Breaking Bad, Jonathan Banks: “Così sono diventato Mike”

In un'intervista con il New York Times, Jonathan Banks ha raccontato come ha creato Mike, personaggio interpretato in Breaking Bad

better call saul
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Tra i tanti motivi dell’enorme successo di Breaking Bad prima e Better Call Saul poi c’è sicuramente l’attenzione maniacale che Vince Gilligan e soci hanno messo nella scrittura dei personaggi secondari. Uno tra tutti, Mike Ehrmantraut, il burbero braccio destro di Gus Fring interpretato in modo magistrale da Jonathan Banks. L’attore, parlando con il New York Times ha raccontato il processo che l’ha portato a creare questo iconico personaggio.

Ho usato, in parte, persone con cui sono cresciuto, persone che temevo o rispettavo. Sai, mi suona sempre un po’ troppo drammatico quando qualcuno dice: “Il mio quartiere, sono cresciuto in questo modo, è stata dura”. Io sono stato picchiato un bel po’, ho preso un sacco di pugni in bocca.

 Ti dà una certa quantità di, non so se ti dà forza, ma non ti lascia sorpreso quando all’improvviso sei in una rissa o vieni picchiato o altro. Per quanto riguarda il Vietnam, il cecchino fa parte della vita di Mike: ho diversi amici intimi che sono andati. E uno dei miei amici è appena entrato nel cimitero di Arlington circa un mese e mezzo fa. Ci sono molti ragazzi che sono tornati che so che sono rimasti gravemente feriti dalla loro esperienza in combattimento. È qualcosa che non ho mai sperimentato: l’ho preso in prestito dalle persone che ho visto.

Sebbene Banks si senta decisamente padrone del personaggio, crede anche che l’impatto dell’interpretazione del personaggio in Breaking Bad e Better Call Saul abbia cambiato la sua personalità

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Mike è mio. E penso che la cosa onesta da dire sia se ci penso davvero, è che forse anche Mike ha cambiato Johnny. Penso che Jonathan Banks, interpretando Mike, sia diventato un po’ più silenzioso, un po’ meno turbolento. E per silenzioso, intendo, penso di ascoltare un po’ di più rispetto a 12, 13 anni fa. Non mi piace usare la parola testimone, ma è quello che mi viene in mente. Penso che forse mi abbia influenzato in quanto sono un po’ più paziente. Forse questo arriva comunque con l’età.

Andando avanti l’attore ha spiegato che ci sono stati momenti in cui ha dubitato della direzione del personaggio

Ci sono stati momenti in cui ho detto: “Oh, penso che Mike non lo farebbe”. Ma ho scoperto, onestamente, molte volte che ciò che gli scrittori mi dicevano, se mi rimettevo a loro, aveva senso. La prima cosa che mi viene in mente è in Breaking Bad quando Mike lascia sua nipote nel parco e scappa. E io dicevo: “No, Mikey non lascerebbe mai sua nipote”. E, naturalmente, il ragionamento è che il dipartimento di polizia è lì nel parco. Si prenderanno cura di lei, la restituiranno a sua madre. Ho ancora difficoltà a relazionari col momento in cui Mike che lascia sua nipote nel parco.

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