Free Fire – La recensione

Free Fire - La recensione - Ben Wheatley torna al cinema con un film prodotto da Martin Scorsese tra folli personaggi ed un lungo stallo.

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Ben Wheatley torna al cinema con il suo Free Fire, action con elementi da commedia prodotto da Martin Scorsese.

Con un’idea semplice alla base, Wheatley tenta di rievocare il primissimo Tarantino e costruire personaggi alla Guy Ritchie, riuscendoci soltanto in parte.

Free Fire è distribuito in Italia da Movies Inspired ed è uscito in sala il 7 dicembre 2017. In precedenza aveva chiuso la 34esima edizione del TFF.

La storia è ambientata nel 1978 a Boston, dove un gruppo appartenente all’IRA (Cillian Murphy, Michael Smiley) cerca un aggancio per acquistare delle armi. Fuori da una fabbrica abbandonata si incontrano con Justine (Brie Larson), che farà da intermediaria. Una volta dentro, la tensione tra acquirenti e venditori aumenterà sempre di più a causa di un sgarro subito da uno degli uomini dei venditori, che tenterà di vendicare la violenza subita dalla cugino la notte precedente. L’affare, inevitabilmente, salterà e la fabbrica si trasformerà ben presto in un poligono di tiro.

È evidente sin da subito come Wheatley cerchi di rifarsi al primissimo Tarantino de Le Iene. L’ambiente chiuso in cui si svolge tutto il film, la situazione di stallo prolungata ed i dialoghi ne imitano l’estetica in maniera chiara. Dialoghi che però non hanno la grande verve tarantiniana, ma che si crogiolano a volte eccessivamente nel black humour tipicamente british. Se vogliamo, un’altra prova dell’importanza e l’influenza del regista americano negli ultimi venti anni di cinema mondiale. Anche i personaggi, nelle intenzioni del regista (co-sceneggiatore del film insieme ad Amy Jump), ricalcano quell’ideale di (anti)eroe scanzonato con la battuta pronta che hanno reso popolare un altro regista britannico come Guy Ritchie.

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Free Fire - La recensione

Wheatley però riesce soltanto in parte a mettere in scena questi elementi. I momenti comici sono pochi e risultano anche forzati in certi casi, in una pellicola che oscilla in maniera poco efficace tra drammaticità e facezia. Lo stallo, che dura per circa un’ora dell’ora e mezza complessiva della pellicola, seppur messo molto bene in scena, appare a tratti sterile, tanto da dover essere rivitalizzato da un intervento esterno. Tra i numerosi personaggi che vengono buttati nella mischia alcuni sono piuttosto convincenti (soprattutto il venditore Vernon), mentre altri sono stati lasciati al loro destino. Nel complesso, non ci sono quei personaggi memorabili che ci si aspetterebbe da questo tipo di film.

Tecnicamente stiamo parlando di un’ottima pellicola.

Come anticipato, la regia di Wheatley permette allo spettatore di non sentirsi mai confuso nonostante gli spazi ristretti ed il buon numero di personaggi, rendendo lo stallo molto fluido e ben piazzato in scena. Una qualità non da sottovalutare, questa del sapiente uso delle spazio, sempre meno presente nel cinema d’azione ipercinetico contemporaneo. Anche la fotografia è molto curata e gradevole, con una forte tendenza verso il giallo, il blu ed il rosso evidente anche negli abiti dei personaggi.

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Le interpretazioni da parte degli attori sono ottime, evidenti particolarmente nei personaggi meglio scritti. Anche la colonna sonora è ottima, sebbene all’inizio forse troppo invadente e montata in maniera poco curata. Su tutti grande spazio è occupato dalle musiche di John Denver, citato più volte dai personaggi in scena.

Free Fire - La recensione

Per concludere, Free Fire è un film che promette molto ma che mantiene solo in parte le sue aspettative. Di certo non è una delle migliori produzione della scorsa stagione. Resta comunque una pellicola che non manca di intrattenere lo spettatore nei suoi 90 minuti, ma da cui ci si aspetterebbe probabilmente di più viste le buone premesse.