Black Eyed Peas – ELEVATION | RECENSIONE

Black
Condividi l'articolo

I Black Eyed Peas scordano il rap e si danno al dance pop elettronico nell’ultimo album, ELEVATION. Ecco la nostra recensione

Ormai del tutto dimentichi del loro passato nel rap, i Black Eyed Peas sposano nel loro ultimo album, ELEVATION, una dimensione completamente e dissolutamente da discoteca, con sonorità electro-dance (e, preparatevi, molti momenti “latini”) distribuite in una tracklist tutta da ballare ma che certo non brilla per originalità.

Diciamo che fin da quando Fergie ha lasciato il gruppo, e forse anche da un po’ prima, pur non mancando di spuntare buoni risultati in classifica e di vendere le loro migliaia regolari di copie i Black Eyed Peas (will.i.am, apl.de.ap e Taboo) hanno ormai perso lo status di fenomeno, musicale e culturale, che li caratterizzava negli anni ’00.

Invece, si sono arenati sulla condizione di gruppo pop rap navigato e rodato, che ha il suo pubblico su cui contare e una popolarità duratura che garantisce collaborazioni eccellenti, tutte cose che consentono loro di restare “nei radar” pur non avendo evidentemente più niente di importante da dire (se mai lo hanno avuto: pur con tutta la simpatia, non stiamo certo parlando dei Roots o degli Outkast).

LEGGI ANCHE:  Che fine hanno fatto i Black Eyed Peas?

E quindi il nuovo album, che arriva a due anni di distanza dall’ultimo Translation e include solo a tratti la nuova quarta componente, J. Rey Soul, si prefigura come una collezione di canzoni elettroniche dal sapore molto anni ’10 e che sembrano confezionate come compilation da party.

Chiudono il quadro una serie di ospiti d’eccellenza, tra i quali David Guetta, Nicole Scherzinger, Shakira e, attenzione, Daddy Yankee; che per giunta, nella sua apparizione, non si fa mancare l’occasione di pronunciare, come una maledizione o un anatema, la parola che costituisce il titolo della canzone per la quale è diventato famoso e amato/odiato in tutto il mondo.

Non aiutano una serie di idee già sentite, a partire dall’utilizzo della vecchia Scatman (sì, proprio quella) e qua e là melodie che si colgono mezze plagiate, più titoli che richiamano canzoni già edite (Simply the Best, Firestarter, Jump, Don’t You Worry…). La produzione mantiene tutto perlomeno in un insieme coerente, ma non può far mancare una certa stanchezza e assenza di idee.

LEGGI ANCHE:  Black Eyed Peas: perché Fergie ha lasciato il gruppo?

Insomma, che i Black Eyed Peas non siano più quelli di Let’s Get It Started o neanche quelli di I Gotta Feeling è ormai chiaro a tutti da anni: hanno raggiunto quel punto della carriera nel quale devono considerarsi come un fenomeno “superato”, legato alla cultura di un decennio specifico? Forse non è ancora troppo tardi, ma per tornare ad essere importanti dovrebbero dare, da qui, una brusca virata.

Continuate a seguirci su LaScimmiaSente

Black Eyed Peas – ELEVATION / Anno di pubblicazione: 2022 / Genere: Dance Pop