L’eterno conflitto tra uomo e natura attraverso la cinepresa

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Gerry

 Gerry è il primo film della “Trilogia della Morte” di Gus Van Sant.

Narra la storia di due amici (entrambi di nome Gerry) che si spingono verso una meta ignota, perdendosi poi in una zona deserta (nella Death Valley in California). Cercheranno di ritrovare il loro cammino, ma la speranza sempre più affievolita e la fatica metteranno a dura prova sia il loro viaggio che la loro amicizia.

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Qui la natura paesaggistica funge da scenario alle tante riflessioni che ci pone il regista. Mostrandoci paesaggi ostili e allo stesso tempo affascinanti e mozzafiato, usando interminabili piani-sequenza, dialoghi scarni ed immergendo i protagonisti in scenari desertici egli racconta, passo dopo passo, come gli stati d’animo dei due riflettano la natura che attraversano e come perdano in essa loro stessi. La storia di un’amicizia che pian piano va deteriorandosi attraverso un viaggio di liberazione verso una destinazione ignota; “tutte le strade portano allo stesso posto” dirà uno dei due. Un cammino che li metterà alla prova fisicamente ma soprattutto interiormente andando ad analizzare l’anima dei due protagonisti e facendone emergere gli errori, i rimpianti e le paure. Una grande esperienza cinematografica in grado di suggestionare ed emozionare raccontandosi attraverso una lunga sequenza di immagini.

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