La fotografia di Arrival

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“Nonostante io conosca il viaggio e dove porterà, lo accetto, dal primo all’ultimo momento.”


Arrival
: L’ultima fatica del canadese Denis Villeneuve (trovate qui la recensione) è uscito dagli Oscar con la statuetta per il Miglior Montaggio Sonoro. Tra le tante candidature (Miglior film, montaggio, regia, scenografia, Miglior sceneggiatura non originale e miglior sonoro) il film è stato candidato anche alla miglior fotografia. Nei due precedenti film di Villeneuve il DoP [Direttore della Fotografia, ndr.] era stato Roger Deakins. Deakins dirigerà la fotografia di Blade Runner 2049 (Che sarà diretto sempre da Villeneuve), per questo film invece il regista canadese si è affidato a Bradford Young, un volto sicuramente meno noto.
Prima di iniziare bisogna sottolineare che il film è stato girato in digitale, con una Arri Alexa XT; e avente un aspect ratio di 2.39:1.

Young utilizza una palette cromatica avente toni freddi e sfumati, fatte alcune eccezioni;
viene usata una gamma di colori analoghi, ovvero colori che appartengono alla stessa scala cromatica (qui trovate un approfondimento sull’uso dei colori nel cinema):

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Nelle scene oniriche in presenza della figlia la palette assume dei toni leggermente più accesi e caldi.
Queste scene, sia a livello di colori che registicamente, ricordano molto quelle di The Tree of Life ad opera di Terrence Malick e Emmanuel Lubezki; camera a mano e molte inquadrature strette e dettagli, girate con una profondità di campo ridotta che da vita al cosiddetto effetto bokeh.

Continua nelle pagine successive…