Into The Dark, la Recensione della serie antologica horror su RaiPlay

Un esperimento che sembra ben riuscito, almeno per il momento.

Into The Dark Pooka
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Dodici episodi, uno al mese. Disponibile su Rai Play, la prima stagione di Into The Dark, acclamata serie TV uscita negli Stati Uniti nel 2018. Arriva quindi anche in Italia con attese sicuramente ridotte rispetto a quelle d’Oltreoceano. Sono infatti on-line i primi tre avvincenti episodi di questo interessante esperimento antologico.

Into The Dark, la trama

Un episodio al mese per una stagione di dodici episodi. Con l’unico legame della festività ad accomunare le macabre vicende. Into The Dark porta lo spettatore nell’oscurità lentamente, senza alcuna fretta. Almeno nel rilascio degli episodi vista la frenesia con cui le storie vengono raccontate. L’orrore in ogni sua forma, dallo slasher fino al thriller, senza un attimo di respiro.

Into The Dark, la Recensione

Le serie antologiche hanno sempre un certo fascino, soprattutto se si tratta di horror. Di esempi recenti ne abbiamo a iosa, che vanno a The ABCs Of Death fino alla trilogia VHS. Per non citare altri prodotti seriali come American Horror Story.

Jason Blum, papà della famigerata Blumhouse, ha adocchiato una possibile fonte d’oro in questo contesto seriale, portando il suo tocco magico anche fuori dalla sala. Cosa già accaduta in sinergia con HBO grazie a quel capolavoro di Sharp Objects. Qui però ci troviamo di fronte ad un esperimento quantomai ambizioso e molto particolare. Dodici episodi, uno al mese, in occasione delle festività. Perché il fil rouge che lega questi episodi, lunghi quanto un film, sono proprio le festività.

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Momenti di gioia, allegria e condivisione che vengono de facto riletti in chiave horror. Nei primi tre, disponibili su RaiPlay, troviamo rispettivamente Halloween, Ringraziamento e Natale. Vista la cultura americana, associata soprattutto all’horror, era inevitabile partire proprio dalla notte di Ognissanti.

Un episodio che getta alcune basi per mostrarci ciò che vedremo da lì in avanti. Con la differenza che Il Corpo, questo il titolo del primo episodio, non si prende eccessivamente sul serio. Anzi, si mostra come un grande calderone ordinato di citazioni dei grandi classici horror, come Phantasm, per poi passare a chiari riferimenti a Breaking Bad o The Office. Senza mai lesinare con i momenti davvero splatter, come una ciliegina sulla torta. Proseguendo la visione, i toni cambiano radicalmente.

Into The Dark il corpo recensione

Da un killer professionista che vaga per una città mascherata in festa, si passa ad un thriller di pregevole fattura In Carne e Ossa, dove si attinge dal cinema di Hitchcok a piene mani. Ammiccando a La Finestra Sul Cortile, questo secondo episodio mostra l’agorafobia correlata ad una riflessione inquietante sul dramma familiare. Pur senza brillare in intuizioni registiche di spessore, la gestione della tensione rimane un punto a suo favore. Nel terzo episodio Pooka! Si vira decisamene più sull’horror.

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La mano esperta di Nacho Vigalondo (Los Cronocrimenes), corredata da una fotografia fatta di neon, ci trascina in un incubo dissociativo di un attore fallito che accetta un ruolo “mascherato” di un giocattolo. Esattamente come Waldo in Black Mirror ma con molti jumpscare. Ed un montaggio schizofrenico che ci permette di entrare nella mente del protagonista, ossessionato e soggiogato da questo inquietante pupazzo.

Forse una pecca, forse un pregio, Into The Dark corre come un treno impazzito. Non esistono momenti morti in nessuno degli episodi. La velocità d’esecuzione delle vicende non permette la creazione di un atmosfera opprimente e progressiva, quanto più una costante sensazione claustrofobica.

In altre parole, per ogni minuto che passa si ha la sensazione che potrebbe accadere qualcosa di particolarmente brutto e sanguinolento. Questo primo quarto di serie è sicuramente approvato, non resta che attendere di mese in mese per gli altri episodi, con la speranza che la qualità vada ad aumentare. Ma se queste sono le premesse, possiamo stare tranquilli sul fatto che Jason Blum ha di nuovo fatto centro.

Trailer

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