Breaking Bad: il significato dietro “Ozymandias” il titolo del terzultimo episodio [VIDEO]

Ozymandias
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Un episodio fondamentale in Breaking Bad, il cui titolo è infatti stato scelto non a caso. Ecco che cosa significa

Uno dei momenti più memorabili e discussi in Breaking Bad è senza dubbio l’episodio intitolato Ozymandias, il terzultimo della stagione finale. Il titolo è stato a suo tempo un enigma per molti spettatori, e quello che molti non sanno è che in realtà cela profondi significati che aggiungono ulteriore complessità alla storia di Walter White.

Ozymandias è il titolo di un poema scritto da Percy Bysshe Shelley nel 1818. Il poema narra la storia di un viaggiatore che incontra le rovine di un’imponente statua, appartenente a un re di nome Ozymandias (una versione greca del nome Ramses II, dell’antico Egitto). La statua, una volta maestosa e orgogliosa, ora giace distrutta e dimenticata nel deserto.

L’iscrizione sulla base della statua recita: “Il mio nome è Ozymandias, re dei re: guardate le mie opere, voi potenti, e disperate!” Shelley usa questa immagine per esplorare il tema dell’orgoglio umano e della caducità del potere e della gloria. E nell’episodio di Breaking Bad vediamo infatti il crollo definitivo di Walter White.

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La sua ascesa da insegnante di chimica a criminale di alto livello è terminata, e il suo orgoglio e il suo ego sono stati completamente infranti. Come la statua di Ozymandias nel poema, Walter era una volta un uomo potente e orgoglioso, ma ora è ridotto a un regnante distrutto dalle conseguenze delle sue azioni.

L’episodio rappresenta perciò il culmine di molti dei temi chiave della serie, tra cui il potere, l’orgoglio, la caducità e le conseguenze delle scelte. Walter White, un tempo un uomo normale, è stato consumato dalla sua sete di potere e dalla sua ambizione. Ciò che avviene quando Hank viene ucciso davanti a lui funge da specchio per riflettere sulla sua discesa nell’oscurità.

Il titolo Ozymandias fa quindi da monito contro la fragilità e le conseguenze dell’orgoglio umano, commentando l’inevitabilità delle conseguenze delle azioni compiute, quali esse siano. Come il re Ozymandias nel poema di Shelley, Walter White è destinato a essere ricordato non per le sue realizzazioni, ma per la sua rovina.

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