Un momento che ha sconvolto tutti quanti da bambini: l’apparizione del primo Gremlin nel film di Joe Dante
Il film
Gremlins non è esattamente un film per bambini, ma neanche proprio un film horror per adulti. Seguendo la classica formula di Steven Spielberg (che è produttore esecutivo) e con la pronta regia di Joe Dante e la saggia scrittura di Chris Columbus, questo gioiello cult anni ’80 piace ancora a tutti perché riesce a toccare più corde contemporaneamente.
Fa paura, ma non tanto da alienare la fetta di pubblico che cerca più una commedia o un film d’avventura, mettendo però in scena anche alcuni effetti speciali autenticamente orrifici e memorabili. Spielberg, insomma, e non è un caso che per molti versi il film sia paragonabile ad E.T., specie per via della presenza del tenerone Gizmo.
I gremlin
Queste creature fatate, orribili e leggendarie che si diceva sabotassero gli aerei dei piloti durante la Seconda Guerra Mondiale (ne vediamo uno anche nel film collaborativo The Twilight Zone – a cui prese parte anche Spielberg – nel segmento diretto da George Miller) e sono generalmente rappresentate più come piccoli diavoletti malevoli che come mostri letali.
I gremlins sono dispettosi per natura, tormentano, infastidiscono, smontano e frugano dappertutto. Ma in questo film i loro intenti sono comunque malvagi, per quanto non apertamente omicidi (più o meno). Cosa che, però, li rende senz’altro più spaventosi: non è chiaro fino a che punto possano spingersi e quali limiti non oserebbero oltrepassare, se ne esistono.
La scena
Il primo gremlin si mostra completamente nel film con il più classico dei jumpscare, facendo prendere uno spavento terrificante, uscendo da un armadietto proprio quando nessuno se lo aspetta. Ma non è tutto qui: il fatto è che la tensione nella preparazione di questa scena è stata montata passo dopo passo, e portata al limite.
Noi spettatori infatti sappiamo già da un bel po’ che i gremlins sono in giro, ma pur mostrandoci la loro nascita e i loro primi misfatti, la regia è attenta a non farceli mai vedere completamente. In questo modo la nostra mente costruisce scenari di ogni tipo, non sapendo proprio quanto orribili saranno queste creature quando, finalmente, le potremo vedere.
E la conclusione è che, sì, sono parecchio orribili. Riviste oggi non sono invecchiate benissimo ma sono figlie di quello studi intensi che negli anni ’80 si compivano sull’animazione di pupazzi e marionette meccanici – animatronics – uniti a recitazione realistica da parte degli attori per fornire un effetto più che convincente.
Quel che oggi ci rimane è la semplicità e l’efficacia di una scena come questa, tutta giocata sulla tensione e su un attento lavoro di sceneggiatura, tradendo le aspettative degli spettatori e facendo in fondo ben poco conto sull’efficacia degli effetti speciali. Qui è tutta questione di buona regia, davvero.
