Fantozzi: i 10 sketch più leggendari [VIDEO]

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Fantozzi ragioner Ugo, matricola 1001/bis, riassunto in dieci scene imperdibili

Fantozzi è leggenda. Non solo commento a tutto tondo di una certa italianità e del mondo del lavoro dagli anni ’70 in poi, ma anche rappresentazione memorabile di tutti gli aspetti della società del nostro paese in quegli anni, con uno sguardo cinico, malinconico ma anche immancabilmente destinato ad una visione comica: unica via di fuga da un’esistenza tanto misera.

Ed è misera la vita di Ugo Fantozzi, tra una moglie che non lo ama ma “lo stima moltissimo”, una gerarchia aziendale soffocante, amici spropositati e se possibile più ingenui e vittime inconsapevoli di quanto lo sia lui, e una carriera senza alcuna prospettiva segnata da eventi nefasti quando non addirittura quasi letali.

Eppure, Fantozzi trova sempre la forza di andare avanti. Tra tutte le disavventure, tutto quello che subisce e di fronte a rischi come quello di venir “crocifisso in sala mensa”, ci insegna che l’essere umano ha sempre in sé la capacità di affrontare e superare le avversità. Anche quelle più assurde, come possiamo vedere in queste sue classiche scene subito da riscoprire.

La gita in camper

Le tremende vacanze fantozziane, riassunte in una serie di disavventure davvero deprimenti e che ciònondimeno segnalano l’assoluta necessità di mantenere una facciata “umana” nella vita lavorativa asfissiante dell’Italia piccolo-borghese proletaria. Una gita umile e tremenda, ma sempre una gita.

Scapoli vs. Ammogliati

Una delle “terribili” iniziative di Filini, la partita si gioca in un campetto di periferia fangoso e malridotto, in condizioni tremende che rendono tutta l’idea dell’ipocrisia dietro ad organizzazioni del genere, studiate per rinsaldare lo spirito di gruppo lavorativo ma in realtà più che altro situazioni goffe che non fanno che aumentare il livello di stress.

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“Batti lei?”

Il più famoso esempio del “congiuntivo fantozziano”, parodia di una cortesia portata agli estremi in un contesto pretenziosamente nobile come quello del campo da tennis. “Ma che fa ragioniere, batti?” rimane una delle più celebri battute del cinema italiano, ma la sequenza è ricca di molte altre gustose gag.

“Vadi contessa, vadi”

Il celebre varo della nave non vede come protagonista Fantozzi ma la contessa Serbelloni Mazzanti vien dal Mare, che manca la mira ripetutamente e accende la cerimonia su motivi gore: “Mignolo netto dell’arcivescovo con anello pastorale”. Morale: “Fantozzi preferì attendere in acqua la conclusione della cerimonia”.

“92 minuti di applausi”

La pretenziosità di un impegno culturale aziendale rivolto verso il cinema d’autore (sovietico, peraltro) di altissimo livello culturale si scontra con il bisogno umano degli umili impiegati di avere semplice tempo libero per stare in santa pace. Il risultato: la celeberrima ribellione di Fantozzi e la conseguente altrettanto famosa ora e mezza abbondante di celebrazione. Uno dei suoi momenti migliori.

La caccia

Un’altra delle tante iniziative pseudo-aziendali legata stavolta anche a una tradizione tipicamente conservatrice, di un’Italia d’anteguerra e che infatti presto assume le dimensioni di una battaglia vera e propria, con armi da fuoco, in una competizione ai limiti del surreale. L’apice: “Un megalomane noleggiò un aereo da bombardamento”.

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Loris Batacchi

Andrea Roncato in uno dei suoi ruoli più memorabili, come seduttore impenitente di Mariangela, la figlia di Ugo e Pina, che qui viene affrontato dai genitori in tutta la sua volgarità. Loris Batacchi, questo il nome del personaggio, rimane protagonista di una delle vignette più memorabili della serie.

“Diabolico nell’amplesso”

La famosa comparsata di Diego Abatantuono in una versione particolare del suo famoso personaggio del “terruncello” come improbabile amante della signora Pina, con tanto di reiterata metafora a doppio senso legata alle varie forme di filoni di pane. Riuscirà Fantozzi a strappare la moglie dalle grinfie di questo irresistibile tamarro?

La terribile acqua Bertier

Costretto come accompagnatore al casinò di un nobiluomo di livello infinitamente superiore al suo, Fantozzi deve bere ripetutamente un’acqua gasatissima per fungere da portafortuna al gioco. Un chiaro esempio di servilismo fantozziano, che porta a conseguenze immancabilmente tragicomiche.

“Scusi, chi ha fatto palo?”

Una sequenza che arriva subito prima di quella della corazzata Potemkin, ma altrettanto celebre: Fantozzi si sta perdendo la partita e, costretto a correre al cineforum, non si accontenta di ascoltare in radio ma insiste per sapere ad un certo punto “chi ha fatto palo?” E sappiamo bene che risposta riceve.

Vi è piaciuta questa lista? Ci sono altre scene celebri legate a Fantozzi che avreste inserito? Fatecelo sapere su LaScimmiaPensa!