L’arte degli “opening titles” in 10 iconici esempi

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Seven (1995), di David Fincher

Un momento chiave della storia del design del titolo fu quando tra gli anni ’80 e i ’90 furono introdotte le tecnologie digitali, ma ironia della sorte una sequenza fondamentale di questo ventennio è invece rappresentata da dei “credit titles” realizzati quasi interamente con metodo analogico, stiamo parlando dei cupi e premonitori titoli di Seven, il thriller di Fincher con Freeman e Pitt. Fu Kyle Cooper ad occuparsi di questi titoli di testa e poiché Fincher aveva sforato il budget di produzione e non restavano più molti soldi per fare un opening sensazionale, il regista e Cooper dovettero ingegnarsi e lo fecero egregiamente, scegliendo gli oggetti di scena per girare una sequenza che anticipasse in qualche modo tutto ciò che si sarebbe visto poi nella pellicola, una scelta a dir poco avventata che però rappresentava un’interessante novità.
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Per la verità il film non si apre con la sequenza dei titoli di testa, bensì con una scena che introduce i due personaggi principali della storia, il Detective Somerset, ormai prossimo alla pensione, e la nuova leva, il Detective Mills. I due si incontrano dando luogo da subito ad un rapporto in parte conflittuale di cui seguiremo l’evoluzione lungo la trama. Il preludio del film porta in scena violenza, disperazione ed apatia, tematiche pesanti e opprimenti che si trascineranno per l’intera durata della pellicola. Questa scena iniziale si conclude quando Somerset va a dormire, sul ticchettio di un metronomo che richiama l’attenzione dello spettatore su ciò che verrà dopo, il vero straordinario incipit: i titoli di testa. Le mani di uno sconosciuto, probabilmente John Doe, l’antagonista del film, armeggiano con carte, fotografie, giornali, lamette e ago e filo, in un’atmosfera greve ed inquietante, calando lo spettatore nella mente metodica ed ossessiva del serial killer, non a caso Fincher voleva che le scritte dei titoli sembrassero scritte proprio dall’assassino. Un ultimo dettaglio interessante è che in quei titoli non appare mai il nome dell’attore che interpreta l’assassino, nome accuratamente omesso anche nel paragrafo che avete appena letto, si trattò di una precisa scelta di Fincher operata per non anticipare il volto dell’assassino fino alla sua agghiacciante apparizione. Per omaggiare il grande attore che lo interpreta tuttavia il regista lo fece citare per ben due volte nei titoli di coda.

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Vi sembra di aver visto qualcos’altro di simile? Kyle Cooper ha lavorato anche ai titoli di testa di The Walking Dead e American Horror Story.