Godless | 5 motivi per guardare il western di Netflix che vi eravate persi

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Godless è una miniserie televisiva di genere western, prodotta nel 2017 da Netflix e ideata da Steven Soderbergh e Scott Frank.

1884, La Belle (New Mexico)

La tranquillità della semi-abbandonata cittadina di La Belle viene interrotta dall’arrivo di Roy Goode (Jack O’Connel), un giovane e fenomenale pistolero arrivato in città per nascondersi dalla furia dell’uomo più famigerato di tutto il West: Frank Griffin.

Quest’ultimo è uno dei fuorilegge più temuti in circolazione, e si avvale della collaborazione di 30 uomini per spazzare via e bruciare intere cittadine.

Roy entrò nel gruppo quando era ancora un ragazzino orfano e indifeso, con Frank Griffin che decise di prenderlo sotto la propria ala, facendogli da padre adottivo e mentore.

Un giorno, molti anni dopo, Roy Goode decide di staccarsi da quella che negli ultimi anni era diventata la sua famiglia, e boicotta l’attacco ad un treno pieno di banconote ferendo gravemente Frank ad un braccio.

Inizia una vera e propria caccia all’uomo.

Godless è una miniserie girata magistralmente, con attori straordinari e un’ambientazione mozzafiato. Ha ottenuto numerose statuette agli Emmy 2018, e La Scimmia ha il piacere di indicarvi 5 validi motivi per darle una concreta opportunità.

1. È una serie Netflix “atipica”

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Netflix ci ha spesso abituati a serie tv “vorrei ma non posso”, cercando di prediligere contenuti visibili alla maggior parte del pubblico, senza eccessiva crudezza o violenza.

Godless esula da queste caratteristiche, avendo infatti ottenuto più responsi positivi dalla critica che non dal pubblico. È un western moderno, sporco e un po’ di nicchia, con una trama solida che non vi darà mai la possibilità di annoiarvi. Non è diventato virale come Stranger Things o La Casa di Carta, ma non fatevi scoraggiare.

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2. Potere alle donne

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La Belle è una cittadina del New Mexico popolata da sole donne. Tutti gli uomini sono scomparsi a seguito di un incidente causato dal crollo della miniera dove lavoravano, costringendoli ad abbandonare prematuramente mogli e figli.

Da quel momento le vedove si sono fatte forza e hanno preso in mano gli interessi di questa ambita città mineraria, lottando con le unghie e con i denti per proteggere il proprio territorio.

Ultimamente abbiamo visto prodotti che hanno messo in primo piano delle donne forti solo ed esclusivamente per rispettare delle politiche di marketing o esigenze televisive, ma con scarsi risultati a livello di trama. Il reboot di The Ghostbusters e Ocean’s Eight ne sono l’esempio lampante. In questo caso invece, queste figure hanno una parte fondamentale, coerente e insostituibile all’interno dell’intero racconto.

3. Frank Griffin

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“This ain’t my death”

Ogni serie tv che si rispetti deve avere un villain carismatico e all’altezza del compito; Frank Griffin lo è certamente, interpretato da un Jeff Daniels davvero straordinario.

Bandito ricercatissimo, possiede una personalità molto complessa e una cattiveria senza eguali. Da bambino vide uccidere i genitori davanti ai propri occhi e questo evento lo traumatizzò moltissimo, tant’è che da allora recluta ragazzi orfani o con grossi problemi familiari per cercare di aiutarli.

È convinto di aver “visto” come sarà la sua morte, il che lo porta ad essere tranquillo anche in momenti di forte difficoltà. L’elemento affascinante di questo personaggio risiede nella sua gentilezza nei confronti delle persone bisognose, che aiuta senza chiedere nulla in cambio e, per questo, viene spesso scambiato per un pastore. Gli è stato amputato un braccio a causa di una ferita d’arma da fuoco infertagli da Roy Goode, il figliol prodigo che lo ha tradito. Frank ha promesso di ritrovalo; a costo di radere al suolo chiunque gli dia aiuto o asilo.

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4. Ambientazione

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Una delle caratteristiche che rendono Godless una serie tv estremamente affascinante è sicuramente l’ambientazione. Siamo in New Mexico, nel più classico degli scenari western: si viaggia a cavallo e ben armati, non ci sono regole, e al posto delle strade ci sono interminabili vie sabbiose.

La scenografia è curata in maniera impeccabile; ogni dettaglio, ambiente o oggetto di scena è estremamente studiato e ricercato. Tutto questo permetterà di immergervi in uno dei periodi più amati dagli spettatori, che in passato ha saputo regalare degli indimenticabili capolavori.

5. Fotografia

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Una speciale menzione va dedicata alla straordinaria fotografia, curata da Steven Meizler. Oltre a riprese spesso caratterizzate da giochi di luci e ombre, anche l’intensità dei colori varia a seconda del momento storico raccontato. Durante i numerosi flashback infatti, che ci raccontano il passato e le vicende dei protagonisti, la fotografia si fa quasi “seppiata”, molto vicino al bianco e nero, tenendo vivo solo il colore rosso del sangue versato in battaglia.

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