Joaquin Phoenix a ruota libera sull’ansia e la lotta contro l’alcolismo

Joaquin Phoenix riabilitazione alcol
Frame da Vizio di Forma (2014), Credit to: Warner Bros
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Sotto i fari del palcoscenico con una chitarra trepidamente allacciata al busto, le goccioline di sudore iniziano a bruciare, e per un breve momento perdere la voce non sembra una realtà così lontana. Quei piccoli istanti pre-performance di Walk The Line (2005) sono forse alcuni dei più esemplificativi nella carriera di Joaquin Phoenix.

Una vita che definirla fuori dal comune sarebbe attenuante, tra viaggi intercontinentali a bordo di navi cargo durante l’infanzia e la morte prematura per overdose del giovane e talentuoso fratello River. L’attore premio Oscar parla per la prima volta in un intervista col British GQ del periodo più buio della sua vita, direttamente dopo la biopic su Johnny Cash, in cui una serie di eventi legati al suo abuso di alcol lo portarono a cercare aiuto in un centro riabilitativo.

Non mi sentivo più coinvolto col mondo e con me stesso nella maniera in cui volevo. Ero un idiota, andavo in giro a bere, cercavo di fottere la gente e frequentavo dei locali stupidi.

L’incidente e la riabilitazione

L’attore di Joker racconta di come una notte si ribaltò in macchina, e una volta uscito stava per accendersi una sigaretta affianco alla benzina che colava dal automobile, se non fosse stato per l’intervento di un passante:

Sentii una voce con accento tedesco che mi disse ‘calmati subito’, segnalandomi il potenziale pericolo in cui mi trovavo. Scoprì più tardi che era Werner Herzog.

Immediatamente dopo l’incidente (di cui parliamo approfonditamente qui) si iscrisse ad un centro di riabilitazione per dipendenze dall’alcol, intento a rimettere in sesto i suoi comportamenti. La terapia andò a buon fine e Phoenix smise di bere in modo compulsivo, oltre che abbandonare completamente l’uso di marijuana.

La sua seconda carriera

Negli anni successivi a Walk The Line, la filmografia di Phoenix non fu delle più persistenti, con una quasi totale assenza di ruoli da protagonista. A cavallo del nuovo decennio però, a partire dal mockumentary Io Sono Qui! (2010) in cui interpreta una caricatura estremizzata di se stesso che decide di abbandonare la recitazione e darsi all’hip-hop, l’attore riuscì a reinventare la sua carriera, diventando in poco tempo uno degli attori più rinomati al mondo grazie a performance come quelle in Lei (2013), The Master (2012), Vizio di Forma (2014), You Were Never Really Here (2017) e più recentemente nell’acclamato e pluripremiato Joker (2019), culmine del suo frequente ritratto di personaggi allo sbando sociale, mentale ed emotivo che ha caratterizzato gran parte dei suoi ruoli. Se la seconda metà della sua carriera ci mostra qualcosa, è la dedizione di Phoenix nel tenersi stretto traumi personali per sfogarli e trasformarli nella poesia che segna la sua recitazione.

In tempi recenti l’attore ha spesso parlato del suo essere vegano, nonché avido sostenitore delle campagne contro il maltrattamento degli animali in ambito di allevamento industriale.

Joaquin Phoenix e l’ansia

Sempre durante l’intervista a GQ, Joaquin Phoenix ha parlato dell’ansia che lo affligge. Le sue immense doti attoriali hanno spinto molti a credere che il suo comportamento fosse frutto di un’interpretazione. Phoenix, però, combatte davvero contro questa condizione ogni giorno.

L’attore ha infatti ammesso di soffrire di una vera e propria ansia paralizzante, che lo colpisce già settimane prima del primo giorno di riprese. Una volta iniziato il lavoro sul set, per le prime tre settimane, tendenzialmente, suda così tanto da dover applicare tamponi sotto le ascelle.

Una condizione che lo perseguita, ma che non gli ha impedito di diventare uno degli attori più amati ed apprezzati del panorama mondiale.

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