Carmen Consoli – Volevo Fare la Rockstar | RECENSIONE

Carmen Consoli a X Factor Italia
Credits: X Factor Italia / YouTube
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Volevo Fare la Rockstar è l’ultimo album di Carmen Consoli, pubblicato alla fine di settembre.

Dopo oltre tre anni dal suo Eco di Sirene, la cantautrice siciliana Carmen Consoli torna con 10 brani inediti nel suo nuovo album intitolato Volevo Fare la Rockstar. In questa raccolta di pezzi ritroviamo lo spirito e l’originalità che da sempre hanno contraddistinto l’artista. C’è la Sicilia con le sue radici e la sua storia. Ci sono i sogni, la crescità, la famiglia e i pensieri di una donna che non ha mai smesso di osservare e raccontare la realtà con meraviglia e stupore. In questi dieci brani troviamo un cantautorato puro e intimo che attraverso immagini nitide e concrete riesce a raccontare il mondo contemporaneo. Non sarà forse il migliore album nella carriera della cantante, ma è certamente un ottimo lavoro, ricco di spunti interessanti e buona musica.

Il disco è stato presentato live nella prima puntata di X Factor Italia, dove Carmen si è esibita con una band eccezionale. Al basso c’era Max Gazzè e alla batteria Marina Rei.

L’album si muove tra la ripetitività e la routine della vita moderna e gli eventi imprevisti che possono stravolgere tutto. L’amore dirompente di Sta succedendo diviene così un inno ad aprire gli occhi e lanciarsi. Abbandonare i freni inibitori, fare un bel respiro e “non temere di guardare, Venere al tramonto culla un piccolo mistero interplanetario”.

L’aquilone rallenta e ci porta nella mente e nei ricordi di un protagonista disilluso. Immagini del passato, malinconia e un filo da riprendere per recuperare il controllo. Così l’indecisione del signor Tentenna si ripresenta in forma più romantica negli occhi lucidi di chi vede scorrere immagini del passato e occasioni perse per un soffio.

Viene poi il singolo di lancio Una domenica al mare. I colori della Sicilia, il turismo di massa, la calura e gli incendi, Carmen dipinge con minuziosa precisione un comune scenario estivo. Tutto scorre rapidamente sulle morbide note dal sapore onirico del brano, “dimmi che non sogno e son desta” ripete a se stessa la protagonista. E mentre tutto scorre inesorabile, c’è un solo modo per rimanere svegli, fermarsi un istante (come in Cerchi nell’acqua di Benvegnù) a respirare, ascoltare il battito cardiaco e pensare che non tutto è perduto.

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Le sonorità si fanno più vivaci e lo spirito ironico della cantantessa fa capolino in Mago Magone.

Il clima si riscalda e il ritmo si fa più vivace sulle note di Mago Magone. Carmen Consoli sfodera la sua tipica ironia e inizia una critica sociale che verrà poi ripresa, seppur in modo più realistico e concreto, in L’uomo nero. Si aggancia al discorso la confusione e l’inconsistenza delle opinioni diffuse, narrata in Le cose di sempre. Dialogando direttamente con suo figlio, Carmen mescola sapientemente la fantasia delle favole con i valori negativi e le insensatezze del mondo contemporaneo. Il buio non può nascondere i mali, ma nulla è scritto e, come nei racconti per bambini, tutto può succedere.

Qualcosa di me che non ti aspetti riprende in modo più diretto il discorso d’apertura. L’ascolto e l’empatia che si contrappongono alla paura delle diversità diventano l’unico modo per salvarsi e non farsi risucchiare dall’oscurità. Musicalmente impeccabile, l’intreccio di chitarra e l’esplosivo ritornello riescono a coinvolgere e trasmettere positività all’ascoltatore. La perfetta trasposizione sonora di quel “raggio di sole inatteso” cantato da Carmen.

Ed è così che sei venuto a ricordarmi
Che nella vita il talento è un dono importante
Ma niente di più di una bella promessa
Senza l’impegno e la coerenza

Come sappiamo, l’anima più pop convive con quella di una musicista più sperimentale nella cantantessa siciliana. E così, veniamo catapultati negli accordi e nelle progressioni della meno orecchiabile, ma più ricercata Armonie numeriche. Dedica e dialogo con un padre che appare in sogno e viene coinvolto in riflessioni profonde. Carmen si chiede malinconicamente se quel che è diventata corrisponda a ciò che lui si aspettava da lei.

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Imparare dagli alberi a camminare ha sonorità delicate e avvolgenti. Nasce dall’anno difficile vissuto con la pandemia, dalle paure e dalla reclusione da lockdown. L’importanza dei sogni si trova nuovamente al centro della lirica. La purezza onirica dei sogni dei bambini fa da argine alla smania di potere e al malessere diffuso. Occorre ripartire dai sogni e, come dice il titolo, “imparare dagli alberi a camminare”.

Fare bei sogni vuol dire anche non lasciarsi prendere dal più classico dei cattivi, L’uomo nero. In questo pezzo, Carmen tira fuori gli artigli e critica a viso aperto i sovranismi, i politici che cavalcano l’odio e lo alimentano. Non è difficile comprendere a chi facciano riferimento le sacrosante frecce scagliate contro personaggi cinici e spietati. I baffi di Hitler, le scelte illiberali, i “condottieri” al comando. Il testo mette a nudo un mondo che, se non viene arginato, potrebbe aprire la strada a nuovi periodi storici oscuri. Le sonorità rock del pezzo e l’ottimo stacco che introduce il ritornello rafforzano il concetto e ci ricordano la Carmen scatenata di pezzi ironici e taglienti come Matilde odiava i gatti.

La title track finale, Volevo fare la rockstar è la traccia più poetica e convincente dell’intero disco. Una ballata romantica che riprendendo la foto in copertina, raccontando l’infanzia e i sogni di una piccola Carmen. La Sicilia divisa tra le sue meraviglie e i terribili atti della mafia, i sogni e le abitudini d’altri tempi. Il pezzo è un vero e proprio dipinto che fa immergere l’ascoltatore in un mondo passato che non è poi così lontano. Perché alla fine dei conti Carmen ce l’ha fatta a diventare una rockstar e questo album ne è l’ennesima prova.