Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Recensione della serie

Ecco la nostra recensione di Hanno ucciso l'Uomo Ragno, la serie Sky ispirata agli 883 e alla loro storia

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Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria storia degli 883 è una serie Sky Original, prodotta dalla Groenlandia di Matteo Rovere e Sidney Sibilia: gli episodi sono diretti dallo stesso Sibilia, Alice Filippi, Francesco Capaldo, sceneggiati da Sibilia, Chiara Laudani, Francesco Agostini e Giorgio Nerone.

Cosa resterà degli anni Novanta? Sicuramente gli 883

Cinema e televisione sono sempre state prodighe nel voler creare ritratti generazionali in cui certo pubblico targettizzato potesse identificarsi – meccanismo che scatta generalmente dopo un decennio.

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È da un po’ però che nessuno riusciva, sul grande e sul piccolo schermo, a catturare e quindi restituire sotto forma di narrativa per immagini lo zeitgeist degli anni Novanta in Italia, un periodo coloratissimo e ancora più sfuggente del precedente nel momento in cui si cerca di delineare un profilo politico, sociale e culturale preciso. La musica ha sempre aiutato, in questo senso, perché le canzoni, specialmente e forse soprattutto quelle più pop(ular), sono uno specchio fedele del sentire comune, quanto e più del cinema in alcuni casi.

Sidney Sibilia, con la sua trilogia di Smetto Quando Voglio (2014-2017) e i successivi L’Incredibile Storia dell’Isola delle Rose (2020) e Mixed by Erri (2022), ha dimostrato un’invidiabile propensione al ritratto d’epoca -recente-, riuscendo a intuire e descrivere gli umori e i caratteri che dagli anni Ottanta in poi hanno formato l’immaginario di oggi: è per questo che Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria Storia degli 883 è il tassello un po’ inevitabile, un po’ consequenziale, di un percorso che con la leggerezza intelligente della migliore commedia mira a ricostruire usi e costumi dell’Italia un attimo prima di cadere nella trappola del digitale, tra cellulari e web.

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È la dura legge del gol

Gli 883 erano perfetti per tutto questo, e dopo l’intuizione di Sibilia sembra addirittura strano che nessuno ci abbia pensato prima.

Hanno Ucciso l’Uomo Ragno è la canzone perfetta per catturare la disillusione mascherata da noia: una canzone leggera leggera che fonda la sua mitologia su una vera e propria icona popolare senza tempo, che però racconta di una generazione senza veri ideali, che combatteva la noia dei pomeriggi tra una sala giochi e le serate in discoteche alla ricerca delle ragazze.

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Di certo, solo una piccolissima parte del vertiginoso fandom degli 883 avrà capito all’epoca del primo ascolto tutto il vuoto pneumatico esistenziale che c’era e c’è dietro la canzone: ma poco importa, visto che la serie Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria storia degli 883 è una storia pressoché perfetta.

Perché ancora una volta, Rovere e Sibilia trovano la chiave giusta per entrare nelle case e nel cuore del pubblico, parlando un linguaggio semplice per raccontare storie enormi.

Perché quella di Max Pezzali e Mauro Repetto è di certo così: due ragazzi della periferia che non sanno suonare ma che vogliono trovare un loro posto nel mondo e lo fanno, magari inconsapevolmente, parlando un linguaggio scarnificato e a tratti fastidioso, mettendolo in musica -con la smania di piacere per una mancanza di autostima- il loro disaggio esistenziale che a diciotto anni ti sembra solo noia perché la depressione non si sa neanche cosa sia.

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Una sceneggiatura perfetta fa il resto: otto episodi in punta di penna, che evitano la banalità ma sanno infondere cuore in quei luoghi comuni che sono un po’ le piccole cose di cattivo gusto, che scansano l’impegno ma nascondono con il disimpegno la voglia di qualcosa di più grande, più profondo.

Come mai?

Poco importa, allora, quanto sia aderente al racconto storico il rapporto tra Max e Mauro, il contributo di Claudio Cecchetto o Pier Paolo Peroni: la serie Sky Original è uno show di alto livello, scritta bene da Sibilia e recitata benissimo da Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli che creano un’alchimia rara tra di loro, mentre raccontano la storia di un’amicizia mentre sullo sfondo passa la vita vera.

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Le libertà di Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria storia degli 883 (o del libro -di Pezzali- da cui è tratta) servono in ogni caso alla costruzione di una storia coerente ed emozionante, avvincente nella sua semplicità, che si azzarda addirittura a descrivere il momento della creazione artistica, risolvendolo in maniera efficace ed acuta.

Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria Storia degli 883: Il Cast

Max Pezzali: Elia Nuzzolo

Mauro Repetto: Matteo Oscar Giuggioli

Silvia Atene: Ludovica Barbarito

Claudio Cecchetto: Roberto Zibetti

Pier Paolo Peroni: Edoardo Ferrario

Cisco: Davide Calgaro

Sergio Pezzali: Alberto Astorri

Alba Scanavini Pezzali: Roberta Rovelli

Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: il trailer

Che ne pensate? Avete visto Hanno Ucciso l’Uomo Ragno: la Leggendaria storia degli 883?