Tilda Swinton ha provato a uccidere suo fratello minore quando era bimba

Tilda Swinton ha raccontato di aver provato ad uccidere suo fratello minore quando era soltanto una bambina

Suspiria
Tilda Swinton è Madame Blanc in Suspiria CREDITS: Videa
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Talvolta nel corso della vita riemergono ricordi dell’infanzia rimasti sopiti per anni. Spesso sono magari cose innocue. A volte eventi più seri che possono anche inquietare non poco. Tuttavia raramente succede di ricordare di aver provato ad uccidere qualcuno. Ebbene, è esattamente quello che è successo a Tilda Swinton che ha raccontato di aver avuto un flash improvviso, qualche anno fa, e di essersi resa conto di aver provato ad uccidere suo fratello minore.

Anni fa, quando James Bulger fu assassinato, ogni prima pagina dei giornali parlava del male – ha raccontato l’attrice di Constantine a The Telegraph nel 2011. Quando è accaduto, dopo averlo soppresso per anni, mi sono ricordata che quando avevo quattro o cinque anni, ho cercato di uccidere mio fratello. Era appena nato ed ero delusa, perché era il terzo maschio. Per quanto mi riguardava era abbastanza.

Elaborando cosa è successo esattamente, ha raccontato:

Sono entrata nella sua stanza per ucciderlo, ho visto che si stava infilando dei nastri in bocca e ho iniziato a tirarli fuori. E sono stata scoperta mentre gli salvavo la vita. Quindi mi ero fatta questa strana reputazione – il salvatore di mio fratello – e nessuno sapeva che in realtà volevo ucciderlo. Mi è servito il caso Bulger per ricordare che l’avevo voluto seriamente. Ho pensato, perché non succede più spesso?

Per chi non sapesse di cosa Tilda Swinton stia parlando, James Bulger è stato uno sfortunato bambino ucciso all’età due anni a Liverpool nel 1993. Il piccolo fu ucciso da altri due bambini di 10 anni, Jon Venables e Robert Thompson, in un caso che ha scioccato l’Inghilterra.

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Parlando a tal proposito lo scorso novembre, l’ex giudice della Corte Suprema Lord Brown ha affermato che era “giunto il momento di cancellare l’ombra” del caso Bulger, sostenendo l’innalzamento dell’età della responsabilità penale da 10 a 12 anni.

Le capacità mentali di un bambino di 10 anni non sono paragonabili a quelle di un adolescente o adulto più grande. Criminalizzare questi giovani mentre stanno ancora sviluppando le loro identità e il loro carattere, crescendo socialmente ed emotivamente, è profondamente dannoso per la loro autostima e le loro prospettive future. Marchiare un bambino di 10 o 11 anni come criminale ed è così che arriverà a vedersi e identificarsi, e così in futuro si comporterà.

Conoscevate questa storia?