In House of Gucci, ultimo film di Ridley Scott, Lady Gaga interpreta Patrizia Reggiani, mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, avvenuto il 27 marzo 1995. L’attrice, intervistata da W Magazine ha raccontato di aver sentito fortemente la presenza della donna sul set a tal punto di essere convinta di essere stata vittima di una maledizione.
L’ultimo giorno di riprese, ero sul balcone del mio appartamento a Roma, stavo ascoltando Dean Martin che cantava Mambo Italiano, e avevo una sigaretta che mi pendeva dalla bocca. Io ero Patrizia – ha detto la pop star. Ma sapevo che dovevo dirle addio: grandi sciami di mosche continuavano a seguirmi e ho iniziato davvero a credere che li avesse mandati lei. Ero pronto a lasciarla andare
Il rapporto tra Lady Gaga e la sua controparte filmica è stato davvero complicato in ogni frangente. Intervistata da Variety il mese scorso, la cantante ha infatti raccontato di essersi immedesimata a tal punto nella parte da aver avuto bisogno dell’aiuto di uno psichiatra.
Sul set ho avuto l’aiuto di una psichiatra – ha raccontato . Sentivo che ne avevo bisogno, mi faceva sentire più sicura. Mi ero realmente calata nei panni di Patrizia Reggiani e vivevo come se fossi lei. Parlavo come lei, con il suo accento. Ero nella parte anche quando non parlavamo di cose legate al film, e ogni volta facevo finta che Maurizio mi stesse aspettando in fondo alle scale. Vivevo la mia vita, ma come se fossi stata lei. Gli attori non dovrebbero spingersi fino a quel limite, io l’ho fatto. Ho portato quest’oscurità con me. Lei è una donna estremamente cupa e oscura. Mi chiedo sempre perché io lo faccia… Durante la mia carriera ho fatto parecchie opere estreme, le cose che ho passato attraverso il mio corpo, la mia mente. Non so perché sono così
Nella stessa intervista Lady Gaga aveva anche spiegato di aver temuto, durante le riprese, che la vera Reggiani potesse arrivare sul set.
Quando ero in Italia, mi chiedevo sempre se si sarebbe fatta viva. Non mi fido di lei. Non penso sia una bella persona, ma ho dovuto amarla per poterla interpretare al meglio.
