Fantozzi Ragionier Ugo, ritratto di una maschera eterna | Dossier

Ugo Fantozzi è uno di quei personaggi che hanno fatto la storia del cinema italiano. Abbiamo voluto omaggiare lui e Paolo Villaggio con questo dossier

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La summa di tutto: la sequenza della lettera di Natale

Nell’arco delle dieci pellicole, esiste un’unica sequenza capace di racchiudere le mille sfaccettature che abbiamo provato ad analizzare fin’ora? La scelta è tremendamente ardua ma, secondo noi, il momento che riassume tutto il Fantozzi-pensiero si trova nel primissimo film. Stiamo parlando dell’agrodolce scena de La lettera di Natale di Mariangela.

La sequenza è spietata, una delle più cattive della storia fantozziana. I mega direttori sono tutti riuniti a scambiarsi il simbolo della futilità: panettoni d’oro. Sono oggetti immangiabili, senza alcuno scopo, se non quello di ostentare la ricchezza e il grado di chi li possiede. Fuori, in attesa, ci sono tutti i dipendenti con i propri bambini che, dopo aver recitato una breve lettera di Natale, riceveranno un dono.

Arriva il turno di Mariangela, la figlia del Ragioniere derisa nell’arco dei molti film, anche dal suo stesso padre, imbarazzato dalla bruttezza che la fa somigliare ad una scimmia. Tuttavia, questa sequenza è diversa dalle altre. La messa in scena è pensata per fare male.

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La bimba entra da sola, indifesa e il padre rimane ad origliare per sentire se la piccola riesca a ricordare la poesia, sperando di far bella figura. Tuttavia, quello che sente sono solo gli schiamazzi dei grandi capi. Quando entra si ritrova davanti una dozzina di uomini di potere, che si dilettano a dileggiare una bambina, chiamandola Cita e tirandole noccioline, come si trattasse davvero di una scimmia.

Ugo entra e li zittisce con il suo sguardo truce, mai più ripreso dal Ragioniere, capace di esprimere tutta l’etica morale che lo contraddistingue. I suoi superiori restano attoniti, evidentemente imbarazzati da ciò che stanno facendo. Allora Fantozzi prende sotto braccio la figlia, va dall’altra parte del tavolo, a dimostrare la distanza tra lui e i direttori. E infine, con una smorfia disgustata, guarda negli occhi i superiori, porgendo gli auguri di Natale:

“I miei più servili auguri per un Distinto Natale e uno Spettabile anno nuovo”

Nessuno parla, nessuno risponde. I Mega Direttori sono impietriti davanti alla rettitudine dell’uomo in piedi davanti a loro. Fantozzi va via e, nel parcheggio, rassicura la bimba.

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– Papà ma chi era Cita?
– Eh beh, Cita… Cita Hayworth! Era una bellissima attrice americana. Ma io ti assicuro che tu sei molto… molto più bella di lei!… Forse!

In questi due minuti c’è tutto il Fantozzi che potrete mai trovare. C’è la critica a una società fondata sulle differenze di classe, sulla prepotenza dei ceti più abbienti. E il risultato è il ritratto di un’Italia di ignavi, sempre pronti a rivalersi sui più deboli, abusare di ogni minima posizione di potere. Nella sequenza di Natale c’è la lotta etica del Ragioniere, c’è la sua superiorità morale rispetto a quei grandi uomini di potere, pronti a deridere una bambina. C’è la superficialità della classe dirigente, la loro povertà d’animo. E soprattutto, c’è l’affetto per la famiglia e la sua fierezza come padre e uomo.

 

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