Ajeje Brazorf: Aldo racconta come è nato il personaggio [VIDEO]

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Ajeje Brazorf, come molti personaggi di Aldo Giovanni e Giacomo, è ispirato alla vita vera

Il personaggio

Ajeje Brazorf è un personaggio che Aldo, Giovanni e Giacomo hanno messo in scena per tutto il corso degli anni ’90, in varie versioni teatrali e televisive, poi nello sketch de I Corti e infine nella sequenza memorabile del film neo-realista in Tre Uomini e una Gamba. Si tratta di un ragazzo che cerca di viaggiare in bus senza biglietto, e inventa mille scusa per giustificarsi con il severo controllore.

Lo scambio tra i due dà luogo a una serie di battute comiche e nonsense, mentre per sfuggire alla giustizia il ragazzo sembra inventarsi un nome sul momento – Ajeje Brazorf – dice di non avere documenti e infine cerca di fuggire. Un’esasperazione di una situazione quotidiana che ha fatto ridere generazioni ed è entrata nella nostra cultura.

L’ispirazione

Ma come è nato questo famoso sketch? Lo racconta lo stesso Aldo Baglio, interprete dello storico personaggio: “Questa scena nasce in teatro ma eravamo ancora solo io e Giovanni. Mi hanno beccato più volte senza biglietto. Solitamente lo timbravo solo quando vedevo il controllore salire. Facevo così per risparmiare perché ero molto povero”.

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“Una volta ero con un mio amico, non ero con il biglietto e lui fece scendere il controllore per fare un po’ di cagnara. Poi urlò: ‘Scappa, scappa!’ E io scappai. A un certo punto mi è scattata in mente la scena e l’abbiamo riproposta. Avevo più soldi e compravo ormai il biglietto. Così beccavano gli altri”.

La popolarità

Il nome Ajeje Brazorf è diventato famoso nella cultura italiana per indicare qualcuno che si chiama in modo assurdo e improponibile, quasi certamente uno pseudonimo per chi non si vuol far riconoscere ed ha intenzioni truffaldine ma è allo stesso tempo imbranato, incapace di non farsi scoprire.

Aldo si chiama nello stesso modo in uno sketch ne Il Circo di Paolo Rossi ma il personaggio è diverso: un ragazzo sofferente prima di zoppia e poi di cecità, che viene “guarito” da due imbonitori (Giacomo e Giovanni) in stile baraccone da fiera americano. Questo Ajeje Brazorf non ha nulla a che vedere con quello che tutti conoscono, ma il nome rimane sempre parte storica della comicità del trio.

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Il film neo-realista

Rimane da porre l’accento sull’accuratezza con la quale “il film nel film” viene proposto in Tre Uomini e una Gamba. Vengono inventati persino i titoli di testa di questo supposto capolavoro neo-realista, e le inquadrature, la fotografia e i costumi sono studiati per rendere l’idea di un film d’alto lignaggio che intenda indagare la tragicità dei piccoli conflitti nell’Italia del secondo dopoguerra.

Infatti, nonostante lo scambio di battute tra Aldo e Giovanni sia chiaramente comico (come lo sono gli interventi del Giacomo / vecchietto), le musiche che accompagnano la fuga di Ajeje sono drammatiche e sembra anche che il vecchio debba rimetterci la pelle. Inoltre, beffa delle beffe, il controllore viene a sua volta fermato da una altro controllore, che ovviamente non gli crede.

Fonte: Chronist

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