David Lynch: tutti i film dal “peggiore” al migliore

David Lynch è senza dubbio uno dei registi più visionari della storia. Nel giorno del suo compleanno lo omaggiamo stilando la nostra personale classifica

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I sogni, gli incubi, i Doppelgänger. Le città grigie, le strade notturne e i semafori. Drappi rossi e blu mossi da forze invisibili. Donne bellissime e pericolose, agenti speciali dell’FBI golosi di torte alla ciliegia e di caffè. Potremmo continuare ancora per molto nell’elencare le ossessioni e le tematiche che riempono la filmografia di David Lynch, uno dei registi più visionari della sua generazione e probabilmente uno degli ultimi a pensare e a raccontare il cinema per immagini, lavorando con tutti gli elementi che il cinema mette a disposizione: lo spazio, il suono e l’immagine, il colore e la musica, i tempi del linguaggio e del movimento. Porsi innanzi ad un film di Lynch è un’esperienza simile a quella che si vive in un sogno, un viaggio attraverso la luce e l’oscurità che genera e forma ognuno di noi. In questo articolo abbiamo deciso di riunire tutti i film del regista, da quello che consideriamo il “peggiore” a quello che riteniamo il migliore.

David Lynch: filmografia in classifica

Dune (1984)

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David Lynch al suo terzo film, dopo essere divenuto famoso pochi anni prima con The Elephant Man, prova a cimentarsi nel genere fantascientifico con una produzione faraonica. Dune è l’esperimento, purtroppo non riuscito, di rivitalizzare questo genere dopo l’enorme successo di George Lucas e del suo Guerre stellari, di cui fu noto proprio il rifiuto di Lynch per la regia de Il ritorno dello Jedi, terzo episodio della saga.

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La storia è tratta dal romanzo Dune, il primo capitolo del omonimo ciclo scritto da Frank Herbert, considerato all’epoca uno dei più celebri romanzi di fantascienza e ritenuto impossibile da trasporre sul grande schermo, sia per l’esigente e grande quantità di effetti speciali necessari, ma sopratutto per la notevole complessità della trama e per il particolare stile narrativo utilizzato da Herbert. Il risultato non è purtroppo all’altezza delle enormi aspettative. Nonostante il grande e svariato cast, i sontuosi costumi di scena, i mostri, gli effetti speciali creati da Carlo Rambaldi e le musiche dei Toto e di Brian Eno, il film non riesce a decollare.

La regia di Lynch, atta a voler ricercare con attenzione una determinata profondità tematica, trasforma la pellicola in un’opera pesante e noiosa. Indubbiamente affascinante e suggestivo dal punto di vista visivo, il film purtroppo presenta grossi problemi a causa dello scarso ritmo e della confusionaria e sfilacciata sceneggiatura. Inoltre, molti dialoghi sono poco avvincenti e incisivi, demerito anche di una prima parte fin troppo introduttiva oltre che soporifera; nella seconda parte l’incastro tra i vari eventi rende piatti i personaggi e confusionario il montaggio, penalizzato anche dalle difficoltà in post-produzione.

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Quello che doveva essere il capolavoro fantascientifico di David Lynch risulta così un kolossal infelice, tra i più dispendiosi e denigrati della storia del cinema. Insomma, un’occasione sprecata. Sprecata sia per la miopia dell’industria cinematografica, sia per la poca insistenza del regista nell’imporre la sua personale visione, che però gli permetterà di cambiare totalmente direzione di pensiero nei film a venire.