Quando l’auto di Vic Vega fu rubata dal set di Pulp Fiction

Pulp Fiction
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Per tutti noi amanti del cinema, quando sentiamo parlare di Pulp Fiction (qui la nostra recensione), la prima cosa che ci viene in mente è la misteriosa valigetta di Marsellus Wallace.

Protetta a suon di proiettili da due efficienti “scagnozzi” in abito scuro, Vincent Vega e Jules Winnfield, il suo contenuto non viene mai svelato, destando la nostra curiosità. Ma in realtà il vero mistero che ruota intorno al film è un altro. Sicuramente tutti avete ben presente la macchina rossa fiammante di Vincent Vega, una Chevelle Malibu del 1964, posseduta dello stesso Quentin Tarantino. La macchina è al centro di alcune delle sequenze più memorabili del film, e insieme alla valigetta è da considerarsi un elemento importantissimo.

Poco dopo le riprese del film, nel 1994, l’auto è stata rubata di fronte alla casa del regista Tarantino. Il crimine è rimasto irrisolto e quasi del tutto dimenticato per molti anni, esattamente per 19 anni.

Pulp Fiction

Nel 2013 il vice sceriffo Carlos Arrieta a Victorville in California notò due uomini sospetti vicino ad una Chevelle Malibu decappottabile rossa. Arrieta, sospettando che si trattasse di un furto d’auto, prese il numero di identificazione del veicolo e  interrogò i due uomini. Uno dei due sospettati continuava ad affermare insistentemente che l’auto fosse sua fin dagli anni ’70. Intanto, controllando il numero di identificazione del veicolo con i registri ufficiali, venne fuori qualcosa di strano: con quello stesso numero era contrassegnata un’altra auto a Oakland, California.

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A questo punto il vice sceriffo Arrieta, capendo che c’era sotto qualcosa, trasferì il caso alla California Highway Patrol e ben presto si capì cosa era successo: il numero di identificazione della Chevelle Malibu di Victorville era stato copiato e attribuito illegalmente ad un’altra Chevelle Malibu – rubata – che era registrata a nome di Bill Hemenez a Oakland.

Allora il CHP (California Highway Patrol) decise di comunicare il fatto alle autorità della Bay Area che andarono a fare una visita al proprietario della Malibu “clonata” a Oakland, Bill Hemenez.

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Appena arrivati sul posto, nel vialetto di casa, era parcheggiata niente meno che la decappottabile Chevelle Malibu rosso ciliegia di Quentin Tarantino. Il proprietario Hemenez l’aveva acquistata nel 2001 da un collezionista privato e non aveva idea né che la macchina avesse un numero di identificazione duplicato, né tanto meno che fosse stata rubata.

Inoltre non aveva mai visto Pulp Fiction, né aveva mai sentito parlare di Quentin Tarantino!!

Quindi nel 2013, dopo esattamente 19 anni dal furto, la rossa Chevrolet Chevelle Malibu posseduta da Vincent Vega in Pulp Fiction è potuta ritornare nelle mani del legittimo proprietario, Quentin Tarantino.

Dopo che il caso si era risolto, l’uomo interrogato di Victorville è stato arrestato per altre accuse non correlate. Bill Hemenez invece è stato ripulito da ogni illecito, ritenuto vittima di una frode. Rimase però parecchio sconvolto. Si vide sequestrare la Chevelle Malibu tanto amata, che aveva portato in mostra a numerosi show e per la cui manutenzione aveva speso più di $40.000! Ha tentato anche di ottenere una copertura, dopo il sequestro della macchina, dalla propria compagnia di assicurazione, ma il tentativo è fallito; “noi non assicuriamo auto rubate” gli risposero.

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“Vorrei solo che Tarantino o chi per lui si facesse avanti e dicesse “Ehi grazie per esserti preso cura della mia macchina”. Può tenere la macchina, dopo tutto non era mia, ma almeno interessarsi al tizio che si è preso così tanta cura di una sua proprietà“, dice Hemenez, “comunque sono felice che abbia riavuto la sua macchina, almeno posso dire di aver guidato l’auto guidata da John Travolta – quanti possono dire lo stesso?.

Per quanto riguarda forse il vero eroe di tutta questa storia, il vice sceriffo Arrieta, si è espresso così il sergente Albert Anolin, quando intervistato dal giornale locale, il San Bernardino County Sun: “Il sergente Arrieta ha fatto davvero un ottimo lavoro, ha preso quello che molti avrebbero considerato un caso minore e l’ha seguito fino a quando non è diventato molto più grande“.