Chernobyl: i cani randagi che vivono vicino alla centrale sono diventati “mutanti”

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Credits: Sean Gallup/Getty Images
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Questi cani, probabilmente i discendenti di quelli rimasti nei paraggi dopo l’incidente nel 1986, hanno sviluppato dei geni che permettono loro di resistere alle radiazioni e persino di trarne beneficio

Lo dice uno studio pubblicato nel 2023 ed effettuato su 116 cani randagi rintracciati nell’area della Zona di Esclusione di Chernobyl, che come sappiamo è interdetta al pubblico – salvo le previste eccezioni “turistiche” guidate – per ovvi motivi fin dal 1986. Questo studio, effettuato dalla Columbia University, ha scoperto che diversi di questi cani sono “mutanti”.

Ovviamente, adesso non dobbiamo pensare agli X-Men, perché non è che queste bestiole abbiano dei superpoteri. Semplicemente, dice lo studio, questi animali sono caratterizzati da 52 geni che nei loro cromosomi si trovano in posizione “diversa” rispetto alla norma, effetto senza dubbio dell’esposizione prolungata alle radiazioni.

Come risultato, questi cani avrebbero appunto sviluppato delle “mutazioni” che consentono loro tranquillamente di vivere nel luogo più radioattivo della Terra, mostrando una capacità di adattamento ambientale straordinaria e una resilienza alla crescita di tumori che potrebbero essere segnali in positivo circa una messa in sicurezza della zona in un futuro non troppo remoto.

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Ciò detto, naturalmente è sempre meglio andarci cauti.

Fonte: UNILAD

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