Batora: Lost Haven, Recensione del gioco di Stormind Games

Ecco la nostra recensione di Batora: Lost Have, adrenalinico hack'n'slash tutto italiano che ci ha divertito non poco

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Sugli scaffali per tutte le piattaforme è appena arrivato Batora: Lost Haven, nuovissimo hack’n’slash sviluppato dall’italianissimo studio Stormind. Dopo aver fatto un’intera run siamo ora felici di parlarvi di un gioco che, seppur soffrendo di alcuni difetti che vi illustreremo più avanti, è un’autentica ventata d’aria fresca nel movimento nostrano del gaming. Si tratta infatti di un titolo che seppur ispirato a moltissimi altri riesce a trovare la sua identità e dimensione riuscendo ad identificarsi e a spiccare in un mercato così saturo grazie anche ad un’accattivante e coloratissima grafica cartoon. Ma andiamo con ordine.

Batora: Lost Haven, Trailer

Batora: Lost Haven: Recensione

Partiamo da un presupposto fondamentale: in un hack’n’slash la trama a volte è quasi superflua, in quanto spesso il gioco si distingue quasi unicamente per il suo gameplay. In questo Batora: Lost Haven invece la storia nella quale la nostra protagonista Avril si muove è davvero interessante e ricca di spunti. Non fraintendeteci, non c’è molto di originale. In un mondo infatti devastato per metà da una forza misteriosa, una ragazza viene scelta come campionessa da due eleganti divinità, Sole e Luna, per viaggiare nella galassia alla ricerca di un modo per sventare la fine imminente del nostro pianeta. Come detto, niente di troppo diverso da molte altre storie già viste.

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Tuttavia questo Batora: Lost Haven si distingue per almeno due caratteristiche davvero interessanti. La prima riguarda senza dubbio la caratterizzazione curata dei personaggi. Protagonisti, avversari, villain ed NPC: tutti coloro con i quali avremo a che fare in questa avventura sono ben pensati, ben realizzati e i dialoghi non sono quasi mai vuoti o inutili e anzi, graficamente davvero interessanti. Tuttavia la grande forza della trama di questo gioco è il totale libero arbitro che ci viene concesso.

Non ci sono scelte sbagliate ma solo conseguenze differenti

Questa è la frase con la quale a inizio gioco ci viene presentata la nostra avventura. Non leggerete niente di più vero. Ogni decisione che Avril prenderà avrà un peso fondamentale nell’avanzare della trama. Il destino di interi pianeti e razze dipende da ciò che faremo. Andando avanti col gioco, quando questa cosa diventerà chiara, sentirete tutto il peso di prendere una decisione. Siamo all’evoluzione delle classiche scelte tra run da cattivo o da buono che abbiamo visto per esempio in titoli come Infamous. In Batora: Lost Haven ciò che decideremo avrà ripercussioni importanti sulla storia e sul gameplay. Senza fare spoiler possiamo solo dirvi che sul finale dovrete fare i conti con la strada che avete deciso di intrapendere in un modo che non si vede così di frequente. E questo non può che essere un punto di notevole forza di un gioco che avrebbe potuto scegliere una strada molto più facile per la sua trama visto anche il buon plot twist finale.

Però si tratta pur sempre di un hack’n’slash. Quindi il fulcro del gioco è pur sempre il combattimento. E anche in questo caso Batora: Lost Haven non delude. Certo la visuale isometrica, le arene e alcune mosse ricordano moltissimo il re del genere: Diablo. Tuttavia i ragazzi di Stormind sono stati bravi anche in questo caso a metterci del proprio per rendere il loro gioco unico e un semplice clone del ben più famoso titolo di casa Blizzard.

Alla base del gameplay c’è infatti un’idea semplice ma funzionale. Avril infatti possiede due stili ben diversi con i quali affrontare i nemici: la forma fisica e quella spiritica. Con la prima si servirà di una gigantesca spada, simile a quella vista in ben più di un Final Fantasy, mentre con la seconda sparerà raggi di energia dalle mani. Ogni nemico che incontreremo potrà avere anch’egli una forma fisica o spiritca (o anche ibrida) e dovremmo essere bravi nell’alternare le varie tipologie di mosse per danzare nelle arene e infiliggere il maggior numero di danni possibili.

