Qual è l’impatto del Covid sull’industria musicale?

Le conseguenze del coronavirus sull'industria musicale

Industria musicale in crisi
-Credits: guitar case / Pxfuel.com
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“Coronavirus”, “COVID-19”, “quarantena”, “contagio”. Queste sono le parole più digitate al momento sui motori di ricerca. Analizziamo insieme gli effetti che la pandemia avrà sull’intero music system.

Quanti di voi si ritrovano in mano un paio di biglietti già pagati? A quando sono stati rinviati i concerti dei vostri idoli? E quel festival dove tanto desideravate andare? Se può consolarvi, conosciamo la sensazione, e siamo addolorati tanto quanto voi. E sì, questi concerti live su Instagram non ci soddisfano per niente. Ovviamente, sappiamo bene che le nostre piccole rinunce sono nulla, se paragonate al dolore che stanno provando tante famiglie in questo drammatico momento. Ma bisogna riconoscere che, anche se non in egual misura, questo COVID e ha costretto un po’ tutti a sacrificare qualcosa. L’industria musicale è in profonda crisi per una lunga serie di motivi.

Per esempio..

Con migliaia di tour in tutto il mondo che sono già stati cancellati o rinviati, insieme a un numero crescente di festival, il futuro dell’industria musicale sembra desolante in questo momento di incertezza senza precedenti. Partiamo dalla categoria colpita più da vicino, i musicisti, la stragrande maggioranza dei quali figurano come liberi professionisti. “Senza concerti non si vive. Il coronavirus ci ridurrà sul lastrico” denuncia David Crosby. Poi ci sono i milioni di lavoratori dipendenti, pagati il più delle volte a eventi conclusi e per cui non esiste alcuna misura di sicurezza per coprire le perdite di reddito. Quindi troupe e operatori, che non riceveranno nessun aiuto per gli spettacoli cancellati. E chiaramente, non c’è possibilità di lavoro da casa per queste persone, per compensare una perdita di guadagno.

La pandemia da coronavirus si sta dimostrando la sfida più devastante di sempre per l’industria della musica dal vivo e la comunità creativa nel suo insieme. Esperti del settore e analisti finanziari hanno stimato che l’industria dell’intrattenimento dal vivo perderà miliardi: una ricaduta economica che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Prendete Live Nation: il colosso americano ha subito un calo dei prezzi delle azioni di oltre il 33% nel giro di pochi giorni. E sarà difficile risalire la nicchia.


Alcune delle cancellazioni più importanti e drammatiche includono Coachella, SXSW, Eurovision e Glastonbur.

Certo, tutti i biglietti verranno rimborsati completamente o rinviati a un evento dell’anno successivo (magra consolazione). Questo significa che se a novembre 2019 avete comprato i biglietti per Eric Clapton in concerto a Giugno 2020, ora vi tocca aspettare fino a Maggio 2021. Con la speranza che vostra madre/sorella/moglie/marito/fidanzato o chiunque altro condivida l’appartamento con voi, non li faccia sparire per mai più ritrovarli nel tentativo di mettere in ordine il vostro organizzatissimo caos.

Cosa succederà nei prossimi mesi?

In questo momento di enorme incertezza, l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che il numero di cancellazioni di eventi continuerà ad aumentare ogni giorno che passa. E considerate anche questo: l’avvento del digitale, dello streaming, della pirateria e altre stregonerie hanno costretto l’industria musicale ad un cambiamento RADICALE. La maggior parte degli introiti del settore, proveniva dalla vendita dei dischi, dalla promozione degli eventi e dal merchandising. Tutti gli ascolti su piattaforme di streaming et similia, non sono che una goccia nell’immenso oceano discografico: il tasso dello royalty è troppo basso per rappresentare una vera entrata per gli artisti. Senza contare poi, che dopo le disposizioni del 9 marzo, gli ascolti nello Stivale sono notevolmente ridotti. Il dato è preoccupante, e mostra come durante la permanenza in casa, il popolo italiano ascolti molta meno musica di quanto facesse prima.

La strategia dell’industria musicale non è ancora ben definita.

Per adesso, si occuperanno di rinviare i concerti, quando possibile, senza cancellarli. Non possiamo prevedere cosa accadrà da qui ad un anno; nella peggiore delle ipotesi, tutto il settore andrà rimodellato sulle nuove abitudini collettive. Non dimentichiamoci poi, che la tecnologia in qualche modo ci viene incontro. Molti artisti hanno già cominciato a fare concerti dal loro salotto, Elisa e Tommaso Paradiso hanno inciso un singolo addirittura. Jovanotti ha organizzato il suo Jova House Party, Bruce Springsteen ha regalato lo stream di un suo concerto. Francesca Michelin ha presentato su internet il suo disco, Feat.

Non sosituiranno mai le emozioni di un live, ma è un modo come un altro per connettersi con i fan. Rappresenteranno il futuro delle esibizioni dal vivo? No, non crediamo. Non siamo abituati a pagare per assistere ad una performance dallo schermo di un computer, anche se tante piattaforme sono già nate con questo scopo.

Noi siamo certi che torneremo presto a cantare a squarciagola i testi delle nostre canzoni preferite, tra palchi, scalinate, gente che poga e odori impossibili da definire. Con la speranza che le aziende su cui facciamo affidamento per eventi musicali di qualità, siano in grado di resistere a questa burrasca.

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