Mary e il Fiore della Strega – Recensione in anteprima del primo film del nuovo studio Ghibli

Fiore della Strega
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Dal 14 al 20 Giugno ci sarà come evento al cinema Mary e il Fiore della Strega, il nuovo film di Hiromasa Yonebayashi, regista ed animatore nato allo studio Ghibli, ora confluito nello studio Ponoc.

Lo studio Ponoc nasce grazie al regista e a Yoshiaki Nishimura, noto produttore cinematografico. Vi sono confluiti moltissimi animatori dello studio Ghibli e questo film rappresenta proprio i primi sforzi di questo nuovo studio. La morte di Isao Takahata è stata un durissimo colpo per il mondo dell’animazione e le fotografie della scrivania dello studio Ghibli vuota sono ancora un’immagine che fatica a lasciare la mente.

Mary e il Fiore della Strega è basato su “La piccola scopa” di Mary Stewart, grandissima autrice britannica autore anche del ciclo delle opere di Merlino.

La storia ci racconta di Mary, piccola ragazza di dieci anni caratterizzata dalla voglia di fare, da un umorismo folgorante e da degli spettinati capelli rossi, che combina moltissimi disastri e per questo non sempre è vista di buon occhio.

Fiore della Strega
Mary combina disastri anche nel giardino di casa

Un giorno però decide di seguire Tib e Gib, due simpatici gattini, nel bel mezzo della foresta, dove trova un fiore azzurro molto strano. Il giorno dopo sparisce uno dei due gattini, che sono di proprietà di Peter, un ragazzo del paese, e quando Mary torna nel bosco per cercarlo trova una scopa nascosta dentro ai rovi.  La scopa è però incantata e trasporta Mary su nel cielo fino all’Endors College, dove trova Madama Mumblechook, la rettrice, e il Dottor Dee.

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Fiore della Strega
La rettrice  Madama Mumblechook

Questi la credono una maga potentissima e la portano in visita nella scuola dove Mary inizia a mostrare anche le sue doti magiche.

Quando però i due scoprono che il potere di Mary si è generato solamente grazie allo strano fiore, imprigionano Peter, in modo da ottenere il potentissimo fiore. Il fiore, detto Fiore della Strega, è un potentissimo mezzo per compiere esperimenti metamorfici sugli studenti, che i professori avevano abbandonato perché credevano che il fiore si fosse estinto. Mary dovrà dunque lottare per salvare il suo amico e per evitare che i due malvagi maghi effettuino esperimenti metamorfici sugli studenti.

Fiore della Strega
Mary che parte sulla scopa

La prima osservazione da fare è certamente quella che riguarda la vicinanza allo studio Ghibli.

I vent’anni trascorsi a fianco di Miyazaki sono stati messi a frutto in tutta la loro passione ed esperienza. Impossibile infatti non vedere i rimandi al grandissimo regista, in particolare a Kiki: consegne a domicilio ed alla Città incantata.

Il prodotto che ne viene fuori è certamente vincente: tra rimandi alle fiabe europee e grandi animazioni e paesaggi il film non lascia mai spazio alla noia. I paesaggi mozzafiato hanno il fondo di una ricerca cromatica che stupisce lasciando senza parole, e persino l’azione è sempre ad ottimo livello. Alcune volte il disegno sembra risentirne, con delle fisionomie non troppo corrispondenti alla realtà e certamente rese inferiori a quelle dello Studio Ghibli, pressoché perfette.

Ritorna anche un tema caro alla cultura orientale, come quello della magia negativa, della scienza che sorpassa ogni confine e proprio per amore del potere rovina e distrugge le vite delle persone.

La magia, che in questo film fa sorridere per l’evidente somiglianza a quella della Hogwarts di Harry Potter, si trasforma successivamente in tutt’altro e soprattutto in una materia carica di negatività.

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Ma è proprio qui che il film fallisce, poiché si vede solo un pallido velo della metafisicità e della filosofia che domina prepotentemente le opere del grande Miyazaki. E nonostante il tema appena citato sembri voler tornare sulle ombre dello studio Ghibli, Mary ed il Fiore della Strega crolla là dove film come Il mio vicino Totaro, La città incantata e Il Castello Errante di Howl avevano trionfato, con i loro attimi surreali e incantati, riflessivi e meravigliosi. Manca quindi la componente filosofica che riusciva a rendere i film di animazione Ghibli identificativi ed apprezzabili anche da un pubblico più adulto, mentre qui il film sarà certamente più gradito ai bambini.

Inoltre sembra risentire dell’ostinata dedizione che Miyazaki dava al disegno svolto a mano, uno dei motivi che forse ha anche portato a una rottura nello studio Ghibli e di cui qui è ben visibile la mancanza in alcuni interventi digitali.

Fiore della Strega
Il fiore della Strega

In futuro si potrà osservare se anche Yonebayashi sarà in grado di fornire quel tocco artistico tanto amato che Miyazaki ha sempre saputo regalare. Di certo lo studio Ponoc ha un’eredità molto importante alle spalle, speriamo che l’influenza sia forte.