Diodato: recensione di Che Vita Meravigliosa

Fai Rumore, canzone con la quale Diodato ha vinto Sanremo, è su un piedistallo rispetto agli altri brani dell'album

Diodato
Copertina di Che Vita Meravigliosa di Diodato
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Il vincitore di Sanremo ha pubblicato l’album che vede Fai Rumore, canzone con cui ha vinto il Festival, il giorno di San Valentino.

Che Vita Meravigliosa è il nuovo album di Diodato, fresco vincitore di Sanremo. C’era molta curiosità verso il progetto per scoprire se il cantante aostano fosse riuscito a fare il grande salto di qualità. La grande visibilità di questi giorni ha girato ancora di più i riflettori su Diodato e un album che sulla carta poteva essere tutto o niente.

Partiamo subito dal presupposto che nessuno si aspettava una completa trasformazione del cantante. Diodato è pop nel modo più assoluto e classico ci si possa aspettare nel panorama italiano. Con il precedente disco si notavano alcune interessanti aperture a strumenti distorti e ricerca di minime sonorità elettroniche. Con Che Vita Meravigliosa si ha una marcia indietro preferendo un timbro più classico.

Tutto gira intorno a te.

Come ormai abituati da sempre, in Italia il pop passa prevalentemente da amori infranti e lettere agli amati. In questo nuovo album ci sono però alcune discrete sorprese che però non sono del tutto valorizzate. Si nota da subito la volontà di costruire l’intero progetto intorno al singolo da classifica, sulla canzone da presentare a Sanremo. Fai Rumore infatti si impone su tutte le altre canzoni sia per qualità sonora che per composizione musicale e vocale.

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Tra le migliori sorprese del disco possiamo trovare Alveari e Ciao, ci Vediamo. La prima risalta su tutte le altre canzoni per l’approccio elettronico, per il massiccio inserimento di synth. È anche la più veloce e ritmata dell’intero album. Il testo onirico e anche la voce viene modulata con più riverbero. Una direzione del genere su un intero disco porterebbe senza dubbi beneficio all’eventuale trasformazione di Diodato.

La secondo canzone su citata emula più i grandi classici del passato. Ciao, ci Vediamo è una trasposizione al maschile di una Loredana Berté in buona forma, un revival anni ’80 con un’ottima struttura vocale che entra subito in testa.

Poteva essere ma non è.

La Lascio a voi Questa Domenica è un’altra delle canzoni sicuramente da citare. Il testo si allinea alla moda del momento, la descrizione in modo leggero di una (tragica) vicenda locale. Niente di miracoloso ma purtroppo poco valorizzata da una base musicale molto, troppo, basica. Questa canzone più di tutte racchiude il rammarico verso un album che poteva regalare buone cose ma che si è accontentato di impacchettare il singolo di successo con tutto il resto intorno.

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Purtroppo le cose buone del disco, ce ne sono, vengono completamente svilite da una composizione musicale troppo basilare che non rischia nulla e che si adagia su meccaniche fin troppo consolidate in passato. Purtroppo nel 2020 ci si aspetta un’apertura diversa a nuove contaminazioni e a una qualità compositiva più ricercata. Questo è un peccato perché un artista come Diodato verrebbe senza alcun dubbio molto più valorizzato se affiancato da un compositore più ecclettico.

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