Game Of The Year – le vittorie più immeritare di sempre

I Game Awards 2023 sono ormai alle porte e presto sapremo chi vincerà il Game Of The Year. Nel frattempo valutiamo i vincitori degli anni passati.

Condividi l'articolo

Il 2023 sta volgendo al termine e i titoli più attesi dell’anno sono ormai stati rilasciati sul mercato. Si è trattato di un anno pieno di rivelazioni importanti come Baldur’s Gate 3, che ha stupito tutti con la profondità delle sue meccaniche e la sua qualità narrativa.

È stato anche l’anno in cui sono finalmente usciti videogiochi che i fan aspettavano da molto tempo. Un esempio su tutti è Starfield, il nuovo RPG di Bethesda che avrebbe dovuto sbarcare su Xbox già nel 2022 e, dopo lunghi mesi di attesa, è stato rilasciato lo scorao settembre.

Il 2023 ha anche visto il ritorno di saghe storiche come Dead Space e Resident Evil, che hanno soddisfatto i propri fan con remake ben accolti dal pubblico.

Ora si avvicina la stagione in cui questi videogame verranno sottoposti ad uno scrutinio serrato e si daranno battaglia per conquistare il Game Of The Year Award, l’ambito premio che attesta il miglior videogioco uscito nel corso dell’ultimo anno.

Il The Game Awards è una sorta di celebrazione dell’industria videoludica che, a partire dal 2014, tiene incollato un numero sempre crescente di spettatori al proprio schermo.

Questo è un sintomo della crescita esponenziale del settore e, grazie all’interesse sempre maggiore del pubblico, ogni anno si discute e si specula riguardo a chi meriterebbe o meno di vincere il premio.

Sebbene mettere in confronto diversi videogiochi di diversi generi sia un esercizio complesso e legato alla preferenza di ciascun giocatore, vogliamo cogliere l’occasione per elencare quelli che, a nostro avviso, sono stati i vincitori meno meritevoli del GOTY dell’ultimo decennio.

Overwatch – 2016

Overwatch, vincitore Game Of The Year 2016

Lo sparatutto targato Blizzard ha senza dubbio riscosso molto successo al debutto ma negli ultimi anni ha goduto di fortune alterne. Il sequel rilasciato lo scorso anno è stato accusato di non innovare abbastanza la formula, con molti fan che hanno accusato Activision di voler soltanto passare alla cassa obbligando tutti i giocatori ad acquistare un videogame praticamente identico perchè i server del precedente sarebbero stati spenti.

La promessa di una campagna single-player inoltre è stata complente disattesa, causando la delusione di una fetta considerevole di fan che si erano avvicinati ad Overwatch 2 principalmente per quella ragione.

Pur ignorando lo stato attuale del franchise, nel 2016 Overwatch era in competizione con Doom e Uncharted 4, entrambi titoli ben più meritevoli del multiplayer sviluppato da Blizzard.

Il reboot di Doom ha segnato il ritorno sulle scene di una saga leggendaria, grazie a id Software che ha confezionato uno degli sparatutto in prima persona migliori del decennio. Uncharted 4 invece ha concluso in maniera magistrale l’arco narrativo di Nathan Drake, regalando ai fan un’ultima avventura che ha surclassato i precedenti tre capitoli, sia dal punto di vista grafico che da quello narrativo.

Dragon Age: Inquisition – 2014

Dragon Age: Inquisition, vincitore Game Of The Year 2014

La saga Dragon Age simboleggia perfettamente il declino inesorabile di BioWare, uno degli studi più acclamati per la qualità dei suoi RPG e la costanza con la quale riusciva a soddisfare i suoi fan, che ora è ridotto ad uno studio sull’orlo del baratro.

Prima degli spettacolari fallimenti di Mass Effect: Andromeda e Anthem però c’è stato Dragon Age: Inquisition. L’ultimo capitolo della serie fantasy è stato senza dubbio un successo dal punto di vista commerciale ma rappresenta un titolo molto divisivo per i fan.

L’accoglienza degli appassionati è stata piuttosto fredda. Il comparto narrativo non era all’altezza degli standard fissati dagli sviluppatori nelle loro precedenti opere e una serie di problematiche tecniche legate alla presenza di bug mai risolti hanno lasciato un sapore amaro attorno a Dragon Age: Inquisiton.

I concorrenti per la vittoria del GOTY 2014 erano del calibro di Dark Souls 2 e La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor che, sebbene non abbiano rivoluzionato il mondo videoludico, erano comunque migliori rispetto al gioco targato BioWare.

Bisogna citare anche l’insipiegabile assenza di Alien: Isolation dalla kermesse. Il titolo pubblicato da SEGA resta ancora oggi uno dei migliori survival-horror in circolazione e l’implementazione della IA che anima lo Xenomorfo è stata allora rivoluzionaria.

God of War – 2018

God of War, vincitore Game Of The Year 2018

L’apparizione di un titolo come God of War in una lista del genere potrebbe essere una sorpresa per molti lettori. Il reboot della saga dedicata a Kratos è stata un’idea geniale da parte di Sony Santa Monica, che ha ripescato un simbolo della generazione PlayStation 2 e l’ha adattata ai tempi moderni. In questo modo sono riusciti ad intercettare sia i fan nostaglici dell’epopea greca di Kratos che i nuovi giocatori che si avvicinavano per la prima volta alla leggenda di casa Sony.

Il videogioco è stato celebrato da pubblico e critica, che hanno apprezzato la nuova versione di Kratos. Il protagonista mostrava maggiore maturità nel suo comportamento e nella sua indole, inoltre doveva prendersi cura di suo figlio Atreus, la vera novità della serie che obbligava anche i fan di lunga data a guardare la figura di Kratos con occhi diversi.

La narrazione in questo titolo assume un ruolo di primo piano ma anche il gameplay resta di qualità, specialmente nelle sezioni di combattimento. La reattività dei movimenti di Kratos e la varietà di strumenti a disposizione del giocatore hanno fatto rinascere la saga God of War.

Il motivo per il quale il reboot firmato Sony Santa Monica ci sembra non meritevole di essere Game Of The Year 2018 è uno solo e si chiama Red Dead Redemption 2.

Il capolavoro di Rockstar è uno dei videogiochi più influenti di sempre. Una volta sbarcato su tutte le piattaforme è diventato il metro di paragone per qualunque altro videogame in termini di realismo e di qualità grafica, paragone che tuttora nessuno riesce a sostenere.

Al di là dell’indiscutibile qualità del comparto narrativo e del gameplay, l’importanza di Red Dead Redemption 2 sta nell’impatto enorme che ha avuto su tutta l’industria videoludica, che dalla sua uscita sul mercato non è più stata la stessa.

Come precisato in precedenza queste rimangono nostre opinioni e non vogliamo denigrare nessuno dei titoli sopraindicati. Venire considerati per la vittoria del Game Of The Year Award rappresenta già un successo per i creatori di questi videogiochi e noi, essendone appassionati, non possiamo fare altro che esprimere le nostre idee a riguardo.

Il prossimo Game Of The Year Award si terrà il prossimo dicembre e questa volta la giuria non avrà vita facile. I favoriti sono chiari ma siamo curiosi di sapere se le previsioni saranno confermate.

Seguiteci su LaScimmiaGioca