Colpendo infatti un nemico con una mossa del suo stesso stile faremo molti più danni. Discorso a parte per i Boss che potranno invece essere colpiti solamente dalla natura indicata. Il buon numero di tecniche disponibili e la varietà di nemici presenti rendono dunque un combat system che alla lunga avrebbe potuto divenire ripetitivo e noioso ricco e variegato riuscendo a non annoiare mai. La lunghezza limitata del titolo, completabile serenamente in 6-7 ore, e la varietà di rune equipaggiabili per modificare le statistiche di Avril, aiuta non poco a questo scopo.

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Davvero buono il level design. Sebbene il gioco non brilli per intricatezza delle zone con strade dritte in cui andare e con pochissime variazioni sul percorso che gli sviluppatori hanno ideato per noi, è fuori discussione che i livelli che troveremo in Batora: Lost Haven sono tutti esteticamente molto validi. Si passa dal deserto, alla montagna ad un livello sott’acqua. Ogni zona con nemici specifici e contestualizzati e ben curati nei dettagli.

Menzione infine per le sezioni di puzzle. In determinate zone saremo infatti teletrasportati in una zona avulsa dal mondo di gioco, inserita in una sorta di vuoto nero nel quale dovremo risolvere enigmi ambientali. Mai troppo difficili ma neanche esageratamente facili. Esattamente come il combattimento, anche queste sezioni sono tutte di media difficoltà in modo da non arrecare troppi problemi ai giocatori inesperti ma senza neanche tediare troppo i gamer più skillati.

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Batora: Lost Haven non è certo un gioco perfetto, anzi. Tavolta, specie in situazioni molto concitate, le animazioni e i molti modelli dei personaggi a schermo contemporaneamente renderanno pressochè impossibile capire chi sta colpendo chi. A volte vi troverete a perdere vita venendo colpiti senza sapere da cosa. Una maggior cura e ottimizzazione in questi particolari momenti avrebbe aiutato. Inoltre è davvero tedioso il non poter mirare quando si spara nella forma spiritica. Soprattutto nelle situazione di puzzle, dover indirizzare una sfera di energia senza veri mirini ma solamente utilizzando il posizionamenteo del corpo risulterà fastidioso non poco.

Scarne inoltre le ricompense che lasceranno cadere i nemici o che troveremo nei forzieri. Quasi sempre si ridurranno alla moneta di gioco utile per acquistare le rune dai mercanti. Qualche altro collezionabile o qualche tipo di equipaggiamento, magari anche di natura prettamente estetica, avrebbe spinto sicuramente i giocatori a esplorare in toto una mappa per trovare tutti i tesori nascosti che invece andando avanti potranno venire ignorati senza troppe remore. Buone e ispirate le boss fight anche se decisamente troppo poche e a volte ripetitive nello svolgimento. Si tratta comunque di un gioco in cui i pregi superano di molto i difetti.

In conclusione Batora: Lost Haven è un titolo divertente, bellissimo da vedere e con una trama interessante e avvincente. Un gioco che riesce nell’impresa di camminare sulla spalle dei giganti, ispirandosi ad alcuni leggendari titoli della storia del gaming ma riuscendo a venire fuori con una propria fortissima identità.

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Batora: Lost Haven | Testato su PlayStation 4

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RECENSIONE
VOTO
7.8
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Avatar di Matteo Furina
In teoria sono un giornalista. In pratica scrivo di cose belle su un sito bellissimo. Perchè dai, nessuno è più fico della Scimmia.
batora-lost-haven-stormind-games-recensioneL'hack 'n' Slash tutto italiano risulta decisamente divertente e dalla spiccata caratterizzazione di ogni personaggio a schermo. Il buon lavoro generale viene un po' minato dalla poca cura delle fasi più concitate e dai pochi boss, seppur ben fatti, mandati contro la protagonista.