Coldplay – Mylo Xyloto | RECENSIONE

Coldplay
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Nel 2011 i Coldplay passavano defintivamente ai suoni “da classifica” con Mylo Xyloto

Per molti, il “declino” dei Coldplay inizia da qui: con la pubblicazione, il 24 ottobre 2011, del discusso Mylo Xyloto, l’album del loro definitivo passaggio alla musica “commerciale”. Non che prima Chris Martin e soci suonassero esattamente post-rock o free jazz, intendiamoci. Ma questo disco in particolare segna il punto di non ritorno per molti (ex-)fan della band inglese.

Perché? Principalmente perché il gruppo inizia ad adottare un approccio musicale più digitale, legato ad atmosfere allegre, melodie orecchiabili e ritornelli accattivanti. Nel mezzo, vengono scartati tutti (o quasi) gli elementi strumentali tipici della musica rock organica e, perciò, di qualità superiore. Le famose e immancabili “chitarre”, qui sciolte in un marasma di iper-produzione pop.

In quel momento ancora non lo sapevamo, ma si iniziava vagamente a parlare di indie pop. La nuova musica commerciale, che quasi subito avrebbe ispirato il sound di band come gli Imagine Dragons. Canzoni colorate, energiche, da cantare e ballare tutti insieme in una sorta di utopia post-moderna, quando il mondo iniziava a connettersi per intero ma ancora non se ne scorgevano i risvolti negativi.

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Le canzoni, singoli celebri come Every Teardrop Is a Waterfall, Charlie Brown e Paradise, celebrano la fragilità dell’individuo e la necessità di raggiungere una connessione mistica (ma anche digitale) con gli altri: cosa che, appunto, all’epoca sembrava fattibile e anche foriera di scenari positivi. In qualche modo, al di là dell’appeal delle singole canzoni, Mylo Xyloto è uno dei primi album a fare da colonna sonora a tutto questo.

I brani sono la soundtrack dell’alba dell’era dei social, inseguendo un ideale d’amore sia personale che universale, cantato su toni speranzosi e ammalianti. Visto da qui, e specie dopo il virus, il tutto suona perlomeno ingenuo, forse pretenzioso; sicuramente, per certi versi, datato. Consideriamo anche che, in dieci anni, i Coldplay hanno cambiato da allora poco o nulla nel loro stile.

Quindi: l’inarrestabile debacle stilistica di una band un tempo grande e rivoluzionaria? O il sorgere del suono del futuro, che il realtà è “solo” un pop iper-tecnologico (con un Briano Eno celato dietro le quinte, tra l’altro) studiato per coinvolgere le nuove generazioni all’insegna dei vari “Uoohohooohohoooo”? Un po’ entrambe le cose, un po’ nessuna. Un buon disco, una pietra miliare mancata forse. L’inizio della fine, per i Coldplay? Se siete fan, lo sapete meglio di noi.

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Coldplay – Mylo Xyloto / Anno di pubblicazione: 2011 / Genere: Indie Pop