True Detective: analisi di una serie diventata cult

Ture Detective è uno dei serial più amati e celebrati da critica e pubblico, arriva ora la nuova stagione con Jodie Foster

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True Detective: la terza stagione, in Arkansas

Ma la cosa migliore è che la serie torna agli elementi che l’avevano resa grande con un’interpretazione magistrale di Mahershala Alì e tematiche suggestive, che si riallacciano al ritratto di un’umanità innocente e torbida annidata e nascosta in quotidianità apparentemente rispettabili. Probabilmente, la carta vincente è però proprio la costruzione narrativa che si ripiega al gioco dei rimandi temporali, e a differenza di prima lo fa in maniera meno scivolosa.

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La storia è di quelle classiche: in Arkansas, in una cittadina di provincia situata nell’Altopiano d’Ozark, scompaiono una bambina e suo fratello maggiore. Le indagini vengono affidate ai detective Wayne Hays (Alì) e Roland West (Stephen Dorff): il primo è un veterano della Guerra in Vietnam, durante la quale ha sviluppato notevoli doti nella ricerca di tracce e persone. La storia si sviluppa durante tre archi temporali (1980, 1990 e 2015), nei quali viene narrata l’indagine e le vite private dei due detective, che s’incrociano con il caso stesso.

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Di nuovo, i protagonisti si fondono con il paesaggio: l’afa soffocante sembra metaforizzare l’agonizzante memoria di uno dei personaggi cardine, e questa incertezza che viene da una foschia metafisica rende la vicenda ancora più interessante, visto che stavolta il lato giallo della detection risulta preponderante -ma non esclusivo.

Insomma, la speculazione filosofica ontologica viene sacrificata a vantaggio di percorsi intimi e interiori, dispersi nei tortuosi e fragili sentieri della mente: tanto che anche il finale si incrina e si spacca in tanti finali, tanti colpevoli, per creare un orizzonte liquido e nebbioso. Per richiamare l’indecifrabilità dell’identità umana.

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Cosa sappiamo, alla fine, di True Detective Night County? Che è scritta e diretta da Issà Lopez, con Nic Pizzolato per la prima volta assente in quella che sarà una continuazione della saga, come suggerisce anche il sottotitolo, per la prima volta presente al posto del numero progressivo della stagione.

Per la storia, invece, sappiamo che durante la lunga notte invernale dell’Alaska otto uomini che gestivano la Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia. A chiarire il mistero arrivano allora Liz Danvers ed Evangeline Navarro, con le fattezze della prima affidate al volto spigoloso e tormentato di Jodie Foster: le due donne dovranno affrontare i propri demoni e l’oscurità che esce fuori dai segreti ben custoditi.

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Qual è la vostra stagione preferita di True Detective?

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