Ariana Grande e i guilty pleasures del pop – La recensione di Thank U, Next

Ariana Grande
Ariana Grande - Credits: Emma Sheehan
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Il disco di Ariana Grande è, all’ascolto, colpevolmente riuscito.

Niente da fare, e sì che ci abbiamo provato: è impossibile dire male dell’ultimo disco di Ariana Grande. La popstar, attualmente identificabile tranquillamente come l’artista femminile numero uno al mondo (se non in termini di traguardi artistici, certo in termini di successo commerciale), sta attraversando un periodo di enorme popolarità. Sarebbe a questo punto il caso di azzardarsi a dire che, già nella sua canzone God Is a Woman, Ariana Grande identificasse sé stessa come la “woman” nel titolo.

La vetta delle charts, i milioni di followers, le visualizzazioni dei suoi video su YouTube che stanno battendo ogni record. La cantante, che ha appena 25 anni, si trova all’apice assoluto della fama e del successo. Certo, e questo è l’altro lato della medaglia, il merito non è esclusivamente suo. Ariana Grande è più una cantante pop in senso classico, che una cantautrice. La sua musica si inscrive più nel solco di celebri popstar come Madonna, Britney Spears e Rihanna, che in quello di artiste più “rock” come Kate Bush, PJ Harvey o St. Vincent.

Ariana Grande è “pop” fino al midollo, e la cosa le sta benissimo. Vuole piacere, sa piacere; e sa a chi affidarsi per riuscirci. La logica del prodotto musicale “commerciale”, che esiste più o meno da quando esiste la possibilità di registrare il suono, le mette a disposizione un’intera industria fatta di autori, co-autori, strumentisti, produttori, tecnici del suono, per creare la musica perfetta. In questo disco, tra gli uni e gli altri, sono più di cinquanta, e naturalmente riescono alla perfezione nell’impresa.

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Un prodotto perfettamente studiato e confezionato.

Thank U, Next è come un negozio di dolciumi. Le canzoni sono fatte per essere assaporate, gustate, consumate. Sensuali, a tratti erotiche, sempre orecchiabili, spesso ballabili, a volte malinconiche, a volte disinvoltamente auto-celebrative. Un occhio di riguardo viene usato al trap soul e alla bass music, virando costantemente verso colori sonori caldi, accoglienti, a tinte rosse e morbide. Difficile dire quale canzone funzioni meglio: Bloodline, Fake Smile, Make Up, In My Head, 7 Rings, Thank U, Next, Break Up with Your Girlfriend, I’m Bored, sono tutti potenziali “instant classics”.

Abbastanza inutile fermarsi a constatare che le sonorità sono ripetitive, le progressioni di accordi scontante, i temi trattati banali. Perché, appunto, sarebbe come andare nel succitato negozio di dolciumi e lamentarsi perché le caramelle hanno troppi zuccheri. Il fatto è: se non vi piace, non entrateci proprio. Qui il punto semplicemente non è questo: parliamo di musica pop, la musica da alcuni (molti) identificata come strumento di oppressione del sistema consumistico.

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Ma una volta stabilito questo, anche ammesso che così sia, è impossibile non apprezzare la perfetta levigatura dei suoni, il modo in cui le influenze della musica contemporanea e le sonorità alla moda vengono tutte coinvolte e intrecciate in un insieme omogeneo. E quando poi, da tutto questo, si riesce a ricavare perfette hit da classifica (adeguatamente sostenute da una macchina promozionale che non ha rivali), ci si trova di fronte a qualcosa di inattaccabile.

Una volta di più, lo ripetiamo: non vi piace il pop? Non ascoltatelo. Non vi piace Ariana Grande? Dimenticatela. La musica in classifica vi fa schifo? Disertatela. Ne avete facoltà. Ma se riuscite ad andare oltre le posizioni ideologiche, e ad apprezzare la musica solo per quello che è, e cioè un insieme di suoni (perché d’altra parte in questo disco non c’è molto di più), Thank U, Next è assolutamente un album da ascoltare.

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Ariana Grande – Thank U, Next / Anno di pubblicazione: 2019 / Genere: Pop