei vari ruoli vanno rivolte chiaramente al preparatissimo cast di attori, tra cui Christopher Walken, Laurence Fishburne, Steve Buscemi, Giancarlo Esposito e David Caruso.

Lo stile di Abel Ferrara è spesso eccentrico ed esilarante, pensiamo al balletto di Frank dopo il rilascio o al mafioso che urina sulle scarpe del braccio destro di Frank. Chiudiamo con due aneddoti. Ferrara ha affermato che Donald Trump ha approvato le riprese all’Hotel Plaza senza commissioni a patto che Walken posasse con la sua ex moglie Ivana. Pare infatti che la donna fosse fan dell’attore. Infine, The Notorious B.I.G. adottò in un periodo della sua carriera lo pseudonimo “Frank White”.