Ricky Gervais ancora contro la censura: “Non puoi andare a processo per una battuta”

Ricky Gervais riflette ancora sul senso delle numerose censure culturali dei nostri tempi

Ricky Gervais
Ricky Gervais in The Office UK
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Ricky Gervais si esprime ancora su posizioni critiche nei confronti dell’onda Cancel Culture

Come sappiamo, Ricky Gervais si è in più di una occasione dimostrato critico nei confronti delle numerose censure portate da Cancel Culture. Un movimento, o meglio un fenomeno, che negli ultimi mesi ha assunto sempre più rilevanza.

Battute, dichiarazioni o gesta infelici di celebrità che, commesse in passato, vanno oggi ammesse come colpe chiedendo scusa alle eventuali vittime. In alcuni casi però non basta, e si arriva al licenziamento o ad altre conseguenze negative simili per il “colpevole” in questione.

Ed è anche di questo che parla Gervais, comico e creatore di The Office e Afterlife, nei suoi commenti alla situazione: “Se si tratta di non guardare un comico perché non ti piace, quello è un diritto di tutti“, dice.

“Ma quando si cerca di far licenziare qualcuno solo perché non si gradisce la sua opinione su qualcosa che non ha niente a che fare con il suo lavoro, quello è ciò che io chiamo cancel culture, e non è ‘figo'”.

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Tu che spegni la TV non è censura. Tu che cerchi di far spegnere la TV agli altri, perché non ti piace qualcosa di quello che guardano, quello è differente. Tutti possono chiamarti stronzo, tutti possono smettere di guardare la tua roba”.

“Ma tu non dovresti andare a processo per aver detto una battuta che a qualcuno non è piaciuta. A questo siamo pericolosamente vicini: se non sei d’accordo con il diritto di qualcuno di dire qualcosa con cui non sei d’accordo, allora non sei d’accordo con la libertà di parola”.

Fonte: New Musical Express

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