Fantozzi, Plinio Fernando: “Chiesi di poter fare un’altra parte”

Plinio Fernando, volto di Mariangela Fantozzi, nel 2017 raccontò di come, una volta scelto per la parte, chiese di fare altro

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Quella di Fantozzi è stata una delle saghe comiche più importanti della storia del nostro paese. La satira feroce, la comicità sfrenata, i personaggi iconici hanno permesso ai film con protagonista Paolo Villaggio di diventare ormai un pezzo fondamentale della nostra cultura. Gran merito di questo successo è da ricercare sicuramente negli attori che hanno accompagnato l’interprete genovese. Tra questi tra i più importanti c’è sicuramente Plinio Fernando, volto della figlia di Fantozzi, Mariangela. Sebbene sia ormai leggendaria la sua performance in quella parte, l’attore non era propriamente contento di essere stato scelto in quel ruolo. Subito dopo il funerale di Villaggio nel 2017, Fernando, che dopo la saga lasciò il cinema, raccontò infatti di aver chiesto alla produzione di poter fare altro.

Mi è dispiaciuto molto, sapevo che ultimamente non stava bene – aveva detto l’attore parlando della morte di VIllaggio. Lo conoscevo da 40 anni. Tra noi c’era un rapporto di stima, cordiale, di amicizia anche se superficiale, legata soprattutto ai film che giravamo. Tra di noi c’era più di una generazione di differenza, quindi avevamo interessi diversi e avevamo preso strade diverse. Credo che mancherà a tanti uno come lui

Fare film con lui è stata una parte della mia vita. Interpretavo la figlia di Fantozzi ma mi piacciono le belle donne. Quando ho saputo che dovevo interpretare la figlia ho chiesto di fare un altro ruolo ma il lavoro è lavoro. Era un lavoro come un altro. Mi scelse il regista Luciano Salce, dopo che mi presentai a un provino in via Monte Zebio, qui a Roma. E Paolo Villaggio fu subito d’accordo

Anche Anna Mazzamauro celeberrimo volto della Signorina Silvani nella saga di Fantozzi ha recenemente ricordato Villaggio in modo simile.

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Quando gli chiesi perché non ci frequentavamo fuori dal set, mi rispose: “Io frequento solo le persone ricche e famose”. Non sapevo mai quando scherzava o quando mostrava il lato più duro del suo carattere – aveva detto la Mazzamauro a Il Corriere della Sera . Come tutte le persone straordinariamente intelligenti, Paolo sapeva essere crudele. In più c’è da considerare che lui era emerso tardi, a quasi quarant’anni: era pervaso da una punta di rancore per tutto quello che aveva dovuto superare prima del successo

Paolo non era felice. Una volta stavamo girando a Courmayeur; mi si avvicinò e mi disse: “Strehler mi vuole con sé nel ruolo del buon soldato Svejk”. Io replicai: “Ottimo, tu sei il buon soldato della Megaditta. Gli dirai di sì, vero?”. Non rispose. Poi non se ne fece nulla: capii che a lui bastava aver ricevuto quella proposta. Era sazio solo perché un grande regista lo aveva chiamato. Sul lavoro era un uomo rispettosissimo: era lui che veniva nella mia roulotte a ripassare la parte, era lui che chiedeva al regista di rifare una scena perché io non ero emersa bene

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