Scappo a casa: Aldo Baglio in una nuova dramedy anti-razzista

Scappo a casa
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Tra le novità al cinema dal 21 Marzo anche Scappo a casa: prima prova cinematografica di Aldo Baglio senza i fedeli Giovanni Storti e Giacomo Poretti.

Niente paura: l’esperienza di Scappo a casa non significa che Baglio abbia lasciato il gruppo. Il trio formato da Aldo, Giovanni e Giacomo, dopo oltre 25 anni di onorata carriera, ha semplicemente scelto una salutare pausa di riflessione. O meglio, per usare le parole di Aldo Baglio: un “anno sabbatico”. Con l’arrivo dell’estate, a 22 anni da Tre uomini e una gamba, i nostri eroi torneranno insieme sul set, pronti a girare una nuova commedia.

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Intanto Cataldo Baglio, meglio noto come Aldo, tenta la via del dramedy con Scappo a casa. Per la gioia dei fan, ritroveremo quell’inconfondibile maschera comica, la gestualità, le smorfie e lo sguardo che hanno reso celebre l’attore siciliano: perfetta fusione di palermitano emigrato e milanese imbruttito. Ma questa volta, Aldo Baglio ha deciso di sperimentare anche le sfumature più amare del grottesco, raccontando la strana storia di Michele: razzista che si ritrova nei panni del migrante per caso.

Scappo a casa

Aldo/Michele è un meccanico che ama la bella vita. Complici le lussuose auto prese in prestito dall’auto-officina, un rolex falso e un improbabile parrucchino, si diverte a collezionare belle donne e incontri sessuali via internet. Nonostante sia siciliano e terrone, è anche uno di quei razzisti che rimanderebbe gli africani a casa loro. Almeno, finché il destino non decide di giocargli uno scherzo crudele. Mentre si trova in trasferta a Budapest, Michele viene derubato di soldi, cellulare e documenti. Arrestato e identificato come tunisino, viene rinchiuso in un centro di accoglienza. Insieme a Mugambi (Jacky Ido), Babelle (Fatou N’Diaye) e Jamba (Mapunzo Betani), scoprirà cosa significa attraversare l’Europa dell’Est da clandestino, cercando di raggiungere il confine con l’Italia.

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Scappo a casa

Con Scappo a casa, Aldo Baglio e il regista Enrico Lando (che ha già diretto film e serie de I soliti Idioti) tentano così la fusione di gag e realismo, interludi comici e una vera riflessione sulla tragedia dei migranti in Europa. Il risultato, purtroppo, è un tremendo pasticcio. Non si ride abbastanza per un film comico, mentre il versante drammatico resta totalmente privo di mordente. Se pure i personaggi secondari sono meno didascalici di quanto ci si potesse aspettare, l’intreccio è irrimediabilmente lento, poco efficace. E dopo l’Oscar a Green Book, il confronto con un film come Scappo a casa è davvero impietoso. Con la sensazione amara di aver visto l’ennesimo, superficiale film italiano: incapace di approfondire, ma anche di intrattenere.

Provaci ancora, Al. Non vediamo l’ora di vedere il prossimo film di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo.

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