Super Mario: le dieci musiche migliori della saga [ASCOLTA]

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10 tra le migliori composizioni create da Koji Kondo per il franchise di Mario

Siamo tutti d’accordo nel dire che le musiche dei giochi di Super Mario, composte dal maestro Koji Kondo, fanno parte della cultura comune. Tante di queste musiche, se non tutte, sono conosciute a memoria non solo dal giocatore medio, ma anche dalle persone “qualunque”. Ripassiamo insieme quelle che per noi sono le migliori.

10. Overworld (Super Mario Bros., 1985)

Per certi versi immancabile: la prima musica del primo livello del primo gioco per console interamente dedicato a Mario. Questa è la musica che, per generazioni di giocatori, ha segnato l’ingresso nel mondo strano e colorato dell’idraulico. Una melodia ballerina, fantasiosa ed eclettica. Un colpo di genio, il primo di tanti.

9. Underwater (Super Mario 64, 1996)

Il mondo sott’acqua di Super Mario 64 viene decorato da questa magnifica melodia astratta e celestiale, basata su arpeggi e suoni cristallini che danno tutta l’idea della spettacolarità di un ambiente sottomarino. Quando Mario emerge, notare, una ritmica sottile ma sostenuta segnala l’arrivo sulla terraferma.

8. Desert World (Super Mario Bros. 3, 1988)

Come da tradizione, in ogni gioco di Mario che si rispetti (o quasi) il secondo mondo vede l’idraulico inoltrarsi in una specie di deserto, con tutti i cliché del caso. Di certo ciò avviene in maniera più che memorabile nel terzo capitolo delle sue avventure, con una musica heavy synth funk fatta di quattro note e un basso potentissimo, che potrebbe venire dalla penna di Herbie Hancock.

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7. Underground (Super Mario World, 1990)

Nei sotterranei di Super Mario World, ci discostiamo molto dai suoni decisi e taglienti che troviamo classicamente in questo ambiente (vedi sotto). Invece, ci accoglie una ritmica che si può solo definire “rocciosa”, accompagnata da un sottile riff di chitarra (synth) con bending, che ricrea in versione appunto sotterranea la melodia della “luce del giorno”.

6. Overworld (Super Mario Bros. 2, 1988)

Questa è una delle poche musiche che ricorrono per la gran parte di Super Mario Bros. 2. Ragion per cui, la maggior parte di voi la conoscerà a dir poco a memoria. Le note sono sempre quelle, ma si apprezza bene come Kondo costruisce le sue melodie, le interseca e le fa inciampare su tempi costantemente variati. Per l’epoca, tanta roba.

5. Ghost House (Super Mario Wold, 1990)

Chi, a distanza di venti o trent’anni, nega di avere ancora i brividi, mente. I frequenti cambi di tonalità, il volume che va e viene, i suoni che scendono precipitosamente di tono e la melodia tremolante non potrebbero tradurre meglio le atmosfere opprimenti delle oscure case dei fantasmi di Super Mario World. Non siamo ai livelli di Lavandonia, ma ci andiamo molto vicino.

4. Rainbow Road (Super Mario Kart, 1992)

La leggendaria Rainbow Road, l’ultima pista del mitico Mario Kart. Come se già non bastasse la natura psichedelica del livello stesso, a coinvolgere e trascinare il giocatore in un mondo (per il ’92) totalmente inaspettato contribuisce questa composizione techno, che già di per sé pare studiata apposta per mettere un’incredibile fretta di arrivare al traguardo.

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3. Title Theme (Yoshi’s Island, 1995)

Una composizione eccezionale, questa per la schermata del titolo del magnifico Yoshi’s Island. Qui Kondo inzia con suoni e rumori oceanici, affidandosi in seguito a ritmi tribali e ad una melodia misteriosa per creare, alla perfezione, l’idea di lontananza e di viaggio in luoghi perduti, perfettamente in linea con i contenuti del gioco. Capolavoro.

2. Underground (Super Mario Bros. 1986)

Una colonna portante di tutto il franchise. Questo motivo disturbante e irregolare è probabimente noto ad ogni persona nel mondo che abbia meno di cinquant’anni, in quanto è l’unico (a parte il tema della stella) a ricorrere in praticamente ogni singolo titolo, sempre ri-arrangiato e rimodernato. Qui la prima versione in assoluto di quella che è nota come la musica del “sotterraneo”.

1. Bob-Omb Battlefield (Super Mario 64, 1996)

Il primo “livello” dello storico esordio di Mario in 3D assolve, con la musica d’accompagnamento, il difficile compito di rendere il passaggio alle tre dimensioni anche nei suoni. Ci riesce egregiamente con una composizione che non dura più solo un minuto di pattern ripetuti, ma è una vera e propria sinfonia jazz/fusion in miniatura. Un super-classico.

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