Emis Killa contro il politically correct: lo sfogo su Twitter

Emis Killa non le manda a dire sul "politicamente corretto"

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Credits: Emis Killa / YouTube
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Emis Killa parla di censura e politiclly correct

Come sapete quello del politically correct è uno dei temi centrali nel mondo di oggi, specie dopo il “caso Biancaneve“. Sull’argomento si esprime Emis Killa, con una serie di tweet polemici che intendono concentrare l’attenzione sull’ipocrisia che spesso anima la corsa al politicamente corretto.

“Sto politicamente corretto ha rotto il cazzo. Non ci si può sentire offesi per qualsiasi cosa” esordisce il rapper su Twitter. E prosegue: “Di sto passo va a finire che se uno stronzo ti mette le mani addosso e reagisci devi sperare che sia italiano, etero e atletico se no sei razzista, omofobo o bullo. E che cazzo”.

Da lì, aggiunge: “In tutto ciò rimuovono contenuti e immagini dai cartoni con accuse quali ‘baci non consensuali’, però a catechismo ti raccontano di una Vergine Maria che viene ingravidata a sua insaputa dallo spirito ‘santo’ e tutto fila liscio ugualmente. Ma andate a cagare e svegliatevi”.

Non ci si può sentire offesi per qualsiasi cosa

In conclusione, asserisce: “Riguardo i tweet appena condivisi, chiunque abbia un Q.I. Superiore a 28 capirà il senso delle mie parole e soprattutto che non c’è nessun attacco a nessuna minoranza/etnia/tipologia di persone. Sono per l’eguaglianza, nessuno escluso, ma non sono per l’ipocrisia o il vittimismo”.

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Si congeda dicendo: “Ora mi guardo Frozen con mia figlia e vi auguro una buona notte. Ps: speriamo nessuno si incazzi perché il pupazzo di neve l’han fatto bianco. Ciao” e aggiungendo una emoticon di un pupazzo di neve. Tutto questo nel corso della giornata di ieri. Oggi, neanche a farlo apposta, ha già riportato una risposta a tono a quanto da lui sostenuto.

Un utente di Twitter replica ai suoi messaggi scrivendo: “Disse l’uomo bianco etero privilegiato”. Emis Killa commenta così: “Ecco quello di cui parlavo. Non ho menzionato nulla e nessuno, solo fatto un affermazione generica e subito arriva qualcuno a reclamare la discriminazione. Che amarezza sto periodo”